La sclerosi tuberosa è una patologia genetica rara ad interessamento multisistemico, caratterizzata da alta variabilità fenotipica. La malattia è causata da mutazioni in uno dei due geni, TSC1 e TSC2, da cui deriva un’alterazione nella formazione dell’eterodimero amartina-tuberina e, di conseguenza, un incremento dell’attività del bersaglio della Rapamicina. L’iperattivazione del pathway mTOR provoca lo sviluppo di amartomi che possono potenzialmente coinvolgere ogni distretto corporeo. Inoltre, i soggetti affetti possono presentare lesioni cutanee (60-70%), ritardo mentale (45-60%) e sviluppo di crisi epilettiche (70-90%). L’obiettivo del nostro studio è quello di valutare retrospettivamente l’efficacia e la sicurezza a breve e medio termine dell’Everolimus (inibitore di mTOR) nel trattamento dell’Angiomiolipoma renale (AML), dell’Astrocitoma subependimale a cellule giganti (SEGA) e dell'epilessia farmacoresistente nei pazienti affetti da TSC seguiti presso la Clinica Pediatrica di Pavia dal 2013 al 2019. Sono stati inclusi 4 pazienti (1-39 anni – età mediana 10 anni) che hanno una mutazione de novo del gene TSC2. La durata media del trattamento è stata di 40.75 mesi (6-58 mesi) con posologia media del farmaco ad inizio e fine del follow up pari a 4.77 mg/m2/die (4.33-5.33 mg/m2/die) e 4.90 mg/m2/die (2.92-7.46 mg/m2/die) rispettivamente. Il follow up clinico prevedeva: visita neurologica, video-EEG, RMN cerebrale, Ecografia delle vie urinarie, TC addominale. Sono stati raccolti retrospettivamente e longitudinalmente i dati biometrici relativi a: volume dei SEGA, numero e dimensione dei noduli subependimali (SEN), numero dei tuberi corticali, dimensioni e numero degli AML. Tutti i pazienti hanno presentato un aumento dei valori di colesterolo totale (media 230 mg/dl). In un paziente sono stati segnalati due episodi di angioedema, trattati efficacemente con terapia antistaminica e steroidea. Nei tre pazienti con almeno un SEGA l'uso di Everolimus per sedici mesi ha portato ad una riduzione delle dimensioni del 51%. Un paziente con cinque AML all’inizio del follow-up ha mostrato complessivamente, dopo sedici mesi di terapia, una riduzione delle dimensioni pari al 72.6%. I nostri dati supportano le evidenze di sicurezza ed efficacia di Everolimus, anche a medio-lungo termine, nel trattamento delle comorbidità neurologiche e tumorali associate alla Sclerosi Tuberosa.
Utilizzo dell'Everolimus nel Complesso Sclerosi Tuberosa: follow-up a medio e a lungo termine in pazienti pediatrici
DI BELLA, GAIA
2018/2019
Abstract
La sclerosi tuberosa è una patologia genetica rara ad interessamento multisistemico, caratterizzata da alta variabilità fenotipica. La malattia è causata da mutazioni in uno dei due geni, TSC1 e TSC2, da cui deriva un’alterazione nella formazione dell’eterodimero amartina-tuberina e, di conseguenza, un incremento dell’attività del bersaglio della Rapamicina. L’iperattivazione del pathway mTOR provoca lo sviluppo di amartomi che possono potenzialmente coinvolgere ogni distretto corporeo. Inoltre, i soggetti affetti possono presentare lesioni cutanee (60-70%), ritardo mentale (45-60%) e sviluppo di crisi epilettiche (70-90%). L’obiettivo del nostro studio è quello di valutare retrospettivamente l’efficacia e la sicurezza a breve e medio termine dell’Everolimus (inibitore di mTOR) nel trattamento dell’Angiomiolipoma renale (AML), dell’Astrocitoma subependimale a cellule giganti (SEGA) e dell'epilessia farmacoresistente nei pazienti affetti da TSC seguiti presso la Clinica Pediatrica di Pavia dal 2013 al 2019. Sono stati inclusi 4 pazienti (1-39 anni – età mediana 10 anni) che hanno una mutazione de novo del gene TSC2. La durata media del trattamento è stata di 40.75 mesi (6-58 mesi) con posologia media del farmaco ad inizio e fine del follow up pari a 4.77 mg/m2/die (4.33-5.33 mg/m2/die) e 4.90 mg/m2/die (2.92-7.46 mg/m2/die) rispettivamente. Il follow up clinico prevedeva: visita neurologica, video-EEG, RMN cerebrale, Ecografia delle vie urinarie, TC addominale. Sono stati raccolti retrospettivamente e longitudinalmente i dati biometrici relativi a: volume dei SEGA, numero e dimensione dei noduli subependimali (SEN), numero dei tuberi corticali, dimensioni e numero degli AML. Tutti i pazienti hanno presentato un aumento dei valori di colesterolo totale (media 230 mg/dl). In un paziente sono stati segnalati due episodi di angioedema, trattati efficacemente con terapia antistaminica e steroidea. Nei tre pazienti con almeno un SEGA l'uso di Everolimus per sedici mesi ha portato ad una riduzione delle dimensioni del 51%. Un paziente con cinque AML all’inizio del follow-up ha mostrato complessivamente, dopo sedici mesi di terapia, una riduzione delle dimensioni pari al 72.6%. I nostri dati supportano le evidenze di sicurezza ed efficacia di Everolimus, anche a medio-lungo termine, nel trattamento delle comorbidità neurologiche e tumorali associate alla Sclerosi Tuberosa.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/23736