Background. Il trapianto di rene ha portato ad un aumento della sopravvivenza e ad un significativo miglioramento della qualità di vita dei pazienti affetti da insufficienza renale all’ultimo stadio. I pazienti sottoposti a trapianto sono però particolarmente a rischio di sviluppare infezioni opportunistiche e malattie associate, principalmente in relazione alla terapia immunosoppressiva cui sono soggetti. Nonostante negli ultimi anni siano stati perfezionati e messi a punto una serie di sistemi di diagnostica microbiologica avanzata, il ruolo della ricostituzione immunologica nel post-trapianto rimane ancora da esplorare. La valutazione della cinetica di ricostituzione dei linfociti T CD4+ e CD8+ potrebbe rappresentare un marker della ricostituzione immunitaria del paziente nel post-trapianto, aiutando nella stratificazione dei pazienti in categorie di rischio, nell’introduzione di terapie di profilassi e nella modulazione della terapia immunosoppressiva. Il nadir delle conte di linfociti T CD4+ potrebbe rappresentare un valido marcatore per l’identificazione dei pazienti trapiantati a maggior rischio infettivo. Scopo. L’obiettivo primario del lavoro è stato quello di identificare il valore di nadir T CD4+ e quello di valutarne il ruolo predittivo nel post-trapianto in pazienti trapiantati di rene in relazione al rischio di sviluppare infezioni opportunistiche sia singole che multiple. Materiali e metodi. Sono stati arruolati 110 pazienti trapiantati di rene presso l’IRCCS Policlinico San Matteo, nel periodo compreso tra Gennaio 2012 e Luglio 2017. Al momento del trapianto, sono stati eseguiti prelievi di sangue periferico per la valutazione del profilo linfocitario (linfociti T CD3+, T CD4+, T CD8+, CD4+/CD8+) e dello stato sierologico per HCMV, EBV, HSV1 e 2, VZV, T. gondii. Successivamente, sono stati eseguiti prelievi di sangue periferico per il conteggio dei linfociti T CD4+ e CD8+ a 30, 60, 90, 120, 180, 240, 270, 360 giorni post-trapianto. Come da protocollo diagnostico, negli stessi tempi è stata eseguita la determinazione quantitativa del DNA dei principali agenti opportunistici. Inoltre, sono stati registrati tutti gli episodi clinicamente evidenti di infezione opportunistica, ad eziologia virale e fungina, avvenuti nel primo anno post-trapianto. Risultati. I pazienti trapianti di rene con nadir T CD4+ <200 cellule/µl hanno mostrato una conta linfocitaria T CD4+ significativamente più bassa in tutti i punti del follow up rispetto ai pazienti con nadir T CD4+ ≥200 cellule/µl (p<0,0001). Il valore più basso di cellule T CD4+ e T CD8+ è stato raggiunto a 60 giorni post-trapianto in entrambi i gruppi. È stato dimostrato che la terapia di induzione ha un effetto significativo sulla ricostituzione delle conte linfocitarie T CD4+. Questa risulta ridotta nei pazienti trattati con ATG rispetto ai trattati con Basiliximab (p<0,0001). I pazienti con nadir T CD4+ <200 cellule/µl hanno sviluppato un numero maggiore di infezioni multiple (p=0.0170) e hanno presentato un’incidenza cumulativa di infezioni opportunistiche più elevata rispetto ai pazienti con nadir T CD4+ ≥200 cellule/µl (p<0,0001). Inoltre, nei pazienti con nadir T CD4+ <200 cellule/µl sono state riscontrate più riattivazioni da HCMV e EBV rispetto ai pazienti con nadir T CD4+ ≥200 cellule/µl (p=0,0191 e p=0,0242, rispettivamente). L’incidenza delle infezioni fungine è maggiore nei pazienti con nadir T CD4+ <200 cellule/µl, con una differenza tra i due gruppi che tende alla significatività (p=0.0585). Conclusioni. La stratificazione dei pazienti trapiantati in base al nadir T CD4+ rappresenta un metodo nuovo, semplice ed esportabile per l’identificazione precoce dei pazienti a rischio di sviluppare infezioni opportunistiche.
