Introduzione. Diversi lavori si sono focalizzati nello studio dei processi degenerativi della SLA a livello encefalico-corticale e a livello spinale, avvalendosi a tal fine di numerose tecniche di imaging avanzato. Tuttavia, sono state ad oggi poco studiate eventuali modificazioni a livello bulbare, in particolare nella diversificazione delle forme ad esordio spinale e bulbare. Lo scopo del nostro studio è stato quello di focalizzarci sulla valutazione morfo- volumetrica quantitativa del bulbo sia in pazienti ad esordio bulbare che spinale, con l’obiettivo di (1) identificare in vivo eventuali processi patogenetici degenerativi bulbari alla base della SLA, (2) evidenziare eventuali differenze radiologiche nei pazienti SLA ad esordio spinale e bulbare, (3) correlare i markers radiologici eventualmente identificati agli indici di progressione della malattia e in particolare allo stadio King. Materiali e metodi. 60 pazienti con diagnosi clinica di SLA (14 ad esordio bulbare e 46 ad esordio spinale) e 82 controlli sono stati sottoposti ad esame RM 3T per lo studio encefalico, con un protocollo che comprendeva una sequenza T1 3D sagittale (MPRAGE), caratterizzato da ampio FOV esteso a C5. Per le analisi quantitative, le immagini sono state ricostruite sul piano assiale perpendicolarmente al profilo dorsale del bulbo. Successivamente è stata segmentata semi-automaticamente l’area trasversa (CSA) del bulbo dalla giunzione bulbo-pontina fino al profilo superiore dell’obex, per un totale di 12 strati. Una volta aver ottenuto i valori dell’area trasversa totale (CSA) di ciascuno dei 12 strati, si è calcolato il valore di CSA medio di ciascuno strato nel gruppo dei casi e dei controlli. Successivamente si è calcolato il valore di CSA medio lungo tutto il bulbo, lungo il suo segmento craniale (primi 6 strati) e lungo il suo segmento caudale (ultimi 6). A questo punto si sono confrontati questi parametri tra casi e controlli e tra i pazienti ad esordio spinale e bulbare. Infine, si è valutata la presenza di un’eventuale correlazione tra i dati quantitativi alla RM e lo stadio King dei pazienti. Risultati. È stata riscontrata una differenza statisticamente significativa tra pazienti e controlli sani per quanto riguarda le CSA delle porzioni più craniali del bulbo (p£0,004), la CSA media di tutto il bulbo (p= 0,003) e la CSA media dei 6 strati bulbari più craniali (p=0,0001), con i pazienti che presentavano aree bulbari inferiori rispetto ai controlli. Una 3 differenza marginalmente significativa è stata invece riscontrata a livello della CSA media degli ultimi 6 strati bulbari (p= 0,052). Inoltre, abbiamo riscontrato aree bulbari sovrapponibili tra i pazienti ad esordio spinale e quelli ad esordio bulbare (p30,3). In entrambi questi sottogruppi è stata però dimostrata una riduzione delle aree bulbari rispetto ai controlli, maggiormente significativa a livello del segmento più craniale del bulbo (p£0,002). Una correlazione debole è stata individuata tra lo stadio King dei pazienti e le CSA dei primi strati bulbari (-0,22£R£.-0,16; p£ 0,48). Conclusioni: I nostri riscontri dimostrano un’atrofia bulbare nei pazienti SLA maggiormente evidente nelle porzioni più craniali del bulbo e indipendente dal tipo di esordio di malattia. Questo sembra suggerire un precoce coinvolgimento di alcuni nuclei di nervi cranici (n.c. IX, X, XI, XII) sia nei pazienti ad esordio bulbare che nei pazienti ad esordio spinale. La debole correlazione King/atrofia bulbare nella regione più craniale sottolinea la vulnerabilità di quest’area alla progressione anatomica della malattia.

