I recenti sviluppi in campo fotogrammetrico trovano ampia applicazione nei vari campi della geologia e dell’ingegneria, e aprono nuove prospettive. Con il presente lavoro viene presentata un’applicazione in campo geomeccanico relativa alla caratterizzazione di una porzione di versante instabile incombente su un’importante arteria stradale, la SP28 o “Panoramica” nel comune di Enna (EN), in Sicilia. In particolare, è stata realizzata la classificazione, l’analisi cinematica e la modellazione dell’ammasso roccioso situato lungo il versante settentrionale del massiccio calcarenitico di Rocca di Cerere (su cui si imposta la Città di Enna), attraverso un rilievo geomeccanico e un rilievo aerofotogrammetrico. La ricerca ha come finalità da un lato il supporto al progetto di messa in sicurezza della viabilità, dall’altro la validazione di un metodo potenzialmente replicabile a grande scala. A tal fine è stato utilizzato un Sistema Aereo a Pilotaggio Remoto (SAPR), chiamato comunemente “drone”, per ottenere un modello digitale dell’affioramento, denominato Digital Outcrop Model (DOM), attraverso cui è stato possibile analizzare le discontinuità dell’ammasso roccioso. Le discontinuità sono state mappate e misurate manualmente sul DOM utilizzando il software Cloud Compare. La mappatura manuale ha permesso di ottenere le giaciture delle discontinuità dell’ammasso poste in zone inaccessibili da terra e quindi non rilevabili direttamente. I dati ottenuti riguardanle giaciture acquisite su DOM sono poi stati confrontati con i dati di terreno raccolti durante il rilievo geomeccanico e validati. Successivamente, i due dataset sono stati utilizzati per effettuare l’analisi di stabilità del versante tramite l’utilizzo di tecniche tradizionali come il Test di Markland. Analizzando i Test di Markland ottenuti è stato possibile confermare il tipo di cinematismo che, precedentemente in campagna dopo un’analisi visuale dell’affioramento, era stato presunto come più probabile, ovvero lo scivolamento a cuneo. Validato il cinematismo si è poi definito e delimitato il cuneo di roccia instabile; con l’ausilio del software Swedge di Rocscience è stato definito un modello che ha inoltre permesso la restituzione di dati quali il volume, la direzione di scivolamento e il peso del cuneo instabile. Unendo i dati ottenuti dal rilievo geomeccanico e dal rilievo aerofotogrammetrico è stato possibile caratterizzare e classificare l’ammasso roccioso applicando, ad esempio, il Sistema Q di Barton. In conclusione, si può affermare che la fotogrammetria digitale basata su sistemi aerei a pilotaggio remoto e lo sviluppo di Digital Outcrop Models (DOMs) risulta utile ed efficace per la mappatura delle discontinuità e per le verifiche di stabilità di un versante roccioso. L’impiego di questa tecnica evidenzia numerosi vantaggi al rilievo di zone impervie e di non facile accesso, garantendo comunque una buona qualità del dato, tempi contenuti per l’acquisizione delle giaciture su ammassi rocciosi (anche di importanti dimensioni) ed evitando l’esposizione al rischio a chi esegue il rilievo.
Analisi delle condizioni di stabilità dei versanti presenti lungo la strada provinciale SP 28 "Panoramica" di Enna mediante indagini fotogrammetriche e geomeccaniche
BRAZZOROTTO, NICOLÒ
2022/2023
Abstract
I recenti sviluppi in campo fotogrammetrico trovano ampia applicazione nei vari campi della geologia e dell’ingegneria, e aprono nuove prospettive. Con il presente lavoro viene presentata un’applicazione in campo geomeccanico relativa alla caratterizzazione di una porzione di versante instabile incombente su un’importante arteria stradale, la SP28 o “Panoramica” nel comune di Enna (EN), in Sicilia. In particolare, è stata realizzata la classificazione, l’analisi cinematica e la modellazione dell’ammasso roccioso situato lungo il versante settentrionale del massiccio calcarenitico di Rocca di Cerere (su cui si imposta la Città di Enna), attraverso un rilievo geomeccanico e un rilievo aerofotogrammetrico. La ricerca ha come finalità da un lato il supporto al progetto di messa in sicurezza della viabilità, dall’altro la validazione di un metodo potenzialmente replicabile a grande scala. A tal fine è stato utilizzato un Sistema Aereo a Pilotaggio Remoto (SAPR), chiamato comunemente “drone”, per ottenere un modello digitale dell’affioramento, denominato Digital Outcrop Model (DOM), attraverso cui è stato possibile analizzare le discontinuità dell’ammasso roccioso. Le discontinuità sono state mappate e misurate manualmente sul DOM utilizzando il software Cloud Compare. La mappatura manuale ha permesso di ottenere le giaciture delle discontinuità dell’ammasso poste in zone inaccessibili da terra e quindi non rilevabili direttamente. I dati ottenuti riguardanle giaciture acquisite su DOM sono poi stati confrontati con i dati di terreno raccolti durante il rilievo geomeccanico e validati. Successivamente, i due dataset sono stati utilizzati per effettuare l’analisi di stabilità del versante tramite l’utilizzo di tecniche tradizionali come il Test di Markland. Analizzando i Test di Markland ottenuti è stato possibile confermare il tipo di cinematismo che, precedentemente in campagna dopo un’analisi visuale dell’affioramento, era stato presunto come più probabile, ovvero lo scivolamento a cuneo. Validato il cinematismo si è poi definito e delimitato il cuneo di roccia instabile; con l’ausilio del software Swedge di Rocscience è stato definito un modello che ha inoltre permesso la restituzione di dati quali il volume, la direzione di scivolamento e il peso del cuneo instabile. Unendo i dati ottenuti dal rilievo geomeccanico e dal rilievo aerofotogrammetrico è stato possibile caratterizzare e classificare l’ammasso roccioso applicando, ad esempio, il Sistema Q di Barton. In conclusione, si può affermare che la fotogrammetria digitale basata su sistemi aerei a pilotaggio remoto e lo sviluppo di Digital Outcrop Models (DOMs) risulta utile ed efficace per la mappatura delle discontinuità e per le verifiche di stabilità di un versante roccioso. L’impiego di questa tecnica evidenzia numerosi vantaggi al rilievo di zone impervie e di non facile accesso, garantendo comunque una buona qualità del dato, tempi contenuti per l’acquisizione delle giaciture su ammassi rocciosi (anche di importanti dimensioni) ed evitando l’esposizione al rischio a chi esegue il rilievo.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/16779