Alzheimer's disease (AD) is a neuro-degenerative disease extremely disabling. It affects the central nervous system and causes a progressive loss of memory, with abnormal thinking skills, ability of judgment and personality; it implies, therefore, a progressive decline in cognitive function, thus affecting the quality of life of the subject. The prevalence of AD increases exponentially with age; it is, in fact, a major cause of dementia in people over the age of 60 years. There are multiple factors that contribute to the development of the disease: genetic, epigenetic and environmental factors, including smoking, psychological stress and improper dietary habits. With increasing life expectancy, the population is more exposed to them and is more predisposed to the development of chronic diseases that contribute to increase the risk of AD. Ageing is, however, an inevitable step of human life and therefore primary prevention plays a key role. In recent decades the attention has focused on nutrition and on the role that it assumes in the prevention and reduction of risk factors for AD. The research has focused mainly on the influence nutrition on gene expression, thus the epigenetic modulation of certain foods. In the thesis work presented, it was studied epigenetic mechanisms involved in the pathogenesis of AD and the interaction of these with the diet with particular reference to the use of turmeric. It was found that turmeric may exert its biological activities through epigenetic modulation at lower concentrations, but it shows a poor bioavailability after oral administration, which represents a potential limitation of use. The in vitro and in vivo studies define turmeric as a promising compound for the development of therapies for the treatment and prevention of AD, but they still not sufficient to validate its potential epigenomic.

La malattia di Alzheimer (AD) è una patologia neuro-degenerativa estremamente invalidante. Essa colpisce il sistema nervoso centrale e determina una progressiva perdita di memoria, con alterazioni delle capacità di pensiero, facoltà di giudizio e personalità; comporta, dunque, un progressivo declino delle funzioni cognitive, con ripercussioni sulla qualità di vita del soggetto. Il tasso di prevalenza per AD aumenta esponenzialmente con l'avanzare dell'età; essa è, infatti, una delle principali cause di demenza in soggetti di età superiore ai 60 anni. Molteplici sono i fattori che contribuiscono allo sviluppo della patologia: genetici, epigenetici ed ambientali, tra i quali fumo, stress psicologico e scorrette abitudini alimentari. Con l'aumento della prospettiva di vita, la popolazione è maggiormente esposta ad essi ed è più predisposta allo sviluppo di patologie croniche che contribuiscono ad aumentare il rischio di AD. L'invecchiamento è, tuttavia, una componente inevitabile del decorso umano e pertanto la prevenzione primaria assume un ruolo di fondamentale importanza. Negli ultimi decenni l'attenzione si è focalizzata sulla nutrizione e sul ruolo che questa assume nella prevenzione e nella riduzione dei fattori di rischio per AD. La ricerca si è concentrata soprattutto sull'influenza dell'alimentazione sull'espressione genica, dunque sulla modulazione epigenetica di alcuni alimenti. Nel lavoro di tesi presentato, sono stati approfonditi i meccanismi epigenetici coinvolti nella patogenesi di AD e l'interazione di questi con la dieta con particolare riferimento all'utilizzo di curcuma. È emerso che la curcuma può esercitare le sue attività biologiche attraverso modulazione epigenetica alle concentrazioni più basse, tuttavia è necessario considerare la scarsa biodisponibilità della molecola che dimostra in seguito a somministrazione orale, che ne rappresenta, pertanto, un possibile limite di utilizzo. Gli studi in vitro e in vivo finora condotti permettono di definire la curcuma come un composto promettente per lo sviluppo di terapie per il trattamento e la prevenzione di AD, anche se i dati non sono ancora sufficienti per convalidane il potenziale epigenomico.

CURCUMA E MALATTIA DI ALZHEIMER: POTENZIALE EPIGENETICO ED IMPIEGO TERAPEUTICO

TOSI, FRANCESCA
2014/2015

Abstract

Alzheimer's disease (AD) is a neuro-degenerative disease extremely disabling. It affects the central nervous system and causes a progressive loss of memory, with abnormal thinking skills, ability of judgment and personality; it implies, therefore, a progressive decline in cognitive function, thus affecting the quality of life of the subject. The prevalence of AD increases exponentially with age; it is, in fact, a major cause of dementia in people over the age of 60 years. There are multiple factors that contribute to the development of the disease: genetic, epigenetic and environmental factors, including smoking, psychological stress and improper dietary habits. With increasing life expectancy, the population is more exposed to them and is more predisposed to the development of chronic diseases that contribute to increase the risk of AD. Ageing is, however, an inevitable step of human life and therefore primary prevention plays a key role. In recent decades the attention has focused on nutrition and on the role that it assumes in the prevention and reduction of risk factors for AD. The research has focused mainly on the influence nutrition on gene expression, thus the epigenetic modulation of certain foods. In the thesis work presented, it was studied epigenetic mechanisms involved in the pathogenesis of AD and the interaction of these with the diet with particular reference to the use of turmeric. It was found that turmeric may exert its biological activities through epigenetic modulation at lower concentrations, but it shows a poor bioavailability after oral administration, which represents a potential limitation of use. The in vitro and in vivo studies define turmeric as a promising compound for the development of therapies for the treatment and prevention of AD, but they still not sufficient to validate its potential epigenomic.
2014
TURMERIC AND ALZHEIMER'S DISEASE: EPIGENETIC POTENTIAL AND THERAPEUTIC USE
La malattia di Alzheimer (AD) è una patologia neuro-degenerativa estremamente invalidante. Essa colpisce il sistema nervoso centrale e determina una progressiva perdita di memoria, con alterazioni delle capacità di pensiero, facoltà di giudizio e personalità; comporta, dunque, un progressivo declino delle funzioni cognitive, con ripercussioni sulla qualità di vita del soggetto. Il tasso di prevalenza per AD aumenta esponenzialmente con l'avanzare dell'età; essa è, infatti, una delle principali cause di demenza in soggetti di età superiore ai 60 anni. Molteplici sono i fattori che contribuiscono allo sviluppo della patologia: genetici, epigenetici ed ambientali, tra i quali fumo, stress psicologico e scorrette abitudini alimentari. Con l'aumento della prospettiva di vita, la popolazione è maggiormente esposta ad essi ed è più predisposta allo sviluppo di patologie croniche che contribuiscono ad aumentare il rischio di AD. L'invecchiamento è, tuttavia, una componente inevitabile del decorso umano e pertanto la prevenzione primaria assume un ruolo di fondamentale importanza. Negli ultimi decenni l'attenzione si è focalizzata sulla nutrizione e sul ruolo che questa assume nella prevenzione e nella riduzione dei fattori di rischio per AD. La ricerca si è concentrata soprattutto sull'influenza dell'alimentazione sull'espressione genica, dunque sulla modulazione epigenetica di alcuni alimenti. Nel lavoro di tesi presentato, sono stati approfonditi i meccanismi epigenetici coinvolti nella patogenesi di AD e l'interazione di questi con la dieta con particolare riferimento all'utilizzo di curcuma. È emerso che la curcuma può esercitare le sue attività biologiche attraverso modulazione epigenetica alle concentrazioni più basse, tuttavia è necessario considerare la scarsa biodisponibilità della molecola che dimostra in seguito a somministrazione orale, che ne rappresenta, pertanto, un possibile limite di utilizzo. Gli studi in vitro e in vivo finora condotti permettono di definire la curcuma come un composto promettente per lo sviluppo di terapie per il trattamento e la prevenzione di AD, anche se i dati non sono ancora sufficienti per convalidane il potenziale epigenomico.
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