ABSTRACT Introduzione: Il presente lavoro di tesi presenta un’attenta revisione del panorama bibliografico riguardante il ritorno in campo di un atleta che soffre di Cronich Ankle Instabilty (CAI). Dopo una prima valutazione dello stato dell’arte del Neuromuscolar Training, riguardo la sua applicazione alla riatletizzazione della caviglia, in riferimento a quanto già accade in caso di ritorno in campo per atleti con legamento crociato anteriore ricostruito, si è valutato l’adattamento di tali esercizi, propedeutici al corretto return to play, alla casistica degli infortuni alla caviglia in ambito calcistico. È infatti elevato il numero di cambi di direzione richiesti al giocatore nel corso di una partita, movimenti che incrementano il rischio di infortunio alla caviglia. La tesi ha voluto così focalizzarsi sulla specificità degli esercizi da proporre, affinché l’atleta diminuisca il rischio di ricadute. Obiettivo del lavoro: L’obiettivo di questa tesi è suggerire l’utilizzo del training neuromuscolare come utile supporto nella fase di preparazione al ritorno in campo, in seguito all’occorrenza di un infortunio alla caviglia. Si è pensato di proporre una rivisitazione di due test e di alcuni esercizi, allo scopo di creare una progressione di difficoltà atta a valutare il grado di preparazione dell’atleta. Materiali e metodi: Per la stesura dell’elaborato sono stati esaminati articoli da siti come: Google Scholar e Pubmed. Per la ricerca si sono adottati i seguenti termini: LAS, CAI, Neuromuscolar Training, Dustin Grooms e agility test. Per raggiungere l’obiettivo sono state affrontate delle letture, tra cui il libro di anatomia e fisiologia, due riferimenti utili per comprendere la modalità in cui si struttura e funziona, nel concreto, l’articolazione. Durante il tirocinio si è verificata la possibilità di provare strumenti come i “BLAZEPOD”, un set di luci programmabili da un’applicazione che permette di valutare i tempi di reazione dell'atleta, focalizzando l’attenzione visiva del giocatore su un obiettivo esterno. Un ulteriore strumento utilizzato è il “BOSU”, una pedana instabile con una forma a semisfera costituito da una base rigida e un cuscino elastico. Conclusioni: I blazepod si sono rivelati strumenti utili per evitare la semplice esecuzione continua e ripetitiva di un determinato gesto motorio. L’intento è portare l’atleta a compiere i movimenti in modo veloce e naturale per un ritorno in campo a un livello fisico tale da consentire di porre attenzione prevalente sull’azione di gioco, al posto che sui singoli movimenti.
TRAINING NEUROMUSCOLARE: il ritorno in campo di un atleta con diagnosi di Cronich Ankle Instability
BONANNO, MARCO
2020/2021
Abstract
ABSTRACT Introduzione: Il presente lavoro di tesi presenta un’attenta revisione del panorama bibliografico riguardante il ritorno in campo di un atleta che soffre di Cronich Ankle Instabilty (CAI). Dopo una prima valutazione dello stato dell’arte del Neuromuscolar Training, riguardo la sua applicazione alla riatletizzazione della caviglia, in riferimento a quanto già accade in caso di ritorno in campo per atleti con legamento crociato anteriore ricostruito, si è valutato l’adattamento di tali esercizi, propedeutici al corretto return to play, alla casistica degli infortuni alla caviglia in ambito calcistico. È infatti elevato il numero di cambi di direzione richiesti al giocatore nel corso di una partita, movimenti che incrementano il rischio di infortunio alla caviglia. La tesi ha voluto così focalizzarsi sulla specificità degli esercizi da proporre, affinché l’atleta diminuisca il rischio di ricadute. Obiettivo del lavoro: L’obiettivo di questa tesi è suggerire l’utilizzo del training neuromuscolare come utile supporto nella fase di preparazione al ritorno in campo, in seguito all’occorrenza di un infortunio alla caviglia. Si è pensato di proporre una rivisitazione di due test e di alcuni esercizi, allo scopo di creare una progressione di difficoltà atta a valutare il grado di preparazione dell’atleta. Materiali e metodi: Per la stesura dell’elaborato sono stati esaminati articoli da siti come: Google Scholar e Pubmed. Per la ricerca si sono adottati i seguenti termini: LAS, CAI, Neuromuscolar Training, Dustin Grooms e agility test. Per raggiungere l’obiettivo sono state affrontate delle letture, tra cui il libro di anatomia e fisiologia, due riferimenti utili per comprendere la modalità in cui si struttura e funziona, nel concreto, l’articolazione. Durante il tirocinio si è verificata la possibilità di provare strumenti come i “BLAZEPOD”, un set di luci programmabili da un’applicazione che permette di valutare i tempi di reazione dell'atleta, focalizzando l’attenzione visiva del giocatore su un obiettivo esterno. Un ulteriore strumento utilizzato è il “BOSU”, una pedana instabile con una forma a semisfera costituito da una base rigida e un cuscino elastico. Conclusioni: I blazepod si sono rivelati strumenti utili per evitare la semplice esecuzione continua e ripetitiva di un determinato gesto motorio. L’intento è portare l’atleta a compiere i movimenti in modo veloce e naturale per un ritorno in campo a un livello fisico tale da consentire di porre attenzione prevalente sull’azione di gioco, al posto che sui singoli movimenti.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/14754