La vaccinazione è uno strumento di sanità pubblica, che si prefigge di proteggere sia l’individuo come singolo sia la collettività. Può essere definito un presidio preventivo volto a ridurre l’incidenza di malattie gravi, spesso anche mortali, attraverso la somministrazione di componenti specifiche di agenti patogeni resi precedentemente innocui, in questo modo si addestra il sistema immunitario umano a riconoscerli e combatterli efficacemente. I vaccini che vengono somministrati devono rispondere a rigorosi criteri di efficacia e sicurezza clinica del preparato, devono indurre una risposta cellulo-mediata ma anche avere un effetto duraturo. Da dove deriva allora tutta questa diffidenza da parte della popolazione, tale per cui aumenta sempre di più la percentuale di non vaccinati?? Sappiamo anche che contrarre una malattia, per il semplice fatto di non aver effettuato il vaccino, seppure questo disponibile, può portare a complicanze cliniche. Vaccinare quindi ha un riscontro anche dal punto di vista economico, in quanto se “prevenire è meglio che curare” il vantaggio non è solo dal punto di vista di un aumento della qualità della salute pubblica, ma anche in termini di risparmio di quella che è la spesa sanitaria. Vaccinare può ridurre il rischio di contrarre malattie e quindi riduce i costi legati alla cura del paziente. Chiediamoci quindi: è dunque meglio non vaccinarsi con il rischio di contrarre delle malattie prevedibili, o farlo prendendo in considerazione i possibili effetti collaterali?

Vaccini e resistenze sociali

MIGGIANO, CHIARA
2015/2016

Abstract

La vaccinazione è uno strumento di sanità pubblica, che si prefigge di proteggere sia l’individuo come singolo sia la collettività. Può essere definito un presidio preventivo volto a ridurre l’incidenza di malattie gravi, spesso anche mortali, attraverso la somministrazione di componenti specifiche di agenti patogeni resi precedentemente innocui, in questo modo si addestra il sistema immunitario umano a riconoscerli e combatterli efficacemente. I vaccini che vengono somministrati devono rispondere a rigorosi criteri di efficacia e sicurezza clinica del preparato, devono indurre una risposta cellulo-mediata ma anche avere un effetto duraturo. Da dove deriva allora tutta questa diffidenza da parte della popolazione, tale per cui aumenta sempre di più la percentuale di non vaccinati?? Sappiamo anche che contrarre una malattia, per il semplice fatto di non aver effettuato il vaccino, seppure questo disponibile, può portare a complicanze cliniche. Vaccinare quindi ha un riscontro anche dal punto di vista economico, in quanto se “prevenire è meglio che curare” il vantaggio non è solo dal punto di vista di un aumento della qualità della salute pubblica, ma anche in termini di risparmio di quella che è la spesa sanitaria. Vaccinare può ridurre il rischio di contrarre malattie e quindi riduce i costi legati alla cura del paziente. Chiediamoci quindi: è dunque meglio non vaccinarsi con il rischio di contrarre delle malattie prevedibili, o farlo prendendo in considerazione i possibili effetti collaterali?
2015
Vaccines and social resistances
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