Con questa ricerca mi propongo di indagare la relazione tra il “fare musica”, le pratiche di comunità e la trasformazione sociale, ossia il connubio tra i mezzi di coesione sociale, di empowerment comunitario e di attenzione sulle pratiche di vita in specifici contesti della nostra contemporaneità e l’esercizio dell’arte musicale, esplorando nella fattispecie l’identità, i confini, le potenzialità, i limiti e le prospettive della Community Music. Osservare la prassi della Community Music attraverso episodi significativi è il mezzo per ottenere una visione non necessariamente organica ma coerente, volta ad evidenziarne tratti peculiari, con l’obiettivo di restituire una immagine del modello che tenga conto di contenuti, modalità operative, contesti, risorse necessarie e impatto generato. La Community Music è un approccio che ripensa il senso stesso della pratica musicale verso un cambiamento di paradigmi, prassi, tradizioni, valori e ordini per porre le basi di un ripensamento del ruolo della musica in termini di partecipazione, apertura, inclusività ed attenzione verso la diversità; nel contesto accademico essa è affrontata da tre principali punti di vista: come intervento attivo tra un facilitatore, o community musician, e un gruppo di partecipanti, come un’alternativa al sistema di educazione musicale attualmente affermato o come il repertorio musicale coltivato da una data comunità in cui possa riconoscersi; nel primo capitolo esploro quindi una visione d’insieme sullo sviluppo teorico, riportando i contenuti principali del dibattito attuale intorno alla Community Music, evidenziando le fonti, i principali testi di riferimento e le aree di studio più affrontate rilevando la definizione del concetto attualmente disponibile e condiviso ed esplorando brevemente la storia dei termini ad esso correlati e delle pratiche cui questi termini fanno riferimento. Nel secondo capitolo sarà dato spazio ad un particolare approccio definito "interventista" della community music unitamente all’analisi di cinque concetti chiave che si possono definire “costanti” e saranno spunto per l’analisi della terza parte della ricerca. Il terzo capitolo, infatti, si compone di una autoetnografia in cui riporto la mia personale esperienza di docente e coordinatore del progetto di coesione sociale “Orchestra 4/8” a Milano; questo punto di osservazione privilegiato darà modo di costruire una narrazione sul ruolo del community musician e sulle dinamiche da considerare all’interno del modello di Community Music “interventista”, offrendo la possibilità di confrontarlo con i contenuti teorici della prima parte di tesi; altro importante elemento di studio sarà la descrizione dell’esperienza ripercorrendo i cinque concetti chiave individuati nel secondo capitolo.
La Community Music: ascoltare l’individuo, costruire la società
VITALI, ROUBEN
2021/2022
Abstract
Con questa ricerca mi propongo di indagare la relazione tra il “fare musica”, le pratiche di comunità e la trasformazione sociale, ossia il connubio tra i mezzi di coesione sociale, di empowerment comunitario e di attenzione sulle pratiche di vita in specifici contesti della nostra contemporaneità e l’esercizio dell’arte musicale, esplorando nella fattispecie l’identità, i confini, le potenzialità, i limiti e le prospettive della Community Music. Osservare la prassi della Community Music attraverso episodi significativi è il mezzo per ottenere una visione non necessariamente organica ma coerente, volta ad evidenziarne tratti peculiari, con l’obiettivo di restituire una immagine del modello che tenga conto di contenuti, modalità operative, contesti, risorse necessarie e impatto generato. La Community Music è un approccio che ripensa il senso stesso della pratica musicale verso un cambiamento di paradigmi, prassi, tradizioni, valori e ordini per porre le basi di un ripensamento del ruolo della musica in termini di partecipazione, apertura, inclusività ed attenzione verso la diversità; nel contesto accademico essa è affrontata da tre principali punti di vista: come intervento attivo tra un facilitatore, o community musician, e un gruppo di partecipanti, come un’alternativa al sistema di educazione musicale attualmente affermato o come il repertorio musicale coltivato da una data comunità in cui possa riconoscersi; nel primo capitolo esploro quindi una visione d’insieme sullo sviluppo teorico, riportando i contenuti principali del dibattito attuale intorno alla Community Music, evidenziando le fonti, i principali testi di riferimento e le aree di studio più affrontate rilevando la definizione del concetto attualmente disponibile e condiviso ed esplorando brevemente la storia dei termini ad esso correlati e delle pratiche cui questi termini fanno riferimento. Nel secondo capitolo sarà dato spazio ad un particolare approccio definito "interventista" della community music unitamente all’analisi di cinque concetti chiave che si possono definire “costanti” e saranno spunto per l’analisi della terza parte della ricerca. Il terzo capitolo, infatti, si compone di una autoetnografia in cui riporto la mia personale esperienza di docente e coordinatore del progetto di coesione sociale “Orchestra 4/8” a Milano; questo punto di osservazione privilegiato darà modo di costruire una narrazione sul ruolo del community musician e sulle dinamiche da considerare all’interno del modello di Community Music “interventista”, offrendo la possibilità di confrontarlo con i contenuti teorici della prima parte di tesi; altro importante elemento di studio sarà la descrizione dell’esperienza ripercorrendo i cinque concetti chiave individuati nel secondo capitolo.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per maggiori informazioni e per verifiche sull'eventuale disponibilità del file scrivere a: unitesi@unipv.it.
https://hdl.handle.net/20.500.14239/15551