Nel luglio del 2020 ho avuto la possibilità di svolgere uno stage presso l’Ufficio Reti e Cooperazione Culturale nell’ambito del Mudec, Museo delle Culture di Milano. In questa sede, ho avuto modo di partecipare attivamente nell'organizzazione di un palinsesto di eventi che ogni anno affronta in maniera trasversale il rapporto tra le culture extraeuropee e le istituzioni museali, approfondendone i temi di rappresentazione e partecipazione. Essendo stata un’esperienza molto formativa, ho deciso di trasmettere la sensibilità e le competenze sviluppate su questi argomenti all’interno della mia ricerca di tesi, orientandola, però, verso un ambito più affine al mio interesse disciplinare e in linea con il mio percorso di studi. L’elaborato che andrete a leggere ha infatti come oggetto di indagine tre importanti musei la cui attività si lega al contesto nipponico e approfondisce il modo in cui questi espongono e rappresentano le opere provenienti dal Giappone nelle mostre costruite fondamentalmente per il pubblico occidentale. Le istituzioni scelte e rappresentative dei diversi aspetti della ricerca sono: il Musec – Museo delle Culture di Lugano e il Pac – Padiglione d’arte contemporanea di Milano. Partendo dall’evoluzione del museo all’interno del nostro panorama storico, ci concentreremo sull’affrontare le tematiche più critiche che questa istituzione si trova ad affrontare, rendendoci conto che, a prescindere dal metodo di analisi utilizzato per le proprie esposizioni (civico, etnografico, archeologico etc.), essa non possiede mai uno sguardo neutro sugli oggetti che ha il compito di preservare e condividere con il pubblico. Rivedendo il rapporto tra Italia e Giappone, rifletteremo sul carattere costruito della nozione di Occidente e Oriente, e in quale proporzione i due attori abbiano giocato all’elaborazione delle stesse. Infine, approfondendo la storia e la struttura dei musei selezionati, scopriremo se e in che modo venga portato avanti un lavoro di riflessione su questi temi e coloro che ne vengono coinvolti. È possibile realizzare una vera neutralità nelle esposizioni? Siamo in grado di porre il pubblico in una posizione di coscienza critica nei confronti di ciò che sta osservando? Queste sono solo alcune delle domande a cui la seguente ricerca, partendo da casi concreti, tenta di dare una risposta.
TRA RAPPRESENTAZIONE E AUTORAPPRESENTAZIONE. UNA RICERCA SULLA COSTRUZIONE DELL’IDENTITA’ GIAPPONESE IN ALCUNI MUSEI ITALIANI
DE LUCA, AMANDA
2021/2022
Abstract
Nel luglio del 2020 ho avuto la possibilità di svolgere uno stage presso l’Ufficio Reti e Cooperazione Culturale nell’ambito del Mudec, Museo delle Culture di Milano. In questa sede, ho avuto modo di partecipare attivamente nell'organizzazione di un palinsesto di eventi che ogni anno affronta in maniera trasversale il rapporto tra le culture extraeuropee e le istituzioni museali, approfondendone i temi di rappresentazione e partecipazione. Essendo stata un’esperienza molto formativa, ho deciso di trasmettere la sensibilità e le competenze sviluppate su questi argomenti all’interno della mia ricerca di tesi, orientandola, però, verso un ambito più affine al mio interesse disciplinare e in linea con il mio percorso di studi. L’elaborato che andrete a leggere ha infatti come oggetto di indagine tre importanti musei la cui attività si lega al contesto nipponico e approfondisce il modo in cui questi espongono e rappresentano le opere provenienti dal Giappone nelle mostre costruite fondamentalmente per il pubblico occidentale. Le istituzioni scelte e rappresentative dei diversi aspetti della ricerca sono: il Musec – Museo delle Culture di Lugano e il Pac – Padiglione d’arte contemporanea di Milano. Partendo dall’evoluzione del museo all’interno del nostro panorama storico, ci concentreremo sull’affrontare le tematiche più critiche che questa istituzione si trova ad affrontare, rendendoci conto che, a prescindere dal metodo di analisi utilizzato per le proprie esposizioni (civico, etnografico, archeologico etc.), essa non possiede mai uno sguardo neutro sugli oggetti che ha il compito di preservare e condividere con il pubblico. Rivedendo il rapporto tra Italia e Giappone, rifletteremo sul carattere costruito della nozione di Occidente e Oriente, e in quale proporzione i due attori abbiano giocato all’elaborazione delle stesse. Infine, approfondendo la storia e la struttura dei musei selezionati, scopriremo se e in che modo venga portato avanti un lavoro di riflessione su questi temi e coloro che ne vengono coinvolti. È possibile realizzare una vera neutralità nelle esposizioni? Siamo in grado di porre il pubblico in una posizione di coscienza critica nei confronti di ciò che sta osservando? Queste sono solo alcune delle domande a cui la seguente ricerca, partendo da casi concreti, tenta di dare una risposta.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/2746