ABSTRACT Introduzione La cardiotossicità da trattamento antineoplastico rappresenta una delle sfide ancora aperte per il cardiologo e l’oncologo. Grazie alla redazione delle prime linee guida sulla cardio-oncologia ESC 2022 è aumentata la consapevolezza delle strategie da seguire per la gestione ottimale della popolazione trattata con terapie antiblastiche convenzionali. L’adroterapia utilizzata nel Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica a Pavia è un trattamento erogato da pochi centri nel panorama mondiale pertanto non è menzionata all’interno delle sopracitate linee guida. Essa rappresenta una valida alternativa rispetto alla radioterapia con fotoni tradizionale nel trattamento delle masse paracardiache, in quanto capace di indirizzare la radiazione in maniera più precisa rispetto a quella tradizionale risparmiando maggiormente i tessuti sani circostanti. Il nostro studio nasce dalla necessità di estendere le conoscenze in merito al profilo di sicurezza di questa procedura in termini di cardiotossicità indotta e dall’esigenza di comprendere come gestire e monitorizzare al meglio tali pazienti. Materiali e metodi Nel contesto di studio esplorativo retrospettivo abbiamo valutato i dati ematochimici bioumorali (troponina, PCR, NT-proBNP), i dati ecocardiografici ed elettrocardiografici indispensabili per la definizione di disfunzione ventricolare relativi a 21 pazienti con massa mediastinica trattata con adroterapia tra il 2019 e il 2022 in CNAO. I dati ematochimici sono stati acquisiti prima, durante, e successivamente al trattamento adroterapico, oltre al follow-up a 3 e 6 mesi. I dati eco- ed elettrocardiografici prima del trattamento ed ai follow-up entro i 3 mesi e 12 mesi. Dunque le variazioni dei valori raccolti sono state analizzate, e le correlazioni tra gli indicatori convenzionali e di nuovo utilizzo sono state valutate. Risultati Abbiamo riscontrato che i valori ecocardiografici di funzione sistolica ventricolare (frazione di eiezione del ventricolo sinistro, strain di ventricolo sinistro e destro) non si riducono durante il monitoraggio post trattamento fino ai 6-12 mesi successivi. Analogamente, i parametri bioumorali non hanno mostrato variazioni significative se non per la PCR che presenta un trend in aumento tra il baseline ed il follow-up a 6 mesi, e tra fine trattamento ed il follow-up a 3 e 6 mesi (p-value 0.059, 0.052, 0.062, rispettivamente). Anche i dati degli Holter ECG non hanno mostrato segni di alterazioni a livello nodale e al livello del sistema di conduzione atrioventricolare ed interventricolare né aritmie sopraventricolari e ventricolari. Infine, abbiamo evidenziato una correlazione significativa tra le variazioni del parametro di strain del ventricolo destro e il parametro bioumorale NT-proBNP (p-value 0.05, r=0.55), tra baseline e 6 mesi di follow-up. Conclusioni Dal nostro studio si evince che i 21 pazienti valutati non mostrano segni di cardiotossicità acuta o subacuta da adroterapia. Inoltre alcuni pazienti che partivano da valori di funzione sistolica ventricolare depressa o valori bioumorali sopra il range di normalità hanno evidenziato un miglioramento nonostante la terapia con ioni carbonio o protoni grazie all’ottimizzazione della terapia cardioattiva. Tutto ciò avvalora l’ipotesi che la radioterapia con particelle possa portare ad un maggior risparmio cardiaco di radiazioni. L’unico parametro che ha mostrato una variazione in aumento all’interno della popolazione esaminata è la PCR, parametro non direttamente indice di cardiotossicità, ma il cui aumento da noi evidenziato potrebbe essere un punto di partenza per valutazioni future. Tuttavia il range di valori PCR precedente e successivo al trattamento adroterapico presenta valori nel range di normalità.  

