Il presente contributo si pone l’obiettivo di analizzare la prima produzione discografica di Gino Paoli concentrandosi esclusivamente sugli esordi della sua carriera artistica; i contenuti trattati riguardano in particolare il suo primo album omonimo Gino Paoli (1961). Finalità di questa tesi è quella di ricostruire il percorso artistico intrapreso da Paoli dalle origini fino al 1961, per far emergere il suo pensiero cantautorale e identificare quindi un primo stile paoliano, passando anche attraverso alcuni incontri cruciali, che contribuiscono all’affermazione artistica del cantautore; a tal proposito, la presente ricerca vuole soffermarsi sulla personalità di Nanni Ricordi indagando il suo ruolo di produttore discografico, la collaborazione con Paoli e la loro amicizia fraterna, ingredienti indispensabili che hanno concorso in modo determinante alla produzione del cantautore. La struttura della tesi è articolata essenzialmente in due sezioni: (1) la prima è dedicata al profilo biografico del cantautore, dalla nascita all’anno 1961; (2) la seconda si concentra sulla formazione del suo stile grazie alle influenze prima americane e poi francesi, quest’ultime più affini al suo sentire, passando inoltre attraverso la contestualizzazione storica fondamentale al fine di comprendere ed analizzare la figura poliedrica e innovatrice di Paoli, che con gli anni divenne immagine esemplare di quella generazione anticonformista che resisteva al boom economico e ai suoi modelli di consumo. La sezione in questione prosegue poi con il paragrafo dedicato alla scuola di Genova, un fenomeno ampio e caratterizzato, basato sulla cooperazione spontanea tra i nascenti «cantautori», una nuova categoria che non solo è qualitativamente più elevata, ma che sintetizza altresì il doppio ruolo di questi artisti spesso autori e al contempo interpreti dei loro brani. La prima parte termina con un paragrafo dedicato a Nanni Ricordi, scopritore e promotore di molti talenti nonché ‘padre’ dei cantautori e dello stesso Paoli. La seconda sezione propone una panoramica dell’intero album Gino Paoli (LP MRP 9023, ottobre 1961), e prosegue con l’analisi poetico-musicale di quattro canzoni, di cui tre annoverate tra le più rappresentative del primo repertorio paoliano, in quanto divenute veri e propri classici nel panorama italiano: Senza fine, La gatta, e Il cielo in una stanza. Maschere – la quarta canzone analizzata – risulta invece meno conosciuta, ma altrettanto significativa nell’ambito di una tematica comune, ossia il dialogo intimo e intimistico con una persona in particolare, che risulta essere sempre una donna, attorno a un sentimento d’amore risolto e presente, inedito nel panorama musicale italiano contrassegnato da sentimenti lacerati e amori finiti o non corrisposti. In tutte e quattro le canzoni, l’io cantautorale si rivolge alla donna amata e lo fa sempre utilizzando la seconda persona singolare, riportando il testo ad un discorso diretto e permettendo così all’ascoltatore un alto livello di immedesimazione. La scelta di affrontare tale argomento deriva in primo luogo dal fatto che gli aspetti trattati in questa sede non sono ancora stati dettagliatamente approfonditi nell’ambito degli studi musicologici, a causa di un disinteresse accademico nei confronti del cantautore; attualmente, infatti, è pressoché assoluta la mancanza di una letteratura scientifica e di lavori analitici riguardanti il repertorio paoliano. In secondo luogo, l’interesse che nutro fin da bambina per Gino Paoli, per le sue innumerevoli vite e per la capacità assai rara di raccontare l’amore con la grazia di un aedo, è stato altrettanto determinante nella scelta dell’argomento da trattare nel presente lavoro.
GINO PAOLI (1961): uno studio storico – biografico e analitico – interpretativo
CATTADORI, GAIA AURORA
2021/2022
Abstract
Il presente contributo si pone l’obiettivo di analizzare la prima produzione discografica di Gino Paoli concentrandosi esclusivamente sugli esordi della sua carriera artistica; i contenuti trattati riguardano in particolare il suo primo album omonimo Gino Paoli (1961). Finalità di questa tesi è quella di ricostruire il percorso artistico intrapreso da Paoli dalle origini fino al 1961, per far emergere il suo pensiero cantautorale e identificare quindi un primo stile paoliano, passando anche attraverso alcuni incontri cruciali, che contribuiscono all’affermazione artistica del cantautore; a tal proposito, la presente ricerca vuole soffermarsi sulla personalità di Nanni Ricordi indagando il suo ruolo di produttore discografico, la collaborazione con Paoli e la loro amicizia fraterna, ingredienti indispensabili che hanno concorso in modo determinante alla produzione del cantautore. La struttura della tesi è articolata essenzialmente in due sezioni: (1) la prima è dedicata al profilo biografico del cantautore, dalla nascita all’anno 1961; (2) la seconda si concentra sulla formazione del suo stile grazie alle influenze prima americane e poi francesi, quest’ultime più affini al suo sentire, passando inoltre attraverso la contestualizzazione storica fondamentale al fine di comprendere ed analizzare la figura poliedrica e innovatrice di Paoli, che con gli anni divenne immagine esemplare di quella generazione anticonformista che resisteva al boom economico e ai suoi modelli di consumo. La sezione in questione prosegue poi con il paragrafo dedicato alla scuola di Genova, un fenomeno ampio e caratterizzato, basato sulla cooperazione spontanea tra i nascenti «cantautori», una nuova categoria che non solo è qualitativamente più elevata, ma che sintetizza altresì il doppio ruolo di questi artisti spesso autori e al contempo interpreti dei loro brani. La prima parte termina con un paragrafo dedicato a Nanni Ricordi, scopritore e promotore di molti talenti nonché ‘padre’ dei cantautori e dello stesso Paoli. La seconda sezione propone una panoramica dell’intero album Gino Paoli (LP MRP 9023, ottobre 1961), e prosegue con l’analisi poetico-musicale di quattro canzoni, di cui tre annoverate tra le più rappresentative del primo repertorio paoliano, in quanto divenute veri e propri classici nel panorama italiano: Senza fine, La gatta, e Il cielo in una stanza. Maschere – la quarta canzone analizzata – risulta invece meno conosciuta, ma altrettanto significativa nell’ambito di una tematica comune, ossia il dialogo intimo e intimistico con una persona in particolare, che risulta essere sempre una donna, attorno a un sentimento d’amore risolto e presente, inedito nel panorama musicale italiano contrassegnato da sentimenti lacerati e amori finiti o non corrisposti. In tutte e quattro le canzoni, l’io cantautorale si rivolge alla donna amata e lo fa sempre utilizzando la seconda persona singolare, riportando il testo ad un discorso diretto e permettendo così all’ascoltatore un alto livello di immedesimazione. La scelta di affrontare tale argomento deriva in primo luogo dal fatto che gli aspetti trattati in questa sede non sono ancora stati dettagliatamente approfonditi nell’ambito degli studi musicologici, a causa di un disinteresse accademico nei confronti del cantautore; attualmente, infatti, è pressoché assoluta la mancanza di una letteratura scientifica e di lavori analitici riguardanti il repertorio paoliano. In secondo luogo, l’interesse che nutro fin da bambina per Gino Paoli, per le sue innumerevoli vite e per la capacità assai rara di raccontare l’amore con la grazia di un aedo, è stato altrettanto determinante nella scelta dell’argomento da trattare nel presente lavoro.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/16039