Nell’elaborato è stata affrontata la complessa tematica dei rapporti tra Afghanistan e Pakistan, o meglio dell’area Af-Pak – i cui legami geografici, storici ed etnici sono stati messi in risalto – per comprendere meglio il ruolo esercitato dai governi che si sono succeduti a Islamabad nelle vicende politiche dello stato afghano. La scelta di questo argomento deriva dal fatto che il Pakistan ha sempre considerato l’Afghanistan un territorio strategico per i propri interessi e, dunque, da mantenere sotto il proprio controllo in vista di un eventuale conflitto con l’India, così da poter contare su un governo amico. Allo stesso tempo, nelle strategie politiche pakistane l’Afghanistan risulta essere prioritario per motivi prettamente economici come, ad esempio, il collegamento con le Repubbliche ex-sovietiche dell’Asia centrale. Per tutte queste ragioni, i governi pakistani – sfruttando lo sfondo religioso – hanno sempre sostenuto, e continuano tuttora ad appoggiare i talebani, nonché altri gruppi terroristici in Kashmir (area posta tra India, Cina e Pakistan, di cui ogni Stato ne detiene il controllo di una parte e di cui il Pakistan continua a rivendicarne la sovranità). Pertanto, attraverso questa disamina si vuole “smascherare” l’inganno del Pakistan, analizzando come i governi di Islamabad abbiano sempre cercato di perseguire, nella loro politica di sicurezza, una profondità strategica. Nello specifico, il concetto di “profondità strategica” rientra nell’ambito della dottrina militare e, in rapporto al Pakistan, deve essere inteso come strumento utilizzato da tale Stato per evitare un potenziale accerchiamento del suo territorio e, parallelamente, per utilizzare il territorio afghano come asset nei confronti dell’India, tramite rapporti diplomatici e aiuti. Per delineare la complessità delle relazioni tra Afghanistan e Pakistan è necessario partire dal controverso confine tra i due Stati, comunque riconosciuto a livello internazionale, e denominato “linea Durand”. Questa frontiera venne tracciata in età coloniale, esattamente nel 1893, nel momento in cui l’area di confine tra Afghanistan e Pakistan iniziò ad avere un ruolo significativo nella politica mondiale, cioè nella rivalità del Great Game tra la Gran Bretagna e la Russia. L’accordo istitutivo della linea Durand (Kabul Convention of 1893) fu negoziato tra il diplomatico Sir H. Mortimer Durand, in qualità di segretario agli esteri dell’Impero britannico – in cui rientrava anche il territorio dell’attuale Pakistan – e l’emiro afghano Abdur Rahaman Khan. La frontiera venne tracciata rispondendo sostanzialmente alla finalità della monarchia inglese, ossia quella di fermare l’espansionismo dell’impero zarista verso il Sud-est Asiatico e il Mare Arabico, tutelando così l’India britannica. In quel momento storico, il governo afghano si trovava in una posizione debole rispetto all’impero britannico e, quindi, accettò il trattato a livello diplomatico; l’accordo, infatti, avrebbe garantito la protezione del Paese dalla Russia e, contestualmente, i mezzi per reprimere eventuali conflitti interni. Si può affermare che la linea Durand si configuri come un’area di frontiera in cui non è possibile realizzare la funzione separatrice del confine, in quanto le interconnessioni sociali, economiche ed etniche transfrontaliere risultano maggiori rispetto a quelle che esistono tra l’Afghanistan e il Pakistan. In effetti, al momento del suo tracciamento, il confine causò la suddivisione di numerose tribù di etnia pashtun tra i due Paesi, determinando rivolte locali represse militarmente dall’esercito inglese. Proprio in quel periodo nacque il nazionalismo dei pashtun, popolazione che decise di superare i paradigmi tribali per sviluppare una ideologia nazionale; l’Afghanistan sfruttò poi tale questione per fare diventare i pashtun indipendenti dal Pakistan.
