Questo lavoro di tesi è stato realizzato presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II nell’ambito del progetto “StopTigre”, coordinato dal Professore Marco Salvemini, e ha previsto lo svolgimento, in contemporanea, di un’attività di ricerca in campo sull’isola di Procida (NA) e di un’attività di ricerca in laboratorio presso il polo scientifico di Monte Sant’Angelo. Il progetto si prefigge infatti il duplice obiettivo di attuare strategie di lotta alla zanzara tigre Aedes albopictus (Skuse, 1894), coinvolgendo la comunità locale dell’isola attraverso un approccio di Citizen science, e di mettere a punto strategie genetiche per migliorare l’applicabilità della SIT o Tecnica dell’Insetto Sterile nell’ambito dell’eradicazione della specie. Dal Sud Est asiatico, la zanzara tigre si è diffusa in tutto il mondo grazie alla sua grande plasticità ecofisiologica ed al commercio sempre più globalizzato. Trattandosi di un artropode ematofago, la sua presenza rappresenta un rilevante problema per la salute pubblica, in quanto vettore di numerosi patogeni, responsabili di malattie debilitanti e talvolta fatali. I metodi di controllo convenzionali sono basati sull’impiego di insetticidi di sintesi, i quali sono dannosi per l’uomo e l’ambiente e perdono efficacia in breve tempo, a causa della capacità della zanzara di sviluppare una resistenza attraverso meccanismi genetici di vario tipo. È perciò fondamentale mettere a punto strategie innovative ed ecosostenibili o migliorare quelle già esistenti, prima tra tutte, appunto, la SIT. L’impiego su larga scala di questa tecnica specie-specifica per l’eliminazione delle specie invasive di zanzara è infatti ostacolato dal fatto che è necessario liberare nell’ambiente un numero molto elevato di maschi sterili ma non esiste ad oggi un metodo di sessaggio efficace al 100% che lo consenta. A tal proposito, l’attività di ricerca in laboratorio ha avuto l’obiettivo di studiare gli effetti del silenziamento, tramite RNAi, del gene GGT, conservato in diverse specie di zanzara ed essenziale per lo sviluppo e la vita delle larve di sesso femminile. La letalità femmina-specifica osservata è un risultato interessante che rende GGT un candidato genico potenzialmente utilizzabile per mettere a punto nuovi sistemi di sessaggio e migliorare l’applicabilità della SIT. Rilasciare solamente maschi significa, infatti, aumentare l’efficacia della strategia, evitando il rischio che eventuali femmine sterili trasmettano comunque, tramite la loro puntura, patogeni di vario tipo. L’attività di ricerca sul campo presso tre zone dell’isola di Procida (Olmo, Starza e Chiaiolella) è stata invece mirata allo studio della dinamica di popolazione della zanzara tigre durante un periodo di otto mesi, da aprile a dicembre, per raccogliere dati fondamentali per l’applicazione sperimentale proprio della SIT nel 2024. È stato in questo caso adottato un approccio di Citizen science, sia per sensibilizzare sul tema la comunità locale, sia per abbattere i costi della futura operazione attraverso la collaborazione dei cittadini.
Studio della dinamica di popolazione di Aedes albopictus sull'isola di Procida ed effetti del silenziamento mediante RNAi del gene gamma-glutamil transpeptidasi
BODINI, MARIAGRAZIA
2022/2023
Abstract
Questo lavoro di tesi è stato realizzato presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II nell’ambito del progetto “StopTigre”, coordinato dal Professore Marco Salvemini, e ha previsto lo svolgimento, in contemporanea, di un’attività di ricerca in campo sull’isola di Procida (NA) e di un’attività di ricerca in laboratorio presso il polo scientifico di Monte Sant’Angelo. Il progetto si prefigge infatti il duplice obiettivo di attuare strategie di lotta alla zanzara tigre Aedes albopictus (Skuse, 1894), coinvolgendo la comunità locale dell’isola attraverso un approccio di Citizen science, e di mettere a punto strategie genetiche per migliorare l’applicabilità della SIT o Tecnica dell’Insetto Sterile nell’ambito dell’eradicazione della specie. Dal Sud Est asiatico, la zanzara tigre si è diffusa in tutto il mondo grazie alla sua grande plasticità ecofisiologica ed al commercio sempre più globalizzato. Trattandosi di un artropode ematofago, la sua presenza rappresenta un rilevante problema per la salute pubblica, in quanto vettore di numerosi patogeni, responsabili di malattie debilitanti e talvolta fatali. I metodi di controllo convenzionali sono basati sull’impiego di insetticidi di sintesi, i quali sono dannosi per l’uomo e l’ambiente e perdono efficacia in breve tempo, a causa della capacità della zanzara di sviluppare una resistenza attraverso meccanismi genetici di vario tipo. È perciò fondamentale mettere a punto strategie innovative ed ecosostenibili o migliorare quelle già esistenti, prima tra tutte, appunto, la SIT. L’impiego su larga scala di questa tecnica specie-specifica per l’eliminazione delle specie invasive di zanzara è infatti ostacolato dal fatto che è necessario liberare nell’ambiente un numero molto elevato di maschi sterili ma non esiste ad oggi un metodo di sessaggio efficace al 100% che lo consenta. A tal proposito, l’attività di ricerca in laboratorio ha avuto l’obiettivo di studiare gli effetti del silenziamento, tramite RNAi, del gene GGT, conservato in diverse specie di zanzara ed essenziale per lo sviluppo e la vita delle larve di sesso femminile. La letalità femmina-specifica osservata è un risultato interessante che rende GGT un candidato genico potenzialmente utilizzabile per mettere a punto nuovi sistemi di sessaggio e migliorare l’applicabilità della SIT. Rilasciare solamente maschi significa, infatti, aumentare l’efficacia della strategia, evitando il rischio che eventuali femmine sterili trasmettano comunque, tramite la loro puntura, patogeni di vario tipo. L’attività di ricerca sul campo presso tre zone dell’isola di Procida (Olmo, Starza e Chiaiolella) è stata invece mirata allo studio della dinamica di popolazione della zanzara tigre durante un periodo di otto mesi, da aprile a dicembre, per raccogliere dati fondamentali per l’applicazione sperimentale proprio della SIT nel 2024. È stato in questo caso adottato un approccio di Citizen science, sia per sensibilizzare sul tema la comunità locale, sia per abbattere i costi della futura operazione attraverso la collaborazione dei cittadini.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/17077