The thesis - divided into four chapters - aims to investigate the relationship between Pascoli and Manzoni and the essay Eco d'una notte mitica, published for the first time in 1896 in the magazine «La Vita Italiana» and dedicated to the analysis of the night of the frauds and subterfuges described between the seventh and eighth chapters of the Promessi Sposi. The first chapter means to set Pascoli's approach to Manzoni in the broader context of the author's youthful education, which took place between Urbino, Florence and Bologna. Both the Urbino college and the University of Bologna are configured as real strongholds of the classicist orientation. Yet, it is in these years and in these environments so hostile to Manzoni that Pascoli's first approach to the Promessi Sposi takes place: it is the poet himself who offers testimony at the beginning of the essay, when he evokes the atmosphere of that first collegiate reading. The second part of the first chapter is therefore dedicated to the analysis of the numerous manzonian resonances in the Myricae, Poemetti and Canti di Castelvecchio collections. There are three appendices: the first two contain the list of Manzoni's essays and editions preserved in the Castelvecchio library and that of the notes in the archive; the third is dedicated to the transcription of some unpublished texts by Pascoli on Manzoni's subject. The second chapter describes the genesis of the essay Eco d’una notte mitica: it was first associated to the controversy initiated by the intellectual Ugo Ojetti, firmly convinced of the non-existence of a national italian literature; Carducci and Pascoli participate in this diatribe, with a defense of the national tradition in the introduction to the Manzoni's essay. In 1903, Eco d’una notte mitica is revised because of the imminent publication in the volume Miei pensieri di varia umanità: the introduction is eliminated, as an anachronistic residue linked to the contingency of the two-year period 1896-1897. The reconstruction of the relationship between Manzoni and the classical world follows: Virgil is the most appreciated latin author, whose echoes in Manzoni's production are analyzed on the basis of the fundamental essay by Ettore Paratore Manzoni e il mondo classico. The last part of the chapter proposes the analysis of Pascoli's essay: it constitutes the exemplary concretization of Pascoli's hermeneutics, understood as a reconstruction of the background of the work, of the accent that it includes and reworks. According to the poet, in composing the night of frauds and subterfuges, Manzoni unwittingly reworked Virgilian elements, and the mythical, last night of Troy echoes in the adventures of the nameless village. Manzoni is among the authors anthologized by Pascoli in the two scholastic syllogs Sul limitare and Fior da Fiore, to whom the third chapter is dedicated. Compared to the anthological model proposed by Carducci and Brilli, they introduce disruptive innovations: the inclusion of examples from foreign literature; the different role assigned to the apparatus of notes (they establish a communication between anthologist and reader); the significant presence of contemporary and minor authors. Finally, the fourth and last chapter contains the transcription of Pascoli's autograph of the essay, made of five cards: the first contains the title (present as the only data even in the last one) - attributable to Pascoli’s sister, Maria - and a list of words, probably the topics to be developed; the second one is about working notes on the relationship with sources and part of the Ojetti’s controversy; the third and fourth are occupied by a partial writing of the essay. A comparison between the three printed editions is also proposed: in «La Vita Italiana» in 1896; in Miei pensieri di varia umanità in 1903 and in Pensieri e discorsi in 1907.
La tesi – articolata in quattro capitoli – si prefigge quale obiettivo l’indagine dei rapporti tra Pascoli e Manzoni e del saggio Eco d’una notte mitica, edito per la prima volta nel 1896 sulla rivista «La Vita Italiana» e dedicato all’analisi della «notte degli imbrogli e dei sotterfugi» descritta tra il settimo e l’ottavo capitolo dei Promessi Sposi. Il primo capitolo intende inquadrare l’avvicinamento di Pascoli a Manzoni nel più ampio contesto della giovanile formazione dell’autore, avvenuta tra Urbino, Firenze e Bologna. Tanto il collegio urbinate quanto l’Università bolognese si configurano quale vere e proprie roccaforti dell’indirizzo classicista. Eppure, è proprio in questi anni e in questi ambienti così ostili a Manzoni, che si colloca il primo avvicinamento di Pascoli ai Promessi Sposi: è il poeta stesso a offrirne testimonianza quando, all’inizio del saggio, rievoca l’atmosfera di quella prima lettura collegiale. La seconda parte del primo capitolo è quindi dedicata all’analisi delle numerose risonanze manzoniane nelle raccolte Myricae, Poemetti e Canti di Castelvecchio. Seguono tre appendici: la prime due contengono l’elenco dei saggi e delle edizioni manzoniane conservate nella biblioteca di Castelvecchio e quello degli appunti presenti in archivio; la terza è dedicata alla trascrizione di alcuni testi inediti di Pascoli d’argomento manzoniano. Il secondo capitolo fornisce le coordinate entro cui inquadrare la genesi del saggio Eco d’una notte mitica: esso nasce a margine della polemica avviata dal giovane letterato Ugo Ojetti, fermamente convinto dell’inesistenza di una letteratura italiana nazionale; a tale diatriba partecipano Carducci e Pascoli, che espone la propria difesa della tradizione nazionale nell’introduzione al saggio manzoniano. Nel 1903, Eco d’una notte mitica è revisionato in vista dell’imminente pubblicazione nel volume Miei pensieri di varia umanità: l’esordio viene eliminato, in quanto residuo anacronistico legato alla contingenza del biennio 1896-1897. Segue la ricostruzione dei rapporti tra Manzoni e il mondo classico: tra gli