The thesis examines the application modalities of the perpetual prison sentence, with particular regard to the effects it determines on the c.d. right to hope inherent in every prisoner sentenced to life imprisonment. The subject is addressed through different perspectives that, although they present substantial differences, arise between them in continuity.. The first chapter deals with the issue of the compatibility of perpetual punishment with art. 3 of the ECHR, which prohibits inhuman and degrading sentences; deepening the most significant judgments of the European Court of Human Rights in relation to the conventional legitimacy of an effective life sentence. In the second question, the question takes on more specific connotations, being internally dedicated to the ECHR’s own ruling on the conventional legitimacy.

La tesi esamina le modalità applicative la pena detentiva perpetua, con particolare riguardo agli effetti da essa determinati sul c.d. diritto alla speranza insito in ogni detenuto condannato all’ergastolo. L’argomento viene affrontato attraverso diverse prospettive che, nonostante presentino sostanziali differenze, si pongono tra loro in continuità. Nel primo capitolo viene trattato il tema della compatibilità della pena perpetua con l’art. 3 CEDU, che proibisce pene inumane e degradanti; approfondendo le più significative sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in relazione alla legittimità convenzionale di un ergastolo effettivo. Nel secondo la questione assume connotati più specifici, essendo internamente dedicato alla pronuncia della stessa Corte EDU circa la legittimità convenzionale dell’ergastolo ostativo italiano. Infine il terzo e quarto capitolo si collocano in una dimensione interna all’ordinamento italiano analizzando la recente sentenza n. 253 del 2019 emessa dalla Corte costituzionale e gli effetti che la stessa potrebbe eventualmente produrre sull’ergastolo ostativo.

Il diritto alla speranza dei condannati all'ergastolo nella giurisprudenza della Corte EDU e della Corte costituzionale

MAURICHI, ALBERTO
2019/2020

Abstract

The thesis examines the application modalities of the perpetual prison sentence, with particular regard to the effects it determines on the c.d. right to hope inherent in every prisoner sentenced to life imprisonment. The subject is addressed through different perspectives that, although they present substantial differences, arise between them in continuity.. The first chapter deals with the issue of the compatibility of perpetual punishment with art. 3 of the ECHR, which prohibits inhuman and degrading sentences; deepening the most significant judgments of the European Court of Human Rights in relation to the conventional legitimacy of an effective life sentence. In the second question, the question takes on more specific connotations, being internally dedicated to the ECHR’s own ruling on the conventional legitimacy.
2019
The right to hope of those sentenced to life inprisonment in the jurisprudence of the ECHR and the Costitutional Court
La tesi esamina le modalità applicative la pena detentiva perpetua, con particolare riguardo agli effetti da essa determinati sul c.d. diritto alla speranza insito in ogni detenuto condannato all’ergastolo. L’argomento viene affrontato attraverso diverse prospettive che, nonostante presentino sostanziali differenze, si pongono tra loro in continuità. Nel primo capitolo viene trattato il tema della compatibilità della pena perpetua con l’art. 3 CEDU, che proibisce pene inumane e degradanti; approfondendo le più significative sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in relazione alla legittimità convenzionale di un ergastolo effettivo. Nel secondo la questione assume connotati più specifici, essendo internamente dedicato alla pronuncia della stessa Corte EDU circa la legittimità convenzionale dell’ergastolo ostativo italiano. Infine il terzo e quarto capitolo si collocano in una dimensione interna all’ordinamento italiano analizzando la recente sentenza n. 253 del 2019 emessa dalla Corte costituzionale e gli effetti che la stessa potrebbe eventualmente produrre sull’ergastolo ostativo.
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