Introduzione La sinergia tra Ortopedia e Chirurgia Plastica, l’approccio Ortoplastico, rappresenta una delle sfide ancora aperte nel mondo del trauma degli arti inferiori. La mancanza di linee guida Italiane e di un PDTA specifico presso il nostro Ospedale non ne permettono tuttavia la corretta attuazione nella pratica clinica quotidiana. Il nostro studio nasce dalla necessità di fornire un’analisi della situazione dell’ultimo decennio, focalizzandosi su aspetti positivi e criticità dell’operato, esaminando l’insorgenza di complicanze e la loro relazione a variabili potenzialmente modificabili così da poter fornire un punto di partenza per la realizzazione di una migliore organizzazione presso il Trauma Center dell’Ospedale di Niguarda per la gestione delle fratture esposte degli arti inferiori Gustilo-Anderson IIIB/IIIC. Materiali e Metodi Attraverso uno studio osservazionale descrittivo, basato su dati retrospettivi, abbiamo raccolto ed analizzato la documentazione reperibile attraverso la SDO dei 53 pazienti risultati come eleggibili per lo studio. Le variabili analizzate sono state: relative al paziente (demografiche e di gravità del trauma), relative all’approccio terapeutico (tempi di debridment, scelta dell’approccio ricostruttivo, numero di interventi chirurgici, giorni da evento a dimissione, insorgenza di osteomielite e amputazione secondaria). Su queste variabili sono state condotte analisi statistiche attraverso diversi test (Shapiro-Wilk, Mann-Whitney, chi-quadrato, regressione logistica multivariata). Risultati I risultati del tempo di debridment indicano un valore mediano di 221 minuti (3 ore e 41 minuti) e risulta un suo aumento nel gruppo con Injury Severity Score (ISS) ≥ 15 (p = 0.01). La ricostruzione è stata effettuata nel 50,94% dei casi (27 pazienti) con avvicinamento dei tessuti residui e solo nel 20,75% dei casi (11 pazienti) con lembo. La variazione nel numero di interventi ricostruttivi successivi nella popolazione ricostruita con lembo versus la popolazione ricostruita con altra strategia risulta significativa (p = 0.021) indicando un aumento del numero di interventi nei pazienti del secondo gruppo. I due gruppi mostrano anche una differenza in termini di durata dell’ospedalizzazione, 19 giorni maggiore nei pazienti non ricostruiti con lembo. L’osteomielite si è verificata come complicanza in 19 pazienti su 53, senza una correlazione significativa con il tipo di approccio ricostruttivo. La sua incidenza risulta invece associata in maniera importante all’aumentare del numero di interventi ricostruttivi successivi > 1 (OR 6.6, p = 0.009).. L’amputazione secondaria risulta maggiore nei pazienti non ricostruiti con lembo (27.03% vs 0%, p = 0.053) ed in particolare un rischio maggiore lo hanno i pazienti con età ≥ 65 anni (OR 22.3, p = 0.001) e quelli con un maggior numero di interventi successivi (OR 6.1, p = 0.085). Conclusioni Possiamo affermare come l’operato nel periodo oggetto di studio presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda presenti importanti margini di miglioramento, specialmente in termini di Chirurgia Plastica, dove molte risultano le criticità evidenziate, prima tra tutte la scelta, spesso non ideale, dell’approccio ricostruttivo, responsabile di conseguenze quali l’aumento del numero di interventi, del tempo di degenza e dell’avvento di complicanze. Ciò avvalora la tesi secondo cui la ricostruzione con lembi rappresenta l’approccio ideale nelle fratture esposte degli arti inferiori Gustilo-Anderson IIIB/IIIC. Auspichiamo, pertanto, alla realizzazione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per la gestione di tale patologia.

La Chirurgia Plastica nella ricostruzione post-traumatica degli arti inferiori con fratture esposte Gustilo-Anderson IIIB/IIIC: studio retrospettivo osservazionale.