autori latini più apprezzati figura Virgilio, i cui echi nella produzione manzoniana vengono analizzati sulla scorta del fondamentale studio di Ettore Paratore Manzoni e il mondo classico. L’ultima parte del capitolo propone l’analisi del saggio pascoliano: esso costituisce l’esemplare concretizzazione dell’ermeneutica di Pascoli, intesa come ricostruzione dell’antefatto dell’opera, dell’accento che essa – pur tacendolo – accoglie e trasforma in sé. Secondo il poeta, nel comporre la «notte degli imbrogli e dei sotterfugi», Manzoni si sarebbe inconsapevolmente ispirato a Virgilio, la cui mitica, ultima notte di Troia riecheggia nelle avventure del paesello innominato. Manzoni è tra gli autori antologizzati da Pascoli nelle due sillogi scolastiche Sul limitare e Fior da fiore, cui è dedicato il terzo capitolo. Rispetto al modello antologico proposto da Carducci e Brilli, esse introducono novità dirompenti: l’inserimento di esempi dalle letterature straniere; il diverso ruolo assegnato all’apparato di note (teste a istituire una comunicazione tra antologista e lettore); la copiosa presenza di autori contemporanei e minori. Infine, il quarto e ultimo capitolo contiene la trascrizione dell’autografo pascoliano del saggio, costituito da cinque carte: la prima contiene il titolo (presente come unico dato anche nell’ultima) – riconducibile alla mano della sorella – e un elenco di parole corrispondenti agli argomenti da affrontare; la seconda, appunti di lavoro sul rapporto con le fonti e parte della polemica ojettiana; la terza e la quarta sono occupate da una stesura parziale del saggio. È inoltre proposto il confronto tra le tre edizioni a stampa: su «La Vita Italiana» nel 1896; nei Miei pensieri di varia umanità nel 1903 e in Pensieri e discorsi nel 1907.
Pascoli e Manzoni. Premesse a un'edizione critica del saggio Eco d'una notte mitica
PARLAGRECO, ARIANNA
2020/2021
Abstract
The thesis - divided into four chapters - aims to investigate the relationship between Pascoli and Manzoni and the essay Eco d'una notte mitica, published for the first time in 1896 in the magazine «La Vita Italiana» and dedicated to the analysis of the night of the frauds and subterfuges described between the seventh and eighth chapters of the Promessi Sposi. The first chapter means to set Pascoli's approach to Manzoni in the broader context of the author's youthful education, which took place between Urbino, Florence and Bologna. Both the Urbino college and the University of Bologna are configured as real strongholds of the classicist orientation. Yet, it is in these years and in these environments so hostile to Manzoni that Pascoli's first approach to the Promessi Sposi takes place: it is the poet himself who offers testimony at the beginning of the essay, when he evokes the atmosphere of that first collegiate reading. The second part of the first chapter is therefore dedicated to the analysis of the numerous manzonian resonances in the Myricae, Poemetti and Canti di Castelvecchio collections. There are three appendices: the first two contain the list of Manzoni's essays and editions preserved in the Castelvecchio library and that of the notes in the archive; the third is dedicated to the transcription of some unpublished texts by Pascoli on Manzoni's subject. The second chapter describes the genesis of the essay Eco d’una notte mitica: it was first associated to the controversy initiated by the intellectual Ugo Ojetti, firmly convinced of the non-existence of a national italian literature; Carducci and Pascoli participate in this diatribe, with a defense of the national tradition in the introduction to the Manzoni's essay. In 1903, Eco d’una notte mitica is revised because of the imminent publication in the volume Miei pensieri di varia umanità: the introduction is eliminated, as an anachronistic residue linked to the contingency of the two-year period 1896-1897. The reconstruction of the relationship between Manzoni and the classical world follows: Virgil is the most appreciated latin author, whose echoes in Manzoni's production are analyzed on the basis of the fundamental essay by Ettore Paratore Manzoni e il mondo classico. The last part of the chapter proposes the analysis of Pascoli's essay: it constitutes the exemplary concretization of Pascoli's hermeneutics, understood as a reconstruction of the background of the work, of the accent that it includes and reworks. According to the poet, in composing the night of frauds and subterfuges, Manzoni unwittingly reworked Virgilian elements, and the mythical, last night of Troy echoes in the adventures of the nameless village. Manzoni is among the authors anthologized by Pascoli in the two scholastic syllogs Sul limitare and Fior da Fiore, to whom the third chapter is dedicated. Compared to the anthological model proposed by Carducci and Brilli, they introduce disruptive innovations: the inclusion of examples from foreign literature; the different role assigned to the apparatus of notes (they establish a communication between anthologist and reader); the significant presence of contemporary and minor authors. Finally, the fourth and last chapter contains the transcription of Pascoli's autograph of the essay, made of five cards: the first contains the title (present as the only data even in the last one) - attributable to Pascoli’s sister, Maria - and a list of words, probably the topics to be developed; the second one is about working notes on the relationship with sources and part of the Ojetti’s controversy; the third and fourth are occupied by a partial writing of the essay. A comparison between the three printed editions is also proposed: in «La Vita Italiana» in 1896; in Miei pensieri di varia umanità in 1903 and in Pensieri e discorsi in 1907.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per maggiori informazioni e per verifiche sull'eventuale disponibilità del file scrivere a: unitesi@unipv.it.
https://hdl.handle.net/20.500.14239/1940