Lo stretching statico è un argomento molto discusso nella letteratura scientifica degli ultimi decenni. Sono numerose le revisioni sistematiche e gli studi sperimentali finalizzati a fare chiarezza sugli effetti che la pratica dello stretching statico produce sulle diverse attività sportive. Fino a qualche decennio fa, lo stretching statico era di comune utilizzo nei protocolli di riscaldamento ma, nei primi anni 2000, si è messo in luce un potenziale effetto dannoso di questa pratica rispetto a prestazioni di forza e potenza. È quindi stato fortemente raccomandato di non eseguire questa pratica prima di attività fisiche che richiedessero l’espressione di forza e potenza, preferendo un riscaldamento basato su attività più dinamiche. Negli anni successivi, tuttavia, altri studi hanno evidenziato l’esistenza di una relazione dose-risposta per la quale attività di stretching statico di breve durata e associate a routine complete di riscaldamento, non hanno portato alla compromissione sostanziale della prestazione, ma anzi hanno comportato effetti benefici quali il miglioramento della flessibilità, la riduzione del rischio di lesioni muscolo tendinee ed un recupero muscolare più efficace, in misura maggiore rispetto all’utilizzo di altre forme di allungamento. L'obiettivo del presente studio sperimentale è pertanto quello di confrontare gli effetti che sessioni di stretching statico, di durata differente, hanno sulle prestazioni di forza e potenza in atleti amatori. Si vuole pertanto studiare quanto questi interventi possano influenzare negativamente la prestazione, o se invece non portino a variazioni sostanziali, definendo quindi quali possano essere le conseguenze dell’eliminazione dello stretching statico dal protocollo di riscaldamento, piuttosto che la sua inclusione. A questo scopo sono stati reclutati 16 partecipanti, 4 donne e 12 uomini di età compresa tra i 18 e i 40 anni. I soggetti reclutati hanno eseguito tre differenti protocolli di riscaldamento e stretching seguiti da un ramping di carico nell’esecuzione del back squat. Un protocollo è stato eseguito in assenza di stretching statico, mentre gli altri due protocolli hanno previsto una fase di stretching statico, uno con esercizi di durata inferiore al minuto e l’altro con durata superiore. Le variazioni di performance di ciascun soggetto sono state studiate mediante la costruzione e l’analisi delle curve di potenza, oltre all’osservazione del carico massimale (1RM). È stato quindi valutato il carico interno mediante la somministrazione di un questionario al termine di entrambi i protocolli. I risultati confermano quanto atteso circa la riduzione della produzione di forza a seguito dell’esecuzione di stretching di lunga durata, in quanto quattro su sedici soggetti in esame hanno riscontrato un’incapacità funzionale di concludere il ramping previsto e raggiungere il carico massimale. Una differenza statisticamente significativa è stata rilevata nell’analisi statistica dei singoli valori di potenza sull’insieme delle prove svolte (p=0,041) e nei valori di potenza minima (p=0,041) espressi da ogni soggetto, mostrando che i valori di potenza sono complessivamente più bassi a seguito dell’esecuzione del protocollo con stretching statico di lunga durata. Analizzando i valori di potenza massima non vi è stato invece alcun riscontro statisticamente significativo (p=0,134). Seppur statisticamente non rilevanti (p=0,056) le risposte ai questionari confermano tuttavia il miglioramento nella percezione della mobilità e della flessibilità articolare che lo stretching statico ha apportato all’esecuzione della tecnica richiesta.

Effetti dello stretching statico sulle prestazioni di forza e potenza nell'esecuzione del back squat in atleti amatori

MAZZAROTTO, SARA
2022/2023

Abstract

Lo stretching statico è un argomento molto discusso nella letteratura scientifica degli ultimi decenni. Sono numerose le revisioni sistematiche e gli studi sperimentali finalizzati a fare chiarezza sugli effetti che la pratica dello stretching statico produce sulle diverse attività sportive. Fino a qualche decennio fa, lo stretching statico era di comune utilizzo nei protocolli di riscaldamento ma, nei primi anni 2000, si è messo in luce un potenziale effetto dannoso di questa pratica rispetto a prestazioni di forza e potenza. È quindi stato fortemente raccomandato di non eseguire questa pratica prima di attività fisiche che richiedessero l’espressione di forza e potenza, preferendo un riscaldamento basato su attività più dinamiche. Negli anni successivi, tuttavia, altri studi hanno evidenziato l’esistenza di una relazione dose-risposta per la quale attività di stretching statico di breve durata e associate a routine complete di riscaldamento, non hanno portato alla compromissione sostanziale della prestazione, ma anzi hanno comportato effetti benefici quali il miglioramento della flessibilità, la riduzione del rischio di lesioni muscolo tendinee ed un recupero muscolare più efficace, in misura maggiore rispetto all’utilizzo di altre forme di allungamento. L'obiettivo del presente studio sperimentale è pertanto quello di confrontare gli effetti che sessioni di stretching statico, di durata differente, hanno sulle prestazioni di forza e potenza in atleti amatori. Si vuole pertanto studiare quanto questi interventi possano influenzare negativamente la prestazione, o se invece non portino a variazioni sostanziali, definendo quindi quali possano essere le conseguenze dell’eliminazione dello stretching statico dal protocollo di riscaldamento, piuttosto che la sua inclusione. A questo scopo sono stati reclutati 16 partecipanti, 4 donne e 12 uomini di età compresa tra i 18 e i 40 anni. I soggetti reclutati hanno eseguito tre differenti protocolli di riscaldamento e stretching seguiti da un ramping di carico nell’esecuzione del back squat. Un protocollo è stato eseguito in assenza di stretching statico, mentre gli altri due protocolli hanno previsto una fase di stretching statico, uno con esercizi di durata inferiore al minuto e l’altro con durata superiore. Le variazioni di performance di ciascun soggetto sono state studiate mediante la costruzione e l’analisi delle curve di potenza, oltre all’osservazione del carico massimale (1RM). È stato quindi valutato il carico interno mediante la somministrazione di un questionario al termine di entrambi i protocolli. I risultati confermano quanto atteso circa la riduzione della produzione di forza a seguito dell’esecuzione di stretching di lunga durata, in quanto quattro su sedici soggetti in esame hanno riscontrato un’incapacità funzionale di concludere il ramping previsto e raggiungere il carico massimale. Una differenza statisticamente significativa è stata rilevata nell’analisi statistica dei singoli valori di potenza sull’insieme delle prove svolte (p=0,041) e nei valori di potenza minima (p=0,041) espressi da ogni soggetto, mostrando che i valori di potenza sono complessivamente più bassi a seguito dell’esecuzione del protocollo con stretching statico di lunga durata. Analizzando i valori di potenza massima non vi è stato invece alcun riscontro statisticamente significativo (p=0,134). Seppur statisticamente non rilevanti (p=0,056) le risposte ai questionari confermano tuttavia il miglioramento nella percezione della mobilità e della flessibilità articolare che lo stretching statico ha apportato all’esecuzione della tecnica richiesta.
2022
Effects of static stretching on strength and power performance in the execution of the back squat in amateur athletes
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/16709