Introduzione. Lo stile di vita sedentario è sempre più diffuso nella popolazione globale. Questo stile di vita si ritrova molto spesso nei dipendenti d’ufficio che passano molte ore seduti davanti a una scrivania, o a casa in smart working. I dipendenti d’ufficio soffrono di burnout da stress correlato al lavoro, specialmente i dipendenti sanitari e socio-sanitari che si trovano a lavorare tante ore nello stesso posto, senza cambiare mai posizione e facendo poco movimento. Lo scopo di questo studio preliminare è di indagare e valutare se un periodo di 12 settimane in cui vengono fatte “Pause Attive” (Active Break) durante la giornata lavorativa, combinati con allenamenti in sede possono avere degli esiti positivi a livello psicologico e sullo stress lavorativo negli operatori sanitari e socio-sanitari. Metodi. Il protocollo dello studio della durata di 12 settimane in totale comprendeva lo svolgimento di due attività, tre sedute settimanali di pause attive della durata di 10’ ciascuna effettuate online e due sedute settimanali di allenamento in presenza della durata di 40’. Tutte le attività erano supervisionate da due chinesiologi esperti. I dipendenti dell’azienda sanitaria ATS di Pavia sono stati presi come campione dello studio e sono stati testati prima e dopo il protocollo di pause attive e allenamenti. Lo strumento utilizzato è stato il questionario “The Brief Job Stress Questionnaire” (BSJQ) per valutare lo stress lavoro correlato. Risultati. Lo studio è stato completato da 5 donne (età media 53 anni) occupate presso l’ATS di Pavia come sanitari e socio-sanitari. Risultati significativi si possono apprezzare nell’area “Risposte allo stress lavorativo” (pv <0,05), nelle altre aree si evidenzia una diminuzione dei valori, ma non ci sono stati cambiamenti significativi rispetto ai questionari riportati prima e dopo il periodo di pause attive e allenamenti in sede. Conclusione. Nonostante il campione di studio fosse relativamente piccolo, si sono notati dei miglioramenti significativi (p <0,05) su alcune sottoscale delle macro aree degli argomenti presenti nel BJSQ. I risultati parlano di un significativo miglioramento nella macro area “Risposte allo stress lavorativo” in cui tutte le sotto scale riportano miglioramenti significativi (p <0,05). Questi risultati suggeriscono di aumentare il campione di studio, di allungare il periodo di somministrazione di pause attive e allenamenti in sede, così da avere un’ampia gamma di risultati e vedere il loro cambiamento nel tempo. Si suggerisce anche di aggiungere dei test motori e analisi ematochimici per allargare i risultati e indagare su altri aspetti legati al benessere psicofisico sul posto di lavoro. Nonostante il campione dello studio ridotto, i partecipanti hanno risposto positivamente all’iniziativa e sono rimaste positivamente colpite dalle pause attive e dagli allenamenti tanto da chiedere di continuare a farli anche negli anni a venire. Da queste affermazioni bisogna continuare ad incentivare l’uso di pause attive e allenamenti in sede per promuovere uno stile di vita più sano e corretto così da avere una popolazione sana, in forma e psicologicamente stabile.
Stand Up! Effetti di un protocollo di 12 settimane con pause attive e allenamenti sul posto di lavoro sul benessere psicologico e lo stress dei dipendenti. Uno studio preliminare.
BONGIOVANNI, MATTIA
2022/2023
Abstract
Introduzione. Lo stile di vita sedentario è sempre più diffuso nella popolazione globale. Questo stile di vita si ritrova molto spesso nei dipendenti d’ufficio che passano molte ore seduti davanti a una scrivania, o a casa in smart working. I dipendenti d’ufficio soffrono di burnout da stress correlato al lavoro, specialmente i dipendenti sanitari e socio-sanitari che si trovano a lavorare tante ore nello stesso posto, senza cambiare mai posizione e facendo poco movimento. Lo scopo di questo studio preliminare è di indagare e valutare se un periodo di 12 settimane in cui vengono fatte “Pause Attive” (Active Break) durante la giornata lavorativa, combinati con allenamenti in sede possono avere degli esiti positivi a livello psicologico e sullo stress lavorativo negli operatori sanitari e socio-sanitari. Metodi. Il protocollo dello studio della durata di 12 settimane in totale comprendeva lo svolgimento di due attività, tre sedute settimanali di pause attive della durata di 10’ ciascuna effettuate online e due sedute settimanali di allenamento in presenza della durata di 40’. Tutte le attività erano supervisionate da due chinesiologi esperti. I dipendenti dell’azienda sanitaria ATS di Pavia sono stati presi come campione dello studio e sono stati testati prima e dopo il protocollo di pause attive e allenamenti. Lo strumento utilizzato è stato il questionario “The Brief Job Stress Questionnaire” (BSJQ) per valutare lo stress lavoro correlato. Risultati. Lo studio è stato completato da 5 donne (età media 53 anni) occupate presso l’ATS di Pavia come sanitari e socio-sanitari. Risultati significativi si possono apprezzare nell’area “Risposte allo stress lavorativo” (pv <0,05), nelle altre aree si evidenzia una diminuzione dei valori, ma non ci sono stati cambiamenti significativi rispetto ai questionari riportati prima e dopo il periodo di pause attive e allenamenti in sede. Conclusione. Nonostante il campione di studio fosse relativamente piccolo, si sono notati dei miglioramenti significativi (p <0,05) su alcune sottoscale delle macro aree degli argomenti presenti nel BJSQ. I risultati parlano di un significativo miglioramento nella macro area “Risposte allo stress lavorativo” in cui tutte le sotto scale riportano miglioramenti significativi (p <0,05). Questi risultati suggeriscono di aumentare il campione di studio, di allungare il periodo di somministrazione di pause attive e allenamenti in sede, così da avere un’ampia gamma di risultati e vedere il loro cambiamento nel tempo. Si suggerisce anche di aggiungere dei test motori e analisi ematochimici per allargare i risultati e indagare su altri aspetti legati al benessere psicofisico sul posto di lavoro. Nonostante il campione dello studio ridotto, i partecipanti hanno risposto positivamente all’iniziativa e sono rimaste positivamente colpite dalle pause attive e dagli allenamenti tanto da chiedere di continuare a farli anche negli anni a venire. Da queste affermazioni bisogna continuare ad incentivare l’uso di pause attive e allenamenti in sede per promuovere uno stile di vita più sano e corretto così da avere una popolazione sana, in forma e psicologicamente stabile.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/16870