FORCED CLIMATE MIGRANTS: THE (LACK OF) LEGAL PROTECTION AN INTERNATIONAL AND EUROPEAN PERSPECTIVE.

This thesis investigates the urgent and complex issue of Forced Climate Migrants (FCMs), focusing on significant legal gaps at international and European levels. The study begins by establishing the clear link between climate change and human mobility, detailing how environmental changes such as rising sea levels, frequent extreme weather events, and gradual ecosystem degradation compel individuals and communities to migrate. A critical analysis of current international legal frameworks, including the 1951 Refugee Convention and the landmark Ioane Teitiota case, reveals their limitations in addressing the unique challenges faced by FCMs. The research then shifts to the European context, highlighting the fragmented and inadequate protection mechanisms within the EU, despite some national-level advancements, such as Italy's legislative efforts. The thesis underscores the need for robust legal interpretations and legislative measures that incorporate human rights and environmental justice principles to provide comprehensive protection for FCMs. It calls for a paradigm shift in understanding and responding to climate-induced displacement, emphasizing collective action and the development of a universally applicable legal framework to safeguard the rights and dignity of all individuals affected by climate change

Questa tesi affronta l'urgente e complessa questione dei Migranti Climatici Forzati (MCF), mettendo in luce le significative lacune legali a livello internazionale ed europeo. Lo studio inizia stabilendo il chiaro legame tra cambiamento climatico e mobilità umana, illustrando come fenomeni ambientali, quali l'innalzamento del livello del mare, eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e il degrado graduale degli ecosistemi, costringano individui e comunità a migrare. Un'analisi critica dei quadri giuridici internazionali esistenti, tra cui la Convenzione sui Rifugiati del 1951 e il caso emblematico di Ioane Teitiota, rivela le loro limitazioni nell'affrontare le sfide uniche che i MCF devono affrontare. La ricerca si concentra poi sul contesto europeo, mettendo in evidenza i meccanismi di protezione frammentati e insufficienti all'interno dell'UE, nonostante alcuni progressi a livello nazionale, come gli sforzi legislativi dell'Italia. La tesi sottolinea la necessità di interpretazioni legali più solide e di misure legislative che integrino i principi dei diritti umani e della giustizia ambientale, al fine di fornire una protezione completa per i MCF. Si invoca un cambiamento di paradigma nella comprensione e nella risposta agli spostamenti indotti dal clima, sottolineando l'importanza dell'azione collettiva e lo sviluppo di un quadro giuridico universalmente applicabile per tutelare i diritti e la dignità di tutte le persone colpite dal cambiamento climatico.