La shock settico è la complicanza più severa di un processo infettivo con una morbidità e mortalità epidemiologicamente molto rilevanti. La fisiopatologica è estremamente complessa. Tra i numerosi processi coinvolti nello shock settico si riconoscono a livello tissutale la cascata delle citochine infiammatorie e la disfunzione metabolica, con conseguente disfunzione mitocondriale, che contribuiscono ad indurre un coinvolgimento sistemico la cui esplicazione clinica è l’insufficienza multi-organo. Da diversi anni gli obiettivi di ricerca sono volti all’identificazione delle diverse alterazioni a livello sia molecolare sia tissutale nell’ottica di una più precoce diagnosi e, con sequenzialmente, una target therapy. La definizione in termini clinici della sepsi e dello shock settico è stata recentemente aggiornata dal Consensus Sepsis-3, che ha cercato di proporre dei criteri universali per la diagnosi di tale processo patologico al fine di, inoltre, rendere omogenei e confrontabili i dati epidemiologici. Il miocardio può essere interessato nella disfunzione multi-organo fino ad un 60% dei casi. La cardiomiopatia sepsi-relata corrisponde ad una disfunzione mono- o bi-ventricolare, diastolica e/o sistolica e reversibile in 7-10 giorni. L’ecocardiografia ha un ruolo fondamentale nel processo diagnostico di tale disfunzione cardiaca: per la non-invasività e l’alta riproducibilità rappresenta l’approccio diagnostico di scelta. Nonostante ciò, l’utilizzo di tale tecnica in ambito intensivo su larga scala è relativamente recente. I parametri correntemente utilizzati sono stati importati dalla letteratura cardiologica, la cui validazione è stata effettuata su pazienti ambulatoriali con scompenso cronico e con cardiomiopatie dilatative e che talvolta mal si adattano a pazienti acuti con shock con caratteristiche emodinamiche completamente differenti. Il riconoscimento precoce della cardiomiopatia sepsi-relata incide sulla possibilità di trattare precocemente e meglio il paziente: questo è il motivo per il quale la validazione di parametri ultrasonografici diagnostici utili è un obiettivo da ricercare tramite i prossimi studi in quest’ambito. Lo studio prospettico osservazionale multicentrico REVERSE (REassessment of biVEntriculaR dysfunction in SEptic shock) si prefigge di valutare la sensibilità, la specificità e l’accuratezza del MAPSE e del t-IVT, due parametri ultrasonografici che rappresentano la funzione sistolica longitudinale ventricolare sinistra e l’interazione sistole-diastole nel ciclo cardiaco in pazienti in shock settico. Questi indici hanno già dimostrato una maggior sensibilità, rispetto a quelli comunemente usati (frazione di eiezione e fractional shortening), nella definizione del profilo emodinamico dei pazienti in shock cardiogeno. Il gold standard considerato per la definizione del danno miocardico in corso di shock settico è la troponina; lo studio si avvarrà di una valutazione multiparametrica (clinica, laboratoristica ed ecocardiografica) quotidiana nella coorte sopra descritta. In conclusione, lo studio REVERSE ha l’obiettivo di rivalutare la disfunzione ventricolare sinistra e destra nei pazienti in shock settico con uno stretto monitoraggio e testando la maggior sensibilità di parametri ecocardiografici volta ad un miglior approccio diagnostico-terapeutico.
REVERSE study: REassessment of biVEntricular dysfunction in SEptic shock
LUCENTEFORTE, MANUELA
2017/2018
Abstract
La shock settico è la complicanza più severa di un processo infettivo con una morbidità e mortalità epidemiologicamente molto rilevanti. La fisiopatologica è estremamente complessa. Tra i numerosi processi coinvolti nello shock settico si riconoscono a livello tissutale la cascata delle citochine infiammatorie e la disfunzione metabolica, con conseguente disfunzione mitocondriale, che contribuiscono ad indurre un coinvolgimento sistemico la cui esplicazione clinica è l’insufficienza multi-organo. Da diversi anni gli obiettivi di ricerca sono volti all’identificazione delle diverse alterazioni a livello sia molecolare sia tissutale nell’ottica di una più precoce diagnosi e, con sequenzialmente, una target therapy. La definizione in termini clinici della sepsi e dello shock settico è stata recentemente aggiornata dal Consensus Sepsis-3, che ha cercato di proporre dei criteri universali per la diagnosi di tale processo patologico al fine di, inoltre, rendere omogenei e confrontabili i dati epidemiologici. Il miocardio può essere interessato nella disfunzione multi-organo fino ad un 60% dei casi. La cardiomiopatia sepsi-relata corrisponde ad una disfunzione mono- o bi-ventricolare, diastolica e/o sistolica e reversibile in 7-10 giorni. L’ecocardiografia ha un ruolo fondamentale nel processo diagnostico di tale disfunzione cardiaca: per la non-invasività e l’alta riproducibilità rappresenta l’approccio diagnostico di scelta. Nonostante ciò, l’utilizzo di tale tecnica in ambito intensivo su larga scala è relativamente recente. I parametri correntemente utilizzati sono stati importati dalla letteratura cardiologica, la cui validazione è stata effettuata su pazienti ambulatoriali con scompenso cronico e con cardiomiopatie dilatative e che talvolta mal si adattano a pazienti acuti con shock con caratteristiche emodinamiche completamente differenti. Il riconoscimento precoce della cardiomiopatia sepsi-relata incide sulla possibilità di trattare precocemente e meglio il paziente: questo è il motivo per il quale la validazione di parametri ultrasonografici diagnostici utili è un obiettivo da ricercare tramite i prossimi studi in quest’ambito. Lo studio prospettico osservazionale multicentrico REVERSE (REassessment of biVEntriculaR dysfunction in SEptic shock) si prefigge di valutare la sensibilità, la specificità e l’accuratezza del MAPSE e del t-IVT, due parametri ultrasonografici che rappresentano la funzione sistolica longitudinale ventricolare sinistra e l’interazione sistole-diastole nel ciclo cardiaco in pazienti in shock settico. Questi indici hanno già dimostrato una maggior sensibilità, rispetto a quelli comunemente usati (frazione di eiezione e fractional shortening), nella definizione del profilo emodinamico dei pazienti in shock cardiogeno. Il gold standard considerato per la definizione del danno miocardico in corso di shock settico è la troponina; lo studio si avvarrà di una valutazione multiparametrica (clinica, laboratoristica ed ecocardiografica) quotidiana nella coorte sopra descritta. In conclusione, lo studio REVERSE ha l’obiettivo di rivalutare la disfunzione ventricolare sinistra e destra nei pazienti in shock settico con uno stretto monitoraggio e testando la maggior sensibilità di parametri ecocardiografici volta ad un miglior approccio diagnostico-terapeutico.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/21705