Lo sviluppo di questa tesi ha l’obiettivo di mettere in chiaro le luci e le ombre dell’utilizzo dei filtri solari. In primo luogo, è importante sottolineare che le radiazioni solari, sono delle “armi” che possono attaccare il nostro organismo e quindi che è fondamentale coprire la nostra pelle con delle protezioni fisiche, ovvero indumenti come cappelli, occhiali da sole o abbigliamento consono, in secondo luogo è importante utilizzare delle protezioni chimiche, cioè dei veri e propri prodotti solari. È stato riscontrato che queste radiazioni possono causare dei danni molto pericolosi alla pelle in quanto possono penetrare lo strato corneo ed apportare delle modifiche irreversibili a livello genetico. Una prolungata esposizione ai raggi UV può causare eritemi, colpi di sole e nel peggiore dei casi, tumori cutanei, dove il più pericoloso di questi è il melanoma. Il formulatore cosmetico, quando deve produrre un prodotto solare, ha l’obiettivo di sviluppare una preparazione che sia stabile dal punto di vista chimico e questo è un aspetto molto complicato, in quanto come si è descritto nei capitoli precedenti, per ottenere un prodotto ad ampio spettro d’azione, è molto frequente l’abbinamento di filtri organici ed inorganici e questo tema è un aspetto critico poiché molti di essi quando sono combinati, tendono a reagire tra loro, portando ad una riduzione netta della stabilità della preparazione e questo porta ad una riduzione consistente della protezione garantita dal prodotto. La stabilità della formulazione quindi è il nocciolo di questa tesi, poiché essa è estremamente variabile nel corso della shelf-life del prodotto finito, risulta quindi importante in questa tematica, la scelta del packaging, del solvente, l’abbinamento dei filtri e molti altri aspetti ancora. Il ruolo del farmacista è importante, in quanto egli deve consigliare un prodotto che sia consono al tipo di consumatore alla quale si vuole dispensare il cosmetico, per esempio se il cliente ha storici di problemi a livello dermatologico, bisognerà consigliare un solare che abbia un SPF e FP-UVA elevati, in modo da garantire la minima penetrazione di raggi UVA/B, e soprattutto consigliare un prodotto che abbia meno composti chimici e più composti naturali e antiossidanti, in modo da garantire una completa protezione della pelle del paziente.

FOTOSTABILITÀ E FOTODEGRADAZIONE DEI FILTRI SOLARI

GABR, MAZEN
2018/2019

Abstract

Lo sviluppo di questa tesi ha l’obiettivo di mettere in chiaro le luci e le ombre dell’utilizzo dei filtri solari. In primo luogo, è importante sottolineare che le radiazioni solari, sono delle “armi” che possono attaccare il nostro organismo e quindi che è fondamentale coprire la nostra pelle con delle protezioni fisiche, ovvero indumenti come cappelli, occhiali da sole o abbigliamento consono, in secondo luogo è importante utilizzare delle protezioni chimiche, cioè dei veri e propri prodotti solari. È stato riscontrato che queste radiazioni possono causare dei danni molto pericolosi alla pelle in quanto possono penetrare lo strato corneo ed apportare delle modifiche irreversibili a livello genetico. Una prolungata esposizione ai raggi UV può causare eritemi, colpi di sole e nel peggiore dei casi, tumori cutanei, dove il più pericoloso di questi è il melanoma. Il formulatore cosmetico, quando deve produrre un prodotto solare, ha l’obiettivo di sviluppare una preparazione che sia stabile dal punto di vista chimico e questo è un aspetto molto complicato, in quanto come si è descritto nei capitoli precedenti, per ottenere un prodotto ad ampio spettro d’azione, è molto frequente l’abbinamento di filtri organici ed inorganici e questo tema è un aspetto critico poiché molti di essi quando sono combinati, tendono a reagire tra loro, portando ad una riduzione netta della stabilità della preparazione e questo porta ad una riduzione consistente della protezione garantita dal prodotto. La stabilità della formulazione quindi è il nocciolo di questa tesi, poiché essa è estremamente variabile nel corso della shelf-life del prodotto finito, risulta quindi importante in questa tematica, la scelta del packaging, del solvente, l’abbinamento dei filtri e molti altri aspetti ancora. Il ruolo del farmacista è importante, in quanto egli deve consigliare un prodotto che sia consono al tipo di consumatore alla quale si vuole dispensare il cosmetico, per esempio se il cliente ha storici di problemi a livello dermatologico, bisognerà consigliare un solare che abbia un SPF e FP-UVA elevati, in modo da garantire la minima penetrazione di raggi UVA/B, e soprattutto consigliare un prodotto che abbia meno composti chimici e più composti naturali e antiossidanti, in modo da garantire una completa protezione della pelle del paziente.
2018
PHOTOSTABILITY AND PHOTODEGRADATION OF SUNSCREENS
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