Le heat shock proteins (HSPs) sono un gruppo di proteine altamente conservate che funzionano primariamente come chaperoni molecolari. La loro sintesi risulta aumentata in presenza di elevate temperature corporee e di altre condizioni stressanti, tra cui quelle che derivano dallo svolgimento di esercizio fisico. Quest’ultimo è stato più volte indicato in numerosi studi come una delle maggiori strategie per combattere l’insorgenza del diabete mellito di tipo II e delle sue complicanze, in quanto sottopone l’organismo a una moltitudine di stimoli che attivano meccanismi di adattamento estremamente utili per contrastare lo stress ossidativo, l’accumulo di lipidi, l’infiammazione, la disfunzione endoteliale e mitocondriale e l’apoptosi. Tra le modalità con cui l’esercizio fisico è in grado di svolgere il suo ruolo terapeutico, vi è anche la sua capacità di favorire la sintesi delle HSPs. Infatti alcuni studi recenti mostrano come queste proteine siano in grado di agire su più livelli, interferendo con la formazione di radicali liberi, favorendo la via di segnalazione di ANG-(1-7), incrementando i livelli di PGC-1α, AMPK e SIRT1, interagendo con la proteina parkina, inibendo in maniera diretta o indiretta la via mediata da JNK e l’apoptosi cellulare. Nonostante siano necessari ulteriori studi per mettere a fuoco tutti i meccanismi in cui sono coinvolte le HSPs, risulta tuttora chiaro come esse prestino un contributo fondamentale all’effetto terapeutico dell’esercizio fisico nei confronti del diabete mellito di tipo II.
CONTRIBUTO DELLE HEAT SHOCK PROTEINS ALL’EFFETTO TERAPEUTICO DELL’ESERCIZIO FISICO NEI CONFRONTI DEL DIABETE MELLITO DI TIPO II
CAPITELLI, CLAUDIA
2014/2015
Abstract
Le heat shock proteins (HSPs) sono un gruppo di proteine altamente conservate che funzionano primariamente come chaperoni molecolari. La loro sintesi risulta aumentata in presenza di elevate temperature corporee e di altre condizioni stressanti, tra cui quelle che derivano dallo svolgimento di esercizio fisico. Quest’ultimo è stato più volte indicato in numerosi studi come una delle maggiori strategie per combattere l’insorgenza del diabete mellito di tipo II e delle sue complicanze, in quanto sottopone l’organismo a una moltitudine di stimoli che attivano meccanismi di adattamento estremamente utili per contrastare lo stress ossidativo, l’accumulo di lipidi, l’infiammazione, la disfunzione endoteliale e mitocondriale e l’apoptosi. Tra le modalità con cui l’esercizio fisico è in grado di svolgere il suo ruolo terapeutico, vi è anche la sua capacità di favorire la sintesi delle HSPs. Infatti alcuni studi recenti mostrano come queste proteine siano in grado di agire su più livelli, interferendo con la formazione di radicali liberi, favorendo la via di segnalazione di ANG-(1-7), incrementando i livelli di PGC-1α, AMPK e SIRT1, interagendo con la proteina parkina, inibendo in maniera diretta o indiretta la via mediata da JNK e l’apoptosi cellulare. Nonostante siano necessari ulteriori studi per mettere a fuoco tutti i meccanismi in cui sono coinvolte le HSPs, risulta tuttora chiaro come esse prestino un contributo fondamentale all’effetto terapeutico dell’esercizio fisico nei confronti del diabete mellito di tipo II.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/19283