DUSI, SIMONE
2022/2023

Abstract

Introduzione La sinergia tra Ortopedia e Chirurgia Plastica, l’approccio Ortoplastico, rappresenta una delle sfide ancora aperte nel mondo del trauma degli arti inferiori. La mancanza di linee guida Italiane e di un PDTA specifico presso il nostro Ospedale non ne permettono tuttavia la corretta attuazione nella pratica clinica quotidiana. Il nostro studio nasce dalla necessità di fornire un’analisi della situazione dell’ultimo decennio, focalizzandosi su aspetti positivi e criticità dell’operato, esaminando l’insorgenza di complicanze e la loro relazione a variabili potenzialmente modificabili così da poter fornire un punto di partenza per la realizzazione di una migliore organizzazione presso il Trauma Center dell’Ospedale di Niguarda per la gestione delle fratture esposte degli arti inferiori Gustilo-Anderson IIIB/IIIC. Materiali e Metodi Attraverso uno studio osservazionale descrittivo, basato su dati retrospettivi, abbiamo raccolto ed analizzato la documentazione reperibile attraverso la SDO dei 53 pazienti risultati come eleggibili per lo studio. Le variabili analizzate sono state: relative al paziente (demografiche e di gravità del trauma), relative all’approccio terapeutico (tempi di debridment, scelta dell’approccio ricostruttivo, numero di interventi chirurgici, giorni da evento a dimissione, insorgenza di osteomielite e amputazione secondaria). Su queste variabili sono state condotte analisi statistiche attraverso diversi test (Shapiro-Wilk, Mann-Whitney, chi-quadrato, regressione logistica multivariata). Risultati I risultati del tempo di debridment indicano un valore mediano di 221 minuti (3 ore e 41 minuti) e risulta un suo aumento nel gruppo con Injury Severity Score (ISS) ≥ 15 (p = 0.01). La ricostruzione è stata effettuata nel 50,94% dei casi (27 pazienti) con avvicinamento dei tessuti residui e solo nel 20,75% dei casi (11 pazienti) con lembo. La variazione nel numero di interventi ricostruttivi successivi nella popolazione ricostruita con lembo versus la popolazione ricostruita con altra strategia risulta significativa (p = 0.021) indicando un aumento del numero di interventi nei pazienti del secondo gruppo. I due gruppi mostrano anche una differenza in termini di durata dell’ospedalizzazione, 19 giorni maggiore nei pazienti non ricostruiti con lembo. L’osteomielite si è verificata come complicanza in 19 pazienti su 53, senza una correlazione significativa con il tipo di approccio ricostruttivo. La sua incidenza risulta invece associata in maniera importante all’aumentare del numero di interventi ricostruttivi successivi > 1 (OR 6.6, p = 0.009).. L’amputazione secondaria risulta maggiore nei pazienti non ricostruiti con lembo (27.03% vs 0%, p = 0.053) ed in particolare un rischio maggiore lo hanno i pazienti con età ≥ 65 anni (OR 22.3, p = 0.001) e quelli con un maggior numero di interventi successivi (OR 6.1, p = 0.085). Conclusioni Possiamo affermare come l’operato nel periodo oggetto di studio presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda presenti importanti margini di miglioramento, specialmente in termini di Chirurgia Plastica, dove molte risultano le criticità evidenziate, prima tra tutte la scelta, spesso non ideale, dell’approccio ricostruttivo, responsabile di conseguenze quali l’aumento del numero di interventi, del tempo di degenza e dell’avvento di complicanze. Ciò avvalora la tesi secondo cui la ricostruzione con lembi rappresenta l’approccio ideale nelle fratture esposte degli arti inferiori Gustilo-Anderson IIIB/IIIC. Auspichiamo, pertanto, alla realizzazione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per la gestione di tale patologia.
2022
Plastic Surgery in the post-traumatic reconstruction of inferior limbs with Gustilo Anderson IIIB/IIIC exposed fractures: retrospective observational study.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/15708