VALORE PREDITTIVO DEL NADIR DELLE CONTE DI LINFOCITI T-CD4+ PER LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO DI INFEZIONI OPPORTUNISTICHE NEI PAZIENTI TRAPIANTATI DI RENE
DEGLI ANTONI, MELANIA
2017/2018
Abstract
Background. Il trapianto di rene ha portato ad un aumento della sopravvivenza e ad un significativo miglioramento della qualità di vita dei pazienti affetti da insufficienza renale all’ultimo stadio. I pazienti sottoposti a trapianto sono però particolarmente a rischio di sviluppare infezioni opportunistiche e malattie associate, principalmente in relazione alla terapia immunosoppressiva cui sono soggetti. Nonostante negli ultimi anni siano stati perfezionati e messi a punto una serie di sistemi di diagnostica microbiologica avanzata, il ruolo della ricostituzione immunologica nel post-trapianto rimane ancora da esplorare. La valutazione della cinetica di ricostituzione dei linfociti T CD4+ e CD8+ potrebbe rappresentare un marker della ricostituzione immunitaria del paziente nel post-trapianto, aiutando nella stratificazione dei pazienti in categorie di rischio, nell’introduzione di terapie di profilassi e nella modulazione della terapia immunosoppressiva. Il nadir delle conte di linfociti T CD4+ potrebbe rappresentare un valido marcatore per l’identificazione dei pazienti trapiantati a maggior rischio infettivo. Scopo. L’obiettivo primario del lavoro è stato quello di identificare il valore di nadir T CD4+ e quello di valutarne il ruolo predittivo nel post-trapianto in pazienti trapiantati di rene in relazione al rischio di sviluppare infezioni opportunistiche sia singole che multiple. Materiali e metodi. Sono stati arruolati 110 pazienti trapiantati di rene presso l’IRCCS Policlinico San Matteo, nel periodo compreso tra Gennaio 2012 e Luglio 2017. Al momento del trapianto, sono stati eseguiti prelievi di sangue periferico per la valutazione del profilo linfocitario (linfociti T CD3+, T CD4+, T CD8+, CD4+/CD8+) e dello stato sierologico per HCMV, EBV, HSV1 e 2, VZV, T. gondii. Successivamente, sono stati eseguiti prelievi di sangue periferico per il conteggio dei linfociti T CD4+ e CD8+ a 30, 60, 90, 120, 180, 240, 270, 360 giorni post-trapianto. Come da protocollo diagnostico, negli stessi tempi è stata eseguita la determinazione quantitativa del DNA dei principali agenti opportunistici. Inoltre, sono stati registrati tutti gli episodi clinicamente evidenti di infezione opportunistica, ad eziologia virale e fungina, avvenuti nel primo anno post-trapianto. Risultati. I pazienti trapianti di rene con nadir T CD4+ <200 cellule/µl hanno mostrato una conta linfocitaria T CD4+ significativamente più bassa in tutti i punti del follow up rispetto ai pazienti con nadir T CD4+ ≥200 cellule/µl (p<0,0001). Il valore più basso di cellule T CD4+ e T CD8+ è stato raggiunto a 60 giorni post-trapianto in entrambi i gruppi. È stato dimostrato che la terapia di induzione ha un effetto significativo sulla ricostituzione delle conte linfocitarie T CD4+. Questa risulta ridotta nei pazienti trattati con ATG rispetto ai trattati con Basiliximab (p<0,0001). I pazienti con nadir T CD4+ <200 cellule/µl hanno sviluppato un numero maggiore di infezioni multiple (p=0.0170) e hanno presentato un’incidenza cumulativa di infezioni opportunistiche più elevata rispetto ai pazienti con nadir T CD4+ ≥200 cellule/µl (p<0,0001). Inoltre, nei pazienti con nadir T CD4+ <200 cellule/µl sono state riscontrate più riattivazioni da HCMV e EBV rispetto ai pazienti con nadir T CD4+ ≥200 cellule/µl (p=0,0191 e p=0,0242, rispettivamente). L’incidenza delle infezioni fungine è maggiore nei pazienti con nadir T CD4+ <200 cellule/µl, con una differenza tra i due gruppi che tende alla significatività (p=0.0585). Conclusioni. La stratificazione dei pazienti trapiantati in base al nadir T CD4+ rappresenta un metodo nuovo, semplice ed esportabile per l’identificazione precoce dei pazienti a rischio di sviluppare infezioni opportunistiche.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/19436