La resistenza agli antibiotici è diventata un serio problema per la salute pubblica a livello mondiale, dopo la scoperta degli antibiotici. Attualmente, rappresenta una minaccia continua e il numero di infezioni complicate da batteri resistenti agli antibiotici potrebbe aumentare in modo significativo, con il potenziale di causare la morte di 10 milioni di persone all'anno entro il 2050. Contrastare efficacemente la resistenza agli antibiotici richiede un approccio integrato a livello globale, nazionale e regionale, che includa consapevolezza, uso razionale degli antibiotici, sorveglianza, regolamentazione, collaborazione internazionale, ricerca e sviluppo. Nel contesto ospedaliero, tra il 5% e il 10% dei pazienti ricoverati sviluppa infezioni nosocomiali, e la maggior parte di queste infezioni è causata da microrganismi resistenti a molti farmaci (MDR), rendendo difficile o addirittura impossibile la terapia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea l’importanza di implementare programmi di prevenzione e controllo delle infezioni negli ambienti sanitari e di investire nella ricerca e nello sviluppo per affrontare futuri agenti patogeni. Lo sviluppo di nuove molecole antibiotiche per combattere le infezioni causate da batteri multiresistenti è fondamentale, ma ci sono ostacoli che limitano gli investimenti in questo settore. Le industrie farmaceutiche svolgono un ruolo chiave nello sviluppo di nuovi antibiotici, ma i fallimenti di mercato hanno ridotto la commercializzazione di nuovi farmaci. È quindi necessario adottare programmi di incentivazione per sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci in grado di superare i meccanismi di resistenza batterica. Tra gli enzimi batterici più coinvolti nel fenomeno della resistenza si annoverano le beta-lattamasi. A tal proposito, fin dai primi anni dell’introduzione degli antibiotici a base di penicillina, sono stati identificati e immessi sul mercato i primi inibitori delle beta-lattamasi, molecole spesso somministrate con gli antibiotici beta-lattamici e che formano interazioni con gli enzimi per inattivarli. La capacità di questi inibitori di inattivare gli enzimi batterici è stata eccezionale, fino alla scoperta delle ESβL (una tipologia di beta-lattamasi ancora più allarmante). Per affrontare le nuove sfide sono stati sviluppati nuovi principi attivi non beta-lattamici, come gli inibitori diazabicicloottani. Questi includono l’Avibactam, combinato con l’antibiotico ceftazidima e il Relebactam utilizzato in combinazione con imipenem e cilastatina. Tra gli altri principi attivi introdotti vi sono la Plazomicina, un antimicrobico aminoglicosidico di nuova generazione e l’Eravaciclina, primo antibiotico della nuova famiglia delle fluorocicline. Tuttavia, sono stati riscontrati casi di resistenza anche a questi nuovi principi attivi, dovuti a mutazioni nelle beta-lattamasi. Una nuova e incoraggiante opportunità farmaceutica è rappresentata dal Cefiderocol, si tratta di un nuovo antibiotico della classe delle cefalosporine siderofore efficace contro tutti i ceppi aerobi Gram-negativi portatori di beta-lattamasi di critica importanza. Il Cefiderocol è considerato un’opzione terapeutica importante per le infezioni ospedaliere complesse e per i ceppi batterici multi-farmaco resistenti ed è dotato di un’attività biocida in vitro maggiore a qualsiasi altro principio attivo attualmente disponibile.
L’antibiotico-resistenza correlata alle infezioni nosocomiali: focus ed esempi sulle nuove molecole antibiotiche introdotte per contrastarla
FLORIDIA, ALICE
2022/2023
Abstract
La resistenza agli antibiotici è diventata un serio problema per la salute pubblica a livello mondiale, dopo la scoperta degli antibiotici. Attualmente, rappresenta una minaccia continua e il numero di infezioni complicate da batteri resistenti agli antibiotici potrebbe aumentare in modo significativo, con il potenziale di causare la morte di 10 milioni di persone all'anno entro il 2050. Contrastare efficacemente la resistenza agli antibiotici richiede un approccio integrato a livello globale, nazionale e regionale, che includa consapevolezza, uso razionale degli antibiotici, sorveglianza, regolamentazione, collaborazione internazionale, ricerca e sviluppo. Nel contesto ospedaliero, tra il 5% e il 10% dei pazienti ricoverati sviluppa infezioni nosocomiali, e la maggior parte di queste infezioni è causata da microrganismi resistenti a molti farmaci (MDR), rendendo difficile o addirittura impossibile la terapia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea l’importanza di implementare programmi di prevenzione e controllo delle infezioni negli ambienti sanitari e di investire nella ricerca e nello sviluppo per affrontare futuri agenti patogeni. Lo sviluppo di nuove molecole antibiotiche per combattere le infezioni causate da batteri multiresistenti è fondamentale, ma ci sono ostacoli che limitano gli investimenti in questo settore. Le industrie farmaceutiche svolgono un ruolo chiave nello sviluppo di nuovi antibiotici, ma i fallimenti di mercato hanno ridotto la commercializzazione di nuovi farmaci. È quindi necessario adottare programmi di incentivazione per sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci in grado di superare i meccanismi di resistenza batterica. Tra gli enzimi batterici più coinvolti nel fenomeno della resistenza si annoverano le beta-lattamasi. A tal proposito, fin dai primi anni dell’introduzione degli antibiotici a base di penicillina, sono stati identificati e immessi sul mercato i primi inibitori delle beta-lattamasi, molecole spesso somministrate con gli antibiotici beta-lattamici e che formano interazioni con gli enzimi per inattivarli. La capacità di questi inibitori di inattivare gli enzimi batterici è stata eccezionale, fino alla scoperta delle ESβL (una tipologia di beta-lattamasi ancora più allarmante). Per affrontare le nuove sfide sono stati sviluppati nuovi principi attivi non beta-lattamici, come gli inibitori diazabicicloottani. Questi includono l’Avibactam, combinato con l’antibiotico ceftazidima e il Relebactam utilizzato in combinazione con imipenem e cilastatina. Tra gli altri principi attivi introdotti vi sono la Plazomicina, un antimicrobico aminoglicosidico di nuova generazione e l’Eravaciclina, primo antibiotico della nuova famiglia delle fluorocicline. Tuttavia, sono stati riscontrati casi di resistenza anche a questi nuovi principi attivi, dovuti a mutazioni nelle beta-lattamasi. Una nuova e incoraggiante opportunità farmaceutica è rappresentata dal Cefiderocol, si tratta di un nuovo antibiotico della classe delle cefalosporine siderofore efficace contro tutti i ceppi aerobi Gram-negativi portatori di beta-lattamasi di critica importanza. Il Cefiderocol è considerato un’opzione terapeutica importante per le infezioni ospedaliere complesse e per i ceppi batterici multi-farmaco resistenti ed è dotato di un’attività biocida in vitro maggiore a qualsiasi altro principio attivo attualmente disponibile.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/16081