Valutazione della cardiotossicità da adroterapia: ruolo dei biomarcatori e dell'imaging cardiaco

RICCHIUTO, MARTA
2022/2023

Abstract

ABSTRACT Introduzione La cardiotossicità da trattamento antineoplastico rappresenta una delle sfide ancora aperte per il cardiologo e l’oncologo. Grazie alla redazione delle prime linee guida sulla cardio-oncologia ESC 2022 è aumentata la consapevolezza delle strategie da seguire per la gestione ottimale della popolazione trattata con terapie antiblastiche convenzionali. L’adroterapia utilizzata nel Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica a Pavia è un trattamento erogato da pochi centri nel panorama mondiale pertanto non è menzionata all’interno delle sopracitate linee guida. Essa rappresenta una valida alternativa rispetto alla radioterapia con fotoni tradizionale nel trattamento delle masse paracardiache, in quanto capace di indirizzare la radiazione in maniera più precisa rispetto a quella tradizionale risparmiando maggiormente i tessuti sani circostanti. Il nostro studio nasce dalla necessità di estendere le conoscenze in merito al profilo di sicurezza di questa procedura in termini di cardiotossicità indotta e dall’esigenza di comprendere come gestire e monitorizzare al meglio tali pazienti. Materiali e metodi Nel contesto di studio esplorativo retrospettivo abbiamo valutato i dati ematochimici bioumorali (troponina, PCR, NT-proBNP), i dati ecocardiografici ed elettrocardiografici indispensabili per la definizione di disfunzione ventricolare relativi a 21 pazienti con massa mediastinica trattata con adroterapia tra il 2019 e il 2022 in CNAO. I dati ematochimici sono stati acquisiti prima, durante, e successivamente al trattamento adroterapico, oltre al follow-up a 3 e 6 mesi. I dati eco- ed elettrocardiografici prima del trattamento ed ai follow-up entro i 3 mesi e 12 mesi. Dunque le variazioni dei valori raccolti sono state analizzate, e le correlazioni tra gli indicatori convenzionali e di nuovo utilizzo sono state valutate. Risultati Abbiamo riscontrato che i valori ecocardiografici di funzione sistolica ventricolare (frazione di eiezione del ventricolo sinistro, strain di ventricolo sinistro e destro) non si riducono durante il monitoraggio post trattamento fino ai 6-12 mesi successivi. Analogamente, i parametri bioumorali non hanno mostrato variazioni significative se non per la PCR che presenta un trend in aumento tra il baseline ed il follow-up a 6 mesi, e tra fine trattamento ed il follow-up a 3 e 6 mesi (p-value 0.059, 0.052, 0.062, rispettivamente). Anche i dati degli Holter ECG non hanno mostrato segni di alterazioni a livello nodale e al livello del sistema di conduzione atrioventricolare ed interventricolare né aritmie sopraventricolari e ventricolari. Infine, abbiamo evidenziato una correlazione significativa tra le variazioni del parametro di strain del ventricolo destro e il parametro bioumorale NT-proBNP (p-value 0.05, r=0.55), tra baseline e 6 mesi di follow-up. Conclusioni Dal nostro studio si evince che i 21 pazienti valutati non mostrano segni di cardiotossicità acuta o subacuta da adroterapia. Inoltre alcuni pazienti che partivano da valori di funzione sistolica ventricolare depressa o valori bioumorali sopra il range di normalità hanno evidenziato un miglioramento nonostante la terapia con ioni carbonio o protoni grazie all’ottimizzazione della terapia cardioattiva. Tutto ciò avvalora l’ipotesi che la radioterapia con particelle possa portare ad un maggior risparmio cardiaco di radiazioni. L’unico parametro che ha mostrato una variazione in aumento all’interno della popolazione esaminata è la PCR, parametro non direttamente indice di cardiotossicità, ma il cui aumento da noi evidenziato potrebbe essere un punto di partenza per valutazioni future. Tuttavia il range di valori PCR precedente e successivo al trattamento adroterapico presenta valori nel range di normalità.  
2022
Evaluation of hadrontherapy cardiotoxicity: role of biomarkers and cardiac imaging
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/15707