Negli ultimi decenni, la rendicontazione della sostenibilità aziendale ha acquisito un'importanza crescente nel panorama economico globale. Le aziende non sono più valutate esclusivamente sulla base delle loro performance finanziarie, ma anche in relazione agli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) che generano. Questa evoluzione è stata accompagnata da un incremento di domanda di trasparenza e accountability da parte di investitori, clienti, regolatori e altri stakeholder. Attraverso la rendicontazione non finanziaria, le organizzazioni rendono note le loro strategie, performance e rischi legati alla sostenibilità, contribuendo a una maggiore fiducia e credibilità nei confronti del mercato. Questo processo di comunicazione ha subito notevoli trasformazioni, soprattutto a seguito dell'introduzione di direttive europee come la Non-Financial Reporting Directive (NFRD) e la più recente Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che hanno stabilito requisiti sempre più stringenti e dettagliati. Il primo capitolo di questa tesi esplora l'evoluzione della rendicontazione di sostenibilità, esaminando il contesto antecedente le due direttive sopra menzionate e analizzando i fattori che la influenzano maggiormente. Discute inoltre i principali standard di rendicontazione, tra cui i GRI, i SASB e i più recenti ESRS, e i vari framework di sostenibilità, in un’analisi comparativa in grado di far emergere le loro peculiarità e complementarità. Il secondo capitolo tratta l'informativa aziendale e gli strumenti per la valorizzazione della sostenibilità. In primo luogo, viene approfondita la distinzione tra informativa obbligatoria e volontaria, mettendo in luce come entrambe contribuiscano alla trasparenza e all'affidabilità delle comunicazioni aziendali. Successivamente, l'analisi si concentra sul concetto di Value Relevance, ovvero la capacità dell'informativa di influenzare la valutazione da parte degli investitori e degli stakeholder, e sul ruolo dell'Assurance di Sostenibilità, un processo di verifica esterna che garantisce l'accuratezza delle informazioni non finanziarie. Infine, il capitolo esamina l’effetto dell’informativa non finanziaria sull’indicatore finanziario aziendale del valore di mercato. Infine, il terzo capitolo approfondisce nel dettaglio il tema degli indicatori ESG attraverso un’analisi condotta sulle prime 500 aziende dell’indice MSCI ESG World Leaders. Quest’analisi si propone di partire dai punteggi assegnati da Refinitiv e Bloomberg ai loro relativi ESG Score e ESG Pillar per arrivare al confronto di questi mettendo in evidenza eventuali difformità e similitudini. Infatti, grazie all’utilizzo di indici di statistici, quali il KS2 test, il coefficiente di Pearson, il test di Kruskal-Wallis e il test di Dunn-Sidak è stato possibile definire: ¯ la distribuzione campionaria degli indici di Refinitiv e Bloomberg: ¯ il grado di correlazione tra indici di sostenibilità di entrambe le piattaforme e quello tra gli indici e il valore di mercato; ¯ il confronto dei valori di mercato stratificando le aziende in base alla loro regione geografica di provenienza A ciò seguono la discussione dei risultati, i limiti dell’analisi e le prime considerazioni finali in cui è esposto un giudizio circa quale piattaforma dovrebbe essere più presa in considerazione dagli investitori perché oggettivamente più affidabile e dettagliata.
La Value Relevance degli indicatori ESG
PIPINO, BENEDETTA
2023/2024
Abstract
Negli ultimi decenni, la rendicontazione della sostenibilità aziendale ha acquisito un'importanza crescente nel panorama economico globale. Le aziende non sono più valutate esclusivamente sulla base delle loro performance finanziarie, ma anche in relazione agli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) che generano. Questa evoluzione è stata accompagnata da un incremento di domanda di trasparenza e accountability da parte di investitori, clienti, regolatori e altri stakeholder. Attraverso la rendicontazione non finanziaria, le organizzazioni rendono note le loro strategie, performance e rischi legati alla sostenibilità, contribuendo a una maggiore fiducia e credibilità nei confronti del mercato. Questo processo di comunicazione ha subito notevoli trasformazioni, soprattutto a seguito dell'introduzione di direttive europee come la Non-Financial Reporting Directive (NFRD) e la più recente Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che hanno stabilito requisiti sempre più stringenti e dettagliati. Il primo capitolo di questa tesi esplora l'evoluzione della rendicontazione di sostenibilità, esaminando il contesto antecedente le due direttive sopra menzionate e analizzando i fattori che la influenzano maggiormente. Discute inoltre i principali standard di rendicontazione, tra cui i GRI, i SASB e i più recenti ESRS, e i vari framework di sostenibilità, in un’analisi comparativa in grado di far emergere le loro peculiarità e complementarità. Il secondo capitolo tratta l'informativa aziendale e gli strumenti per la valorizzazione della sostenibilità. In primo luogo, viene approfondita la distinzione tra informativa obbligatoria e volontaria, mettendo in luce come entrambe contribuiscano alla trasparenza e all'affidabilità delle comunicazioni aziendali. Successivamente, l'analisi si concentra sul concetto di Value Relevance, ovvero la capacità dell'informativa di influenzare la valutazione da parte degli investitori e degli stakeholder, e sul ruolo dell'Assurance di Sostenibilità, un processo di verifica esterna che garantisce l'accuratezza delle informazioni non finanziarie. Infine, il capitolo esamina l’effetto dell’informativa non finanziaria sull’indicatore finanziario aziendale del valore di mercato. Infine, il terzo capitolo approfondisce nel dettaglio il tema degli indicatori ESG attraverso un’analisi condotta sulle prime 500 aziende dell’indice MSCI ESG World Leaders. Quest’analisi si propone di partire dai punteggi assegnati da Refinitiv e Bloomberg ai loro relativi ESG Score e ESG Pillar per arrivare al confronto di questi mettendo in evidenza eventuali difformità e similitudini. Infatti, grazie all’utilizzo di indici di statistici, quali il KS2 test, il coefficiente di Pearson, il test di Kruskal-Wallis e il test di Dunn-Sidak è stato possibile definire: ¯ la distribuzione campionaria degli indici di Refinitiv e Bloomberg: ¯ il grado di correlazione tra indici di sostenibilità di entrambe le piattaforme e quello tra gli indici e il valore di mercato; ¯ il confronto dei valori di mercato stratificando le aziende in base alla loro regione geografica di provenienza A ciò seguono la discussione dei risultati, i limiti dell’analisi e le prime considerazioni finali in cui è esposto un giudizio circa quale piattaforma dovrebbe essere più presa in considerazione dagli investitori perché oggettivamente più affidabile e dettagliata.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/26236