COINVOLGIMENTO BULBARE IN PAZIENTI SLA: STUDIO RM QUANTITATIVO AVANZATO IN UNA COORTE DI 60 PAZIENTI

GAGNO, MARCO
2023/2024

Abstract

Introduzione. Diversi lavori si sono focalizzati nello studio dei processi degenerativi della SLA a livello encefalico-corticale e a livello spinale, avvalendosi a tal fine di numerose tecniche di imaging avanzato. Tuttavia, sono state ad oggi poco studiate eventuali modificazioni a livello bulbare, in particolare nella diversificazione delle forme ad esordio spinale e bulbare. Lo scopo del nostro studio è stato quello di focalizzarci sulla valutazione morfo- volumetrica quantitativa del bulbo sia in pazienti ad esordio bulbare che spinale, con l’obiettivo di (1) identificare in vivo eventuali processi patogenetici degenerativi bulbari alla base della SLA, (2) evidenziare eventuali differenze radiologiche nei pazienti SLA ad esordio spinale e bulbare, (3) correlare i markers radiologici eventualmente identificati agli indici di progressione della malattia e in particolare allo stadio King. Materiali e metodi. 60 pazienti con diagnosi clinica di SLA (14 ad esordio bulbare e 46 ad esordio spinale) e 82 controlli sono stati sottoposti ad esame RM 3T per lo studio encefalico, con un protocollo che comprendeva una sequenza T1 3D sagittale (MPRAGE), caratterizzato da ampio FOV esteso a C5. Per le analisi quantitative, le immagini sono state ricostruite sul piano assiale perpendicolarmente al profilo dorsale del bulbo. Successivamente è stata segmentata semi-automaticamente l’area trasversa (CSA) del bulbo dalla giunzione bulbo-pontina fino al profilo superiore dell’obex, per un totale di 12 strati. Una volta aver ottenuto i valori dell’area trasversa totale (CSA) di ciascuno dei 12 strati, si è calcolato il valore di CSA medio di ciascuno strato nel gruppo dei casi e dei controlli. Successivamente si è calcolato il valore di CSA medio lungo tutto il bulbo, lungo il suo segmento craniale (primi 6 strati) e lungo il suo segmento caudale (ultimi 6). A questo punto si sono confrontati questi parametri tra casi e controlli e tra i pazienti ad esordio spinale e bulbare. Infine, si è valutata la presenza di un’eventuale correlazione tra i dati quantitativi alla RM e lo stadio King dei pazienti. Risultati. È stata riscontrata una differenza statisticamente significativa tra pazienti e controlli sani per quanto riguarda le CSA delle porzioni più craniali del bulbo (p£0,004), la CSA media di tutto il bulbo (p= 0,003) e la CSA media dei 6 strati bulbari più craniali (p=0,0001), con i pazienti che presentavano aree bulbari inferiori rispetto ai controlli. Una 3 differenza marginalmente significativa è stata invece riscontrata a livello della CSA media degli ultimi 6 strati bulbari (p= 0,052). Inoltre, abbiamo riscontrato aree bulbari sovrapponibili tra i pazienti ad esordio spinale e quelli ad esordio bulbare (p30,3). In entrambi questi sottogruppi è stata però dimostrata una riduzione delle aree bulbari rispetto ai controlli, maggiormente significativa a livello del segmento più craniale del bulbo (p£0,002). Una correlazione debole è stata individuata tra lo stadio King dei pazienti e le CSA dei primi strati bulbari (-0,22£R£.-0,16; p£ 0,48). Conclusioni: I nostri riscontri dimostrano un’atrofia bulbare nei pazienti SLA maggiormente evidente nelle porzioni più craniali del bulbo e indipendente dal tipo di esordio di malattia. Questo sembra suggerire un precoce coinvolgimento di alcuni nuclei di nervi cranici (n.c. IX, X, XI, XII) sia nei pazienti ad esordio bulbare che nei pazienti ad esordio spinale. La debole correlazione King/atrofia bulbare nella regione più craniale sottolinea la vulnerabilità di quest’area alla progressione anatomica della malattia.
2023
BULBAR INVOLVEMENT IN SLA PATIENTS: ADVANCED QUANTITATIVE RM STUDY IN A COHORT OF 60 PATIENTS
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per contatti: unitesi@unipv.it

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/17532