Background Il nursing oncologico è classicamente riconosciuto come particolarmente stressante e oggetto di numerose sfide per la Dirigenza Infermieristica finalizzate ad una efficace promozione del benessere. In questo contesto il carico emotivo sostenuto dal personale infermieristico è notevole e diventa di estrema importanza l'abilità di gestire lo stress, specie con le rapide evoluzioni che avvengono sia in ambito lavorativo che sociale. Ad oggi, pochi studi hanno indagato quali siano le prevalenti strategie di coping messe in atto dagli infermieri di oncologia e quale relazione vi è tra questi meccanismi e il rischio di Burnout. Pertanto, questo elaborato di tesi ha l’obiettivo principale di descrivere i meccanismi di coping che gli infermieri di oncologia mettono in atto ed esplorare le relazioni tra questi meccanismi ed il rischio di Burnout. Materiali e Metodi E’ stato utilizzato un disegno di studio osservazionale, trasversale, monocentrico e correlazionale su una coorte di infermieri di oncologia, arruolati con un campionamento di convenienza e su base volontaria in un grosso centro oncologico di Milano (i.e. IEO). Sono stati valutati i meccanismi di coping utilizzando la stress Health Professions e Coping Scale (HPSCS-I), versione infermieri e il rischio di Burnout utilizzando il Burnout Potential Inventory (BPI). Il questionario HPSCS esplorava quattro diversi meccanismi di coping in riferimento a specifiche situazioni lavorative: la soluzione dei problemi (PS) e richiesta di sostegno sociale (RSS) (meccanismi funzionali); stress emotivo (ED) e problema evitamento (PA) (meccanismi disfunzionali). Il campione reclutato era composto da 126 infermieri di oncologia (età media = 36,4 anni; DS = 8,6; femmina = 74,6%). La raccolta dei dati è da febbraio ad aprile 2014. Risultati I punteggi T dei meccanismi di coping funzionali avevano i valori mediani più elevati, in particolare il meccanismo di coping più utilizzato è stato il RSS, seguito da PS, PA e ED. Rispettivamente, le mediane (25-75 percentile) erano: 51 (41-57); 49 (42-55); 46 (42-55); 46 (38-53). Inoltre, l'uso di RSS è maggiore tra le infermiere (p-value = 0,03) e l'uso di PA è maggiore nei infermieri oltre 45 anni (p-value = 0,03). Inoltre, esistono differenze relativamente le aree cliniche (reparti di base versus aree critiche). Il disagio emotivo nel fronteggiare le emergenze cliniche è l’unico predittore del rischio di burnout (β=0,40; p-value=0,007). Conclusioni I risultati dello studio sembrano indicare che le caratteristiche individuali, in particolare l’uso di specifiche strategie di coping, giocano un ruolo non secondario come predittori del rischio di burnout. L’elaborazione dei risultati di questa prima esperienza di studio condotta fra infermieri di differenti ambiti clinici, ma afferenti alla cura del paziente oncologico, sembra dimostrare l’importanza che i meccanismi di fronteggiamento dello stress (i.e. coping) giocano in relazione alla percezione dello stress stesso. L’analisi dei dati ha testato numerose ipotesi, alcune delle quali avevano un razionale in filoni della letteratura in genere lontani. Per comprendere meglio quanto affermato, basta pensare al fatto che in genere gli studi sullo stress fondano le proprie radici teoriche o nella letteratura sul “distress”, descrivendo gli effetti negativi sulla persona o organizzazione, oppure nella letteratura sull’eustress, descrivendo gli effetti buoni dello stress.
LE CARATTERISTICHE DEL COPING DEGLI INFERMIERI DI ONCOLOGIA: NUOVE EVIDENZE A FRONTE DI UNO STUDIO OSSERVAZIONALE
CARUSO, MARIA PAOLA
2014/2015
Abstract
Background Il nursing oncologico è classicamente riconosciuto come particolarmente stressante e oggetto di numerose sfide per la Dirigenza Infermieristica finalizzate ad una efficace promozione del benessere. In questo contesto il carico emotivo sostenuto dal personale infermieristico è notevole e diventa di estrema importanza l'abilità di gestire lo stress, specie con le rapide evoluzioni che avvengono sia in ambito lavorativo che sociale. Ad oggi, pochi studi hanno indagato quali siano le prevalenti strategie di coping messe in atto dagli infermieri di oncologia e quale relazione vi è tra questi meccanismi e il rischio di Burnout. Pertanto, questo elaborato di tesi ha l’obiettivo principale di descrivere i meccanismi di coping che gli infermieri di oncologia mettono in atto ed esplorare le relazioni tra questi meccanismi ed il rischio di Burnout. Materiali e Metodi E’ stato utilizzato un disegno di studio osservazionale, trasversale, monocentrico e correlazionale su una coorte di infermieri di oncologia, arruolati con un campionamento di convenienza e su base volontaria in un grosso centro oncologico di Milano (i.e. IEO). Sono stati valutati i meccanismi di coping utilizzando la stress Health Professions e Coping Scale (HPSCS-I), versione infermieri e il rischio di Burnout utilizzando il Burnout Potential Inventory (BPI). Il questionario HPSCS esplorava quattro diversi meccanismi di coping in riferimento a specifiche situazioni lavorative: la soluzione dei problemi (PS) e richiesta di sostegno sociale (RSS) (meccanismi funzionali); stress emotivo (ED) e problema evitamento (PA) (meccanismi disfunzionali). Il campione reclutato era composto da 126 infermieri di oncologia (età media = 36,4 anni; DS = 8,6; femmina = 74,6%). La raccolta dei dati è da febbraio ad aprile 2014. Risultati I punteggi T dei meccanismi di coping funzionali avevano i valori mediani più elevati, in particolare il meccanismo di coping più utilizzato è stato il RSS, seguito da PS, PA e ED. Rispettivamente, le mediane (25-75 percentile) erano: 51 (41-57); 49 (42-55); 46 (42-55); 46 (38-53). Inoltre, l'uso di RSS è maggiore tra le infermiere (p-value = 0,03) e l'uso di PA è maggiore nei infermieri oltre 45 anni (p-value = 0,03). Inoltre, esistono differenze relativamente le aree cliniche (reparti di base versus aree critiche). Il disagio emotivo nel fronteggiare le emergenze cliniche è l’unico predittore del rischio di burnout (β=0,40; p-value=0,007). Conclusioni I risultati dello studio sembrano indicare che le caratteristiche individuali, in particolare l’uso di specifiche strategie di coping, giocano un ruolo non secondario come predittori del rischio di burnout. L’elaborazione dei risultati di questa prima esperienza di studio condotta fra infermieri di differenti ambiti clinici, ma afferenti alla cura del paziente oncologico, sembra dimostrare l’importanza che i meccanismi di fronteggiamento dello stress (i.e. coping) giocano in relazione alla percezione dello stress stesso. L’analisi dei dati ha testato numerose ipotesi, alcune delle quali avevano un razionale in filoni della letteratura in genere lontani. Per comprendere meglio quanto affermato, basta pensare al fatto che in genere gli studi sullo stress fondano le proprie radici teoriche o nella letteratura sul “distress”, descrivendo gli effetti negativi sulla persona o organizzazione, oppure nella letteratura sull’eustress, descrivendo gli effetti buoni dello stress.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/19242