Introduzione: Il diabete mellito di tipo 2 (DMT2) è un problema rilevante e crescente di sanità pubblica, dove a fronte di un aumento epidemiologico, una sfida importante è ottimizzare la salute dei malati, oltre che prevenirne le cause. Recenti evidenze dimostrano l’importante ruolo nelle patologie croniche del self-care, self-efficacy, e salute percepita come determinanti di salute, in quanto associati al raggiungimento di migliori esiti clinici e di benessere. Gli studi delle relazioni tra tali determinanti nella popolazione diabetica sono ancora pochi, poiché fino a pochi anni fa non esistevano strumenti specifici per la loro misurazione. Negli ultimi dieci anni la letteratura si è arricchita di strumenti sensibili e specifici per la popolazione diabetica, ma sono ancora deboli le evidenze fornite dai pochi studi empirici disponibili. Per tale ragione, il nostro obiettivo è quello di andare a descrivere le relazioni tra i determinanti di salute nella persona con DMT2 e nello specifico descrivere cosa influenza il self-care e la self-efficacy, in quanto descritti in letteratura come predittori di benessere. Materiali e Metodi: Il disegno dello studio è stato di tipo osservazionale, trasversale, monocentrico e correlazionale. Il campionamento di pazienti ambulatoriali con DMT2 è stato di convenienza, ai quali è stata somministrata una batteria di scale validate per descrivere le relazioni tra benessere, self-efficacy, self-care ed compenso glicemico. I primi tre costrutti sono rispettivamente stati misurati con le seguenti scale validate: Well Being Questionnaire (WBQ), la General Self-Efficacy Scale (GSES), il Multidimensional Diabetes Questionnaire (MDQ), la Summary of Diabetes Self-Care Activities (SDSCA). Il compenso glicemico è stato valutato utilizzando il valore di emoglobina glicata. Inoltre, sono stati descritte informazioni sulle principali caratteristiche socio-anagrafiche e cliniche (i.e. terapia, BMI, co-morbilità) delle persone arruolate. Risultati Preliminari: Il Self-care correla in modo significativo con: la self efficacy (r di Pearson 0,463), con la percezione di sostegno sociale (r di Pearson 0,286) e con le aspettative in maniera fortemente negativa (r di Pearson 0,490). I predittori per il Self-care sono: la self-efficacy diabete-specifica (predittore positivo) e le aspettative (predittori negativi). I predittori della self-efficacy specifica sono tutti positivi e sono: il genere (dove 1= maschio; 2= femmina), il compenso glicemico e le aspettative. Conclusioni: Il diabete può essere definito a tutti gli effetti una malattia sociale, perché con le sue dimensioni epidemiologiche investe, le strutture sanitarie e le famiglie, determinando la necessità di dover erogare un tipo di assistenza più mirato. Il diabete è una malattia cronica che richiede una continua assistenza medica e l'educazione del paziente verso il self-care potrebbe ricoprire un ruolo “chiave” per prevenire le complicanze acute o per ridurre il rischio di complicanze a lungo termine o tardive. Questo studio fornisce evidenze utili per implementare dei piani assistenziali mirati e personalizzati al fine di migliorare gli esiti delle persone con TDM2, a fronte delle evidenze che dimostrano delle differenze legate alle caratteristiche dei soggetti (e.g. differenze tra maschi e femmine). Le peculiarità emerse dovrebbero esser tenute in considerazione nell’ottica di personalizzare piani evidence-based ed ulteriori approfondimenti con ricerche empiriche.
I determinanti della salute nella persona ultrasessantenne con diabete mellito di tipo 2: dalle evidenze di uno studio osservazionale alla personalizzazione dell'assistenza.
BERSANI, VIVIANA
2014/2015
Abstract
Introduzione: Il diabete mellito di tipo 2 (DMT2) è un problema rilevante e crescente di sanità pubblica, dove a fronte di un aumento epidemiologico, una sfida importante è ottimizzare la salute dei malati, oltre che prevenirne le cause. Recenti evidenze dimostrano l’importante ruolo nelle patologie croniche del self-care, self-efficacy, e salute percepita come determinanti di salute, in quanto associati al raggiungimento di migliori esiti clinici e di benessere. Gli studi delle relazioni tra tali determinanti nella popolazione diabetica sono ancora pochi, poiché fino a pochi anni fa non esistevano strumenti specifici per la loro misurazione. Negli ultimi dieci anni la letteratura si è arricchita di strumenti sensibili e specifici per la popolazione diabetica, ma sono ancora deboli le evidenze fornite dai pochi studi empirici disponibili. Per tale ragione, il nostro obiettivo è quello di andare a descrivere le relazioni tra i determinanti di salute nella persona con DMT2 e nello specifico descrivere cosa influenza il self-care e la self-efficacy, in quanto descritti in letteratura come predittori di benessere. Materiali e Metodi: Il disegno dello studio è stato di tipo osservazionale, trasversale, monocentrico e correlazionale. Il campionamento di pazienti ambulatoriali con DMT2 è stato di convenienza, ai quali è stata somministrata una batteria di scale validate per descrivere le relazioni tra benessere, self-efficacy, self-care ed compenso glicemico. I primi tre costrutti sono rispettivamente stati misurati con le seguenti scale validate: Well Being Questionnaire (WBQ), la General Self-Efficacy Scale (GSES), il Multidimensional Diabetes Questionnaire (MDQ), la Summary of Diabetes Self-Care Activities (SDSCA). Il compenso glicemico è stato valutato utilizzando il valore di emoglobina glicata. Inoltre, sono stati descritte informazioni sulle principali caratteristiche socio-anagrafiche e cliniche (i.e. terapia, BMI, co-morbilità) delle persone arruolate. Risultati Preliminari: Il Self-care correla in modo significativo con: la self efficacy (r di Pearson 0,463), con la percezione di sostegno sociale (r di Pearson 0,286) e con le aspettative in maniera fortemente negativa (r di Pearson 0,490). I predittori per il Self-care sono: la self-efficacy diabete-specifica (predittore positivo) e le aspettative (predittori negativi). I predittori della self-efficacy specifica sono tutti positivi e sono: il genere (dove 1= maschio; 2= femmina), il compenso glicemico e le aspettative. Conclusioni: Il diabete può essere definito a tutti gli effetti una malattia sociale, perché con le sue dimensioni epidemiologiche investe, le strutture sanitarie e le famiglie, determinando la necessità di dover erogare un tipo di assistenza più mirato. Il diabete è una malattia cronica che richiede una continua assistenza medica e l'educazione del paziente verso il self-care potrebbe ricoprire un ruolo “chiave” per prevenire le complicanze acute o per ridurre il rischio di complicanze a lungo termine o tardive. Questo studio fornisce evidenze utili per implementare dei piani assistenziali mirati e personalizzati al fine di migliorare gli esiti delle persone con TDM2, a fronte delle evidenze che dimostrano delle differenze legate alle caratteristiche dei soggetti (e.g. differenze tra maschi e femmine). Le peculiarità emerse dovrebbero esser tenute in considerazione nell’ottica di personalizzare piani evidence-based ed ulteriori approfondimenti con ricerche empiriche.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/18802