L’incidenza dello scompenso cardiaco cronico, comune risultato finale della maggior parte delle malattie cardiache, è in costante aumento in diversi paesi. Fino ad oggi, la maggior parte delle attività di ricerca sullo scompenso cardiaco sono state indirizzate alle terapie farmacologiche ed ai dispositivi (defibrillatori impiantabili e resincronizzazione), e scarsa attenzione è stata invece rivolta ad un approccio non farmacologico, ed in particolare alla nutrizione. Finora la prescrizione dietetica nello scompenso cardiaco si è limitata alla restrizione all’apporto di sodio che in quantità eccessive potrebbe comportare un’instabilizzazione emodinamica acuta nel paziente con scompenso cardiaco. Poco si sa invece circa gli altri aspetti della dieta nello scompenso cardiaco cronico sia in termini di nutrizione in generale che di micronutrienti come vitamine e minerali. Infatti solo di recente, è stato riconosciuto che lo stress ossidativo possa contribuire nel determinismo e nella progressione dello scompenso cardiaco cronico. E’ questo un aspetto importante perché apporti esterni di antiossidanti mediante dieta e/o nutraceutici specifici potrebbero ridurre la progressione del danno al miocardio per quanto attribuibile allo stress ossidativo. Un altro esempio di importanza degli aspetti nutrizionali deriva dalla somministrazione di amminoacidi essenziali. Infatti esiste un’ampia letteratura scientifica che dimostra che la supplementazione con amminoacidi essenziali liberi possa migliorare l’autonomia motoria ed il consumo di ossigeno sotto sforzo in pazienti con grave scompenso cardiaco cronico. Lo scopo di questa Tesi è quello di riassumere analizzare i dati attuali sul ruolo della dieta nella gestione dello scompenso cardiaco cronico, per dimostrare che opportuni e mirati interventi nutrizionali, ben oltre la semplice raccomandazione di restrizione del sale e dei liquidi, potrebbero avere la potenzialità di contribuire ad una stabilizzazione del quadro emodinamico, quindi dello stato clinico e della qualità di vita del paziente. A tal fine l’attenzione è stata focalizzata sul ruolo e l’importanza degli aminoacidi essenziali ed in particolare degli aminoacidi ramificati.
Interventi nutrizionali nello scompenso cardiaco cronico
MARRA, MARIA STEFANIA
2014/2015
Abstract
L’incidenza dello scompenso cardiaco cronico, comune risultato finale della maggior parte delle malattie cardiache, è in costante aumento in diversi paesi. Fino ad oggi, la maggior parte delle attività di ricerca sullo scompenso cardiaco sono state indirizzate alle terapie farmacologiche ed ai dispositivi (defibrillatori impiantabili e resincronizzazione), e scarsa attenzione è stata invece rivolta ad un approccio non farmacologico, ed in particolare alla nutrizione. Finora la prescrizione dietetica nello scompenso cardiaco si è limitata alla restrizione all’apporto di sodio che in quantità eccessive potrebbe comportare un’instabilizzazione emodinamica acuta nel paziente con scompenso cardiaco. Poco si sa invece circa gli altri aspetti della dieta nello scompenso cardiaco cronico sia in termini di nutrizione in generale che di micronutrienti come vitamine e minerali. Infatti solo di recente, è stato riconosciuto che lo stress ossidativo possa contribuire nel determinismo e nella progressione dello scompenso cardiaco cronico. E’ questo un aspetto importante perché apporti esterni di antiossidanti mediante dieta e/o nutraceutici specifici potrebbero ridurre la progressione del danno al miocardio per quanto attribuibile allo stress ossidativo. Un altro esempio di importanza degli aspetti nutrizionali deriva dalla somministrazione di amminoacidi essenziali. Infatti esiste un’ampia letteratura scientifica che dimostra che la supplementazione con amminoacidi essenziali liberi possa migliorare l’autonomia motoria ed il consumo di ossigeno sotto sforzo in pazienti con grave scompenso cardiaco cronico. Lo scopo di questa Tesi è quello di riassumere analizzare i dati attuali sul ruolo della dieta nella gestione dello scompenso cardiaco cronico, per dimostrare che opportuni e mirati interventi nutrizionali, ben oltre la semplice raccomandazione di restrizione del sale e dei liquidi, potrebbero avere la potenzialità di contribuire ad una stabilizzazione del quadro emodinamico, quindi dello stato clinico e della qualità di vita del paziente. A tal fine l’attenzione è stata focalizzata sul ruolo e l’importanza degli aminoacidi essenziali ed in particolare degli aminoacidi ramificati.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/19674