Obiettivi. Sulla base della relazione tra la qualità della rianimazione cardiopolmonare (RCP) e la responsività della fibrillazione ventricolare (FV) alla terapia elettrica ed essendo i valori di anidride carbonica di fine espirazione (ETCO2) indicativi della portata cardiaca e dunque della bontà della RCP, si vuole stabilire se i valori di anidride carbonica di fine espirazione (“end-tidal CO2”, ETCO2) del minuto precedente la defibrillazione possano predire l’efficacia dello shock. Materiali e metodi. Abbiamo valutato retrospettivamente i “report” generati dal monitor/defibrillatore manuale (Corpuls by GS Elektromedizinische Geräte G. Stemple GmbH, Germany), usati per casi di arresto cardiaco extraospedaliero arruolati nel registro degli arresti cardiaci Pavia CARe da gennaio 2015 a dicembre 2016. È stato calcolato il valore medio di ETCO2 del minuto precedente lo shock (METCO260) fornito automaticamente dal report. È stata effettuata una valutazione in cieco dell’efficacia di ogni shock da parte di tre cardiologi. Risultati. Sono stati erogati un totale di 207 shock per 62 pazienti. Considerando i terzili di METCO260 (T1: METCO260 ≤ 20mmHg; T2: 20mmHg < METCO260 ≤ 31mmHg; T3: METCO260>31mmHg) è stata trovata una differenza statisticamente significativa tra le percentuali di successo degli shock (T1: 50%; T2: 63%; T3: 78%; con p = 0,003 al test Chi quadrato; p < 0,001 per il trend). METCO260 è risultato un predittore indipendente significativo per l’efficacia dello shock [OR 1,06 (95% CI 1-1,1) p = 0,02]. Conclusioni. Questa è la prima dimostrazione del ruolo predittivo dell’ETCO2 sull’efficacia della defibrillazione in caso di arresto cardiaco extraospedaliero secondario a FV. I nostri risultati sottolineano il ruolo cruciale della RCP di alto livello, monitorata tramite ETCO2, per almeno l’intera durata del minuto precedente la defibrillazione. In accordo con i nostri risultati, l’ETCO2 potrebbe orientare la defibrillazione.  

Anidride carbonica di fine espirazione e defibrillazione nell'arresto cardiaco extraospedaliero

CACCIATORE, ELISA
2016/2017

Abstract

Obiettivi. Sulla base della relazione tra la qualità della rianimazione cardiopolmonare (RCP) e la responsività della fibrillazione ventricolare (FV) alla terapia elettrica ed essendo i valori di anidride carbonica di fine espirazione (ETCO2) indicativi della portata cardiaca e dunque della bontà della RCP, si vuole stabilire se i valori di anidride carbonica di fine espirazione (“end-tidal CO2”, ETCO2) del minuto precedente la defibrillazione possano predire l’efficacia dello shock. Materiali e metodi. Abbiamo valutato retrospettivamente i “report” generati dal monitor/defibrillatore manuale (Corpuls by GS Elektromedizinische Geräte G. Stemple GmbH, Germany), usati per casi di arresto cardiaco extraospedaliero arruolati nel registro degli arresti cardiaci Pavia CARe da gennaio 2015 a dicembre 2016. È stato calcolato il valore medio di ETCO2 del minuto precedente lo shock (METCO260) fornito automaticamente dal report. È stata effettuata una valutazione in cieco dell’efficacia di ogni shock da parte di tre cardiologi. Risultati. Sono stati erogati un totale di 207 shock per 62 pazienti. Considerando i terzili di METCO260 (T1: METCO260 ≤ 20mmHg; T2: 20mmHg < METCO260 ≤ 31mmHg; T3: METCO260>31mmHg) è stata trovata una differenza statisticamente significativa tra le percentuali di successo degli shock (T1: 50%; T2: 63%; T3: 78%; con p = 0,003 al test Chi quadrato; p < 0,001 per il trend). METCO260 è risultato un predittore indipendente significativo per l’efficacia dello shock [OR 1,06 (95% CI 1-1,1) p = 0,02]. Conclusioni. Questa è la prima dimostrazione del ruolo predittivo dell’ETCO2 sull’efficacia della defibrillazione in caso di arresto cardiaco extraospedaliero secondario a FV. I nostri risultati sottolineano il ruolo cruciale della RCP di alto livello, monitorata tramite ETCO2, per almeno l’intera durata del minuto precedente la defibrillazione. In accordo con i nostri risultati, l’ETCO2 potrebbe orientare la defibrillazione.  
2016
End-Tidal Carbon Dioxide and defibrillation success in out-of-hospital cardiac arrest
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/25453