Background: Le ferite percutanee occupazionali da punta e da taglio, rappresentano un grave rischio per gli operatori sanitari di tutto il mondo, soprattutto a causa del rischio biologico intrinseco, derivante dal contatto con i fluidi biologici del paziente potenzialmente infetti. Sebbene dalla letteratura emerga che i professionisti sanitari di sala operatoria e dei contesti chirurgici risultano maggiormente esposti al rischio di infortunio percutaneo, essendo maggiormente esposti a più fattori/presidi taglienti/pungenti, e nonostante siano state emanate parecchie leggi e decreti per la prevenzione del rischio, il tasso annuale di tali infortuni è in costante aumento. Obiettivo: Descrivere la frequenza con cui avviene la ferita percutanea occupazionale in un blocco operatorio pluri-specialistico. Disegno dello Studio: Studio osservazionale di tipo longitudinale retrospettivo monocentrico. Metodo: Sono stati raccolti ed analizzati i dati relativi agli infortuni da contatto/contaminazione con materiale biologico avvenute nel triennio 2016-2018 dei professionisti sanitari di un Blocco Operatorio pluri-specialistico. Le variabili sono state sintetizzate utilizzando le principali statistiche descrittive; l’associazione tra le variabili qualitative è stata verificata tramite il test del Chi quadrato di Pearson o di Fisher. Il livello di significatività considerato per tutte le analisi è stato α≤0.05. Le analisi sono state condotte utilizzando il software STATA versione 15. Risultati: Il campione è costituito da 98 professionisti sanitari di sala operatoria con un’età media di 36.90±9.98 anni, di cui il 57% femmine. I chirurghi sono risultati i più esposti sia alle punture (54%) sia alle ferite da taglio (41%), seguiti dagli infermieri (rispettivamente il 16% e il 36%). Il 47% degli eventi sono stati causati da ago solido contaminato esternamente mentre la sede anatomica maggiormente colpita è risultata essere il dito indice della mano sinistra (16%). L’Unità Operativa chirurgica in cui si sono verificati la maggior parte degli eventi è l’Ortopedia (28%) seguita da Oculistica (17%) e dalla Cardiochirurgia (13%). Al momento dell’evento, 3 soltanto il 34% dei professionisti indossava il doppio guanto chirurgico come metodo di prevenzione. La causa principale identificata dello sviluppo dell’evento è stata l’abbandono inappropriato di aghi e strumenti appuntiti/taglienti prevalentemente contaminati. Il 98% dei professionisti era stato sottoposto a vaccinazione contro l’epatite B e solo il 4% è stato sottoposto a profilassi post-esposizione. Quasi la totalità degli operatori è risultata essere negativa per i virus dell’HCV e dell’HIVed il 27% negativo anche all’HBV. Conclusioni: Le ferite percutanee rappresentano una grande sfida per i professionisti sanitari di sala operatoria. Gli interventi più appropriati per ridurle sono: vaccinazione universale HBV, istruzione e formazione continue, introduzione di dispositivi di sicurezza, smaltimento rifiuti adeguati e accurati, segnalazione di tutte le esposizioni, profilassi post-esposizione appropriata, consulenza per gli operatori sanitari coinvolti e follow-up. Parole chiave: health workers, sharp injuries, needle injuries, operating room.

Contaminazione accidentale dei professionisti sanitari con materiale biologico in sala operatoria: studio retrospettivo monocentrico.

TAVAZZANI, NICOLE
2018/2019

Abstract

Background: Le ferite percutanee occupazionali da punta e da taglio, rappresentano un grave rischio per gli operatori sanitari di tutto il mondo, soprattutto a causa del rischio biologico intrinseco, derivante dal contatto con i fluidi biologici del paziente potenzialmente infetti. Sebbene dalla letteratura emerga che i professionisti sanitari di sala operatoria e dei contesti chirurgici risultano maggiormente esposti al rischio di infortunio percutaneo, essendo maggiormente esposti a più fattori/presidi taglienti/pungenti, e nonostante siano state emanate parecchie leggi e decreti per la prevenzione del rischio, il tasso annuale di tali infortuni è in costante aumento. Obiettivo: Descrivere la frequenza con cui avviene la ferita percutanea occupazionale in un blocco operatorio pluri-specialistico. Disegno dello Studio: Studio osservazionale di tipo longitudinale retrospettivo monocentrico. Metodo: Sono stati raccolti ed analizzati i dati relativi agli infortuni da contatto/contaminazione con materiale biologico avvenute nel triennio 2016-2018 dei professionisti sanitari di un Blocco Operatorio pluri-specialistico. Le variabili sono state sintetizzate utilizzando le principali statistiche descrittive; l’associazione tra le variabili qualitative è stata verificata tramite il test del Chi quadrato di Pearson o di Fisher. Il livello di significatività considerato per tutte le analisi è stato α≤0.05. Le analisi sono state condotte utilizzando il software STATA versione 15. Risultati: Il campione è costituito da 98 professionisti sanitari di sala operatoria con un’età media di 36.90±9.98 anni, di cui il 57% femmine. I chirurghi sono risultati i più esposti sia alle punture (54%) sia alle ferite da taglio (41%), seguiti dagli infermieri (rispettivamente il 16% e il 36%). Il 47% degli eventi sono stati causati da ago solido contaminato esternamente mentre la sede anatomica maggiormente colpita è risultata essere il dito indice della mano sinistra (16%). L’Unità Operativa chirurgica in cui si sono verificati la maggior parte degli eventi è l’Ortopedia (28%) seguita da Oculistica (17%) e dalla Cardiochirurgia (13%). Al momento dell’evento, 3 soltanto il 34% dei professionisti indossava il doppio guanto chirurgico come metodo di prevenzione. La causa principale identificata dello sviluppo dell’evento è stata l’abbandono inappropriato di aghi e strumenti appuntiti/taglienti prevalentemente contaminati. Il 98% dei professionisti era stato sottoposto a vaccinazione contro l’epatite B e solo il 4% è stato sottoposto a profilassi post-esposizione. Quasi la totalità degli operatori è risultata essere negativa per i virus dell’HCV e dell’HIVed il 27% negativo anche all’HBV. Conclusioni: Le ferite percutanee rappresentano una grande sfida per i professionisti sanitari di sala operatoria. Gli interventi più appropriati per ridurle sono: vaccinazione universale HBV, istruzione e formazione continue, introduzione di dispositivi di sicurezza, smaltimento rifiuti adeguati e accurati, segnalazione di tutte le esposizioni, profilassi post-esposizione appropriata, consulenza per gli operatori sanitari coinvolti e follow-up. Parole chiave: health workers, sharp injuries, needle injuries, operating room.
2018
Accidental contamination of health professionals with biological material in the operating room: monocentric retrospective study
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/17664