Il sonno risulta essere importante nel riposo fisico e mentale, per il consolidamento dell’apprendimento e della memoria, per il rinforzo del sistema immunitario e per la salute del sistema nervoso. Per la regolazione del ritmo sonno-veglia risulta essere fondamentale il sistema dell’orexina, che va a promuovere lo stato di veglia quando ipereccitato. Infatti, sembrerebbe che questa giochi un ruolo importante nell’insorgenza dell’insonnia cronica. Dalla letteratura si è anche osservato che possa avere un ruolo nella progressione delle patologie neurodegenerative. Allo scopo di valutare se l’orexina A liquorale possa effettivamente avere un ruolo in queste due condizioni, sono stati arruolati 160 pazienti presso l’Istituto Auxologico Italiano – Ospedale San Giuseppe, Piancavallo di Verbania. Di questi, retrospettivamente sono state valutate le cartelle cliniche per valutarne dal punto di vista clinico l’insonnia cronica, secondo i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM V TR. Come outcome primario, i pazienti sono stati suddivisi in pazienti insonni e non insonni, valutando per ciascun gruppo i livelli di orexina A liquorale, tenendo in considerazione alcuni fattori confondenti, tra cui: • Caratteristiche demografiche: età, sesso, BMI (Indice di Massa Corporea). • Caratteristiche di patologia: il valore di MMSE (Mini-Mental State Examination), la durata di malattia, i valori di l’orexina A liquorale e di orexina A sierica, i valori dei marcatori di deficit cognitivo, il tempo intercorso tra la rachicentesi e l’analisi, e l’eventuale diagnosi di patologia neurodegenerativa. Sono stati poi suddivisi i due gruppi di pazienti, insonni e non insonni, in tre sottocategorie: pazienti con decadimento cognitivo Alzheimer (AD), pazienti con decadimento cognitivo neurodegenerativo non Alzheimer, e il gruppo di controllo che è costituito da pazienti non affetti da nessun tipo di deficit cognitivo. Uno dei dati che principalmente emerge analizzando i tre gruppi in analisi distinti secondo patologia, indipendentemente dalla presenza o meno di insonnia, è che i pazienti affetti da Decadimento cognitivo Alzheimer e decadimento cognitivo neurodegenerativo non AD invece hanno livelli più alti di orexina A liquorale rispetto ai controlli. L’altro dato interessante che emerge è che i livelli di orexina A liquorale sono risultati essere ridotti nei pazienti con decadimento cognitivo Alzheimer AD insonni, rispetto ai pazienti con la stessa patologia non insonni. È stato ipotizzato che i bassi livelli di orexina in relazione a fenomeni di neurodegenerazione ed età possano provocare un’ipereccitazione del sistema orexinergico contribuendo all’insorgenza dell’insonnia (Li SB et al., 2022 Feb 25). I dati ottenuti dal seguente studio risultano essere dei risultati preliminari, che dovranno essere meglio caratterizzati ampliando il campione ed aggiustando i dati per i fattori confondenti. Ma mostrano come l’orexina A possa contribuire all’eziopatogenesi dell’insonnia cronica sia isolata che in comorbidità con le patologie neurodegenerative, in particolare nella Malattia di Alzheimer.
Valutazione dell'orexina A liquorale in pazienti con insonnia cronica in comorbidità con patologie neurodegenerative
FERRIER, MARTA
2022/2023
Abstract
Il sonno risulta essere importante nel riposo fisico e mentale, per il consolidamento dell’apprendimento e della memoria, per il rinforzo del sistema immunitario e per la salute del sistema nervoso. Per la regolazione del ritmo sonno-veglia risulta essere fondamentale il sistema dell’orexina, che va a promuovere lo stato di veglia quando ipereccitato. Infatti, sembrerebbe che questa giochi un ruolo importante nell’insorgenza dell’insonnia cronica. Dalla letteratura si è anche osservato che possa avere un ruolo nella progressione delle patologie neurodegenerative. Allo scopo di valutare se l’orexina A liquorale possa effettivamente avere un ruolo in queste due condizioni, sono stati arruolati 160 pazienti presso l’Istituto Auxologico Italiano – Ospedale San Giuseppe, Piancavallo di Verbania. Di questi, retrospettivamente sono state valutate le cartelle cliniche per valutarne dal punto di vista clinico l’insonnia cronica, secondo i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM V TR. Come outcome primario, i pazienti sono stati suddivisi in pazienti insonni e non insonni, valutando per ciascun gruppo i livelli di orexina A liquorale, tenendo in considerazione alcuni fattori confondenti, tra cui: • Caratteristiche demografiche: età, sesso, BMI (Indice di Massa Corporea). • Caratteristiche di patologia: il valore di MMSE (Mini-Mental State Examination), la durata di malattia, i valori di l’orexina A liquorale e di orexina A sierica, i valori dei marcatori di deficit cognitivo, il tempo intercorso tra la rachicentesi e l’analisi, e l’eventuale diagnosi di patologia neurodegenerativa. Sono stati poi suddivisi i due gruppi di pazienti, insonni e non insonni, in tre sottocategorie: pazienti con decadimento cognitivo Alzheimer (AD), pazienti con decadimento cognitivo neurodegenerativo non Alzheimer, e il gruppo di controllo che è costituito da pazienti non affetti da nessun tipo di deficit cognitivo. Uno dei dati che principalmente emerge analizzando i tre gruppi in analisi distinti secondo patologia, indipendentemente dalla presenza o meno di insonnia, è che i pazienti affetti da Decadimento cognitivo Alzheimer e decadimento cognitivo neurodegenerativo non AD invece hanno livelli più alti di orexina A liquorale rispetto ai controlli. L’altro dato interessante che emerge è che i livelli di orexina A liquorale sono risultati essere ridotti nei pazienti con decadimento cognitivo Alzheimer AD insonni, rispetto ai pazienti con la stessa patologia non insonni. È stato ipotizzato che i bassi livelli di orexina in relazione a fenomeni di neurodegenerazione ed età possano provocare un’ipereccitazione del sistema orexinergico contribuendo all’insorgenza dell’insonnia (Li SB et al., 2022 Feb 25). I dati ottenuti dal seguente studio risultano essere dei risultati preliminari, che dovranno essere meglio caratterizzati ampliando il campione ed aggiustando i dati per i fattori confondenti. Ma mostrano come l’orexina A possa contribuire all’eziopatogenesi dell’insonnia cronica sia isolata che in comorbidità con le patologie neurodegenerative, in particolare nella Malattia di Alzheimer.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/17383