Nel presente lavoro di tesi si analizza l’importanza della terapia acquatica e dell’intervento psicomotorio nel bambino affetto dal disturbo dello spettro autistico, integrandolo in un setting che favorisca a lui stesso un incremento ottimale della sfera bio – psico – sociale. L’analisi iniziale ha riguardato il mondo della disabilità, concentrando l’attenzione prima sui disturbi del neurosviluppo e successivamente, ponendo particolare attenzione, sul disturbo dello spettro autistico. In seguito, si pone il focus sulla relazione tra la terapia acquatica e quella terrestre, offrendo un’ipotesi di lavoro acqua – terra che stimola le funzioni e le competenze salienti per un adeguato sviluppo multidimensionale del bambino. L’esplorazione, la manipolazione, il mantenimento dello sguardo, l’integrazione sensoriale, la relazione e il gioco rappresentano la chiave mediatrice per permettere al bambino di scoprire sé stesso ed entrare in relazione con il mondo esterno. È stato quindi dimostrato come un approccio combinato sia importante al fine di stimolare, supportare e sviluppare armoniosamente le funzioni psicomotorie di base. L’obiettivo del lavoro è quindi sottolineare come un trattamento mirato possa facilitare lo sviluppo delle competenze sociali, motorie e affettivo – relazionali al fine di favorire uno sviluppo armonico del piccolo. Per consentire lo scopo dell’elaborato, si è fatto uso di un’ampia bibliografia che ha favorito la reperibilità delle fonti e l’analisi delle stesse, permettendo di evidenziare analogie e punti di contatto tra i temi cardini della tesi. Inoltre, sia la mia esperienza presso la Scuola Triennale di Formazione in Psicomotricità CISERPP sia l’opportunità che mi è stata concessa dal Centro “Piscinetta” a Busto Garolfo mi hanno permesso di osservare e rilevare informazioni, nozioni che sono state di supporto per i contenuti di questo lavoro.
LA TERAPIA ACQUATICA E PSICOMOTORIA COME APPROCCIO RIABILITATIVO NEL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO
MURRO, ANNA
2022/2023
Abstract
Nel presente lavoro di tesi si analizza l’importanza della terapia acquatica e dell’intervento psicomotorio nel bambino affetto dal disturbo dello spettro autistico, integrandolo in un setting che favorisca a lui stesso un incremento ottimale della sfera bio – psico – sociale. L’analisi iniziale ha riguardato il mondo della disabilità, concentrando l’attenzione prima sui disturbi del neurosviluppo e successivamente, ponendo particolare attenzione, sul disturbo dello spettro autistico. In seguito, si pone il focus sulla relazione tra la terapia acquatica e quella terrestre, offrendo un’ipotesi di lavoro acqua – terra che stimola le funzioni e le competenze salienti per un adeguato sviluppo multidimensionale del bambino. L’esplorazione, la manipolazione, il mantenimento dello sguardo, l’integrazione sensoriale, la relazione e il gioco rappresentano la chiave mediatrice per permettere al bambino di scoprire sé stesso ed entrare in relazione con il mondo esterno. È stato quindi dimostrato come un approccio combinato sia importante al fine di stimolare, supportare e sviluppare armoniosamente le funzioni psicomotorie di base. L’obiettivo del lavoro è quindi sottolineare come un trattamento mirato possa facilitare lo sviluppo delle competenze sociali, motorie e affettivo – relazionali al fine di favorire uno sviluppo armonico del piccolo. Per consentire lo scopo dell’elaborato, si è fatto uso di un’ampia bibliografia che ha favorito la reperibilità delle fonti e l’analisi delle stesse, permettendo di evidenziare analogie e punti di contatto tra i temi cardini della tesi. Inoltre, sia la mia esperienza presso la Scuola Triennale di Formazione in Psicomotricità CISERPP sia l’opportunità che mi è stata concessa dal Centro “Piscinetta” a Busto Garolfo mi hanno permesso di osservare e rilevare informazioni, nozioni che sono state di supporto per i contenuti di questo lavoro.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/16302