I RAPPORTI TRA AFGHANISTAN E PAKISTAN NELLO SVILUPPO DEI GRUPPI RADICALI ARMATI
ATAI, WALIMOHAMMAD
2021/2022
Abstract
Nell’elaborato è stata affrontata la complessa tematica dei rapporti tra Afghanistan e Pakistan, o meglio dell’area Af-Pak – i cui legami geografici, storici ed etnici sono stati messi in risalto – per comprendere meglio il ruolo esercitato dai governi che si sono succeduti a Islamabad nelle vicende politiche dello stato afghano. La scelta di questo argomento deriva dal fatto che il Pakistan ha sempre considerato l’Afghanistan un territorio strategico per i propri interessi e, dunque, da mantenere sotto il proprio controllo in vista di un eventuale conflitto con l’India, così da poter contare su un governo amico. Allo stesso tempo, nelle strategie politiche pakistane l’Afghanistan risulta essere prioritario per motivi prettamente economici come, ad esempio, il collegamento con le Repubbliche ex-sovietiche dell’Asia centrale. Per tutte queste ragioni, i governi pakistani – sfruttando lo sfondo religioso – hanno sempre sostenuto, e continuano tuttora ad appoggiare i talebani, nonché altri gruppi terroristici in Kashmir (area posta tra India, Cina e Pakistan, di cui ogni Stato ne detiene il controllo di una parte e di cui il Pakistan continua a rivendicarne la sovranità). Pertanto, attraverso questa disamina si vuole “smascherare” l’inganno del Pakistan, analizzando come i governi di Islamabad abbiano sempre cercato di perseguire, nella loro politica di sicurezza, una profondità strategica. Nello specifico, il concetto di “profondità strategica” rientra nell’ambito della dottrina militare e, in rapporto al Pakistan, deve essere inteso come strumento utilizzato da tale Stato per evitare un potenziale accerchiamento del suo territorio e, parallelamente, per utilizzare il territorio afghano come asset nei confronti dell’India, tramite rapporti diplomatici e aiuti. Per delineare la complessità delle relazioni tra Afghanistan e Pakistan è necessario partire dal controverso confine tra i due Stati, comunque riconosciuto a livello internazionale, e denominato “linea Durand”. Questa frontiera venne tracciata in età coloniale, esattamente nel 1893, nel momento in cui l’area di confine tra Afghanistan e Pakistan iniziò ad avere un ruolo significativo nella politica mondiale, cioè nella rivalità del Great Game tra la Gran Bretagna e la Russia. L’accordo istitutivo della linea Durand (Kabul Convention of 1893) fu negoziato tra il diplomatico Sir H. Mortimer Durand, in qualità di segretario agli esteri dell’Impero britannico – in cui rientrava anche il territorio dell’attuale Pakistan – e l’emiro afghano Abdur Rahaman Khan. La frontiera venne tracciata rispondendo sostanzialmente alla finalità della monarchia inglese, ossia quella di fermare l’espansionismo dell’impero zarista verso il Sud-est Asiatico e il Mare Arabico, tutelando così l’India britannica. In quel momento storico, il governo afghano si trovava in una posizione debole rispetto all’impero britannico e, quindi, accettò il trattato a livello diplomatico; l’accordo, infatti, avrebbe garantito la protezione del Paese dalla Russia e, contestualmente, i mezzi per reprimere eventuali conflitti interni. Si può affermare che la linea Durand si configuri come un’area di frontiera in cui non è possibile realizzare la funzione separatrice del confine, in quanto le interconnessioni sociali, economiche ed etniche transfrontaliere risultano maggiori rispetto a quelle che esistono tra l’Afghanistan e il Pakistan. In effetti, al momento del suo tracciamento, il confine causò la suddivisione di numerose tribù di etnia pashtun tra i due Paesi, determinando rivolte locali represse militarmente dall’esercito inglese. Proprio in quel periodo nacque il nazionalismo dei pashtun, popolazione che decise di superare i paradigmi tribali per sviluppare una ideologia nazionale; l’Afghanistan sfruttò poi tale questione per fare diventare i pashtun indipendenti dal Pakistan.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/2322