Le strategie antipredatorie rivestono un’importanza fondamentale per le prede e nel regno animale sono molti i meccanismi difensivi evoluti per evitare la predazione o aumentare le possibilità di sopravvivenza agli attacchi dei predatori. Tali meccanismi possono essere costituiti da difese di tipo comportamentale, morfologico o fisico, chimico oppure legate allo sviluppo embrionale o post-embrionale. Le strategie antipredatorie possono essere influenzate da diversi fattori, come lo stato fisiologico della potenziale preda o le esperienze vissute dell’organismo durante lo sviluppo e la vita adulta e in questo ambito gioca un ruolo fondamentale la capacità di apprendimento. La capacità di apprendere varia in base alla specie ed è influenzata in particolare dalla complessità del sistema nervoso e dai vincoli biologici dell’organismo, variando, nell’ambito della stessa specie, da individuo a individuo. La capacità di apprendimento nei confronti dei predatori ai fini della messa in atto di adeguate strategie difensive è di fondamentale importanza per la fitness delle prede. In particolare, risulta particolarmente importante la capacità di apprendere le caratteristiche dei predatori alloctoni, che rappresentano una delle più gravi minacce per gli organismi dei diversi ecosistemi e quindi per gli ecosistemi nel loro complesso. Tra le specie che in Europa risentono maggiormente della modifica degli habitat e dell’introduzione di specie alloctone e predatrici ci sono molte specie di anfibi, tra cui alcune appartenenti al genere Rana: R. temporaria, R. dalmatina e R. latastei. La capacità di riconoscere come predatrici specie dapprima sconosciute, per esempio attraverso un processo di apprendimento associativo, e quindi di mettere in atto risposte difensive adeguate, riveste una notevole importanza per la capacità delle specie di resistere all’invasione di specie alloctone pedatrici. Lo studio dell’apprendimento associativo è ancora attuale e merita ulteriori approfondimenti, anche ai fini conservazionistici di specie minacciate dall’introduzione di specie aliene. In questa tesi ho quindi condotto tre esperimenti diversi al fine di valutare la risposta antipredatoria di girini di R. temporaria, R. dalmatina e R. latastei nei confronti di due specie alloctone e l’influenza dell’apprendimento associativo e dello stato fisiologico sui meccanismi difensivi di girini di R. temporaria. Il primo esperimento è stato effettuato con lo scopo di testare le reazioni di alcuni girini appartenenti alle tre specie di anuro ai segnali chimici dei predatori alloctoni Procambarus clarkii (gambero della Louisiana) e Trachemys scripta (testuggine palustre americana). Il secondo esperimento è stato condotto su girini di R. temporaria con lo scopo di indagare l’influenza della dimensione dei gruppi di individui sull’apprendimento associativo nell’ambito di un protocollo di condizionamento classico. Il terzo esperimento è stato condotto su girini di R. temporaria al fine di valutare l’influenza del digiuno e delle dimensioni del gruppo sulle risposte antipredatorie dei singoli individui dopo somministrazione di un segnale chimico di un predatore.
Strategie antipredatorie nelle larve di anuro: apprendimento associativo, predatori alloctoni e stato fisiologico della preda.
MARTINELLI, MATTIA
2022/2023
Abstract
Le strategie antipredatorie rivestono un’importanza fondamentale per le prede e nel regno animale sono molti i meccanismi difensivi evoluti per evitare la predazione o aumentare le possibilità di sopravvivenza agli attacchi dei predatori. Tali meccanismi possono essere costituiti da difese di tipo comportamentale, morfologico o fisico, chimico oppure legate allo sviluppo embrionale o post-embrionale. Le strategie antipredatorie possono essere influenzate da diversi fattori, come lo stato fisiologico della potenziale preda o le esperienze vissute dell’organismo durante lo sviluppo e la vita adulta e in questo ambito gioca un ruolo fondamentale la capacità di apprendimento. La capacità di apprendere varia in base alla specie ed è influenzata in particolare dalla complessità del sistema nervoso e dai vincoli biologici dell’organismo, variando, nell’ambito della stessa specie, da individuo a individuo. La capacità di apprendimento nei confronti dei predatori ai fini della messa in atto di adeguate strategie difensive è di fondamentale importanza per la fitness delle prede. In particolare, risulta particolarmente importante la capacità di apprendere le caratteristiche dei predatori alloctoni, che rappresentano una delle più gravi minacce per gli organismi dei diversi ecosistemi e quindi per gli ecosistemi nel loro complesso. Tra le specie che in Europa risentono maggiormente della modifica degli habitat e dell’introduzione di specie alloctone e predatrici ci sono molte specie di anfibi, tra cui alcune appartenenti al genere Rana: R. temporaria, R. dalmatina e R. latastei. La capacità di riconoscere come predatrici specie dapprima sconosciute, per esempio attraverso un processo di apprendimento associativo, e quindi di mettere in atto risposte difensive adeguate, riveste una notevole importanza per la capacità delle specie di resistere all’invasione di specie alloctone pedatrici. Lo studio dell’apprendimento associativo è ancora attuale e merita ulteriori approfondimenti, anche ai fini conservazionistici di specie minacciate dall’introduzione di specie aliene. In questa tesi ho quindi condotto tre esperimenti diversi al fine di valutare la risposta antipredatoria di girini di R. temporaria, R. dalmatina e R. latastei nei confronti di due specie alloctone e l’influenza dell’apprendimento associativo e dello stato fisiologico sui meccanismi difensivi di girini di R. temporaria. Il primo esperimento è stato effettuato con lo scopo di testare le reazioni di alcuni girini appartenenti alle tre specie di anuro ai segnali chimici dei predatori alloctoni Procambarus clarkii (gambero della Louisiana) e Trachemys scripta (testuggine palustre americana). Il secondo esperimento è stato condotto su girini di R. temporaria con lo scopo di indagare l’influenza della dimensione dei gruppi di individui sull’apprendimento associativo nell’ambito di un protocollo di condizionamento classico. Il terzo esperimento è stato condotto su girini di R. temporaria al fine di valutare l’influenza del digiuno e delle dimensioni del gruppo sulle risposte antipredatorie dei singoli individui dopo somministrazione di un segnale chimico di un predatore.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/16803