This paper has the aim to combine two passions of mine: animals and psychology. At first, an excursus is made based on how pet-therapy originated and how it has evolved over the years. Boris Levinson, inventor of pet therapy, accidentally discovered in 1953 - thanks to his dog Jingle - how one of his small patients, suffering from autism syndrome, was able to interact with the dog. From there the insight came to advance the theories of pet-therapy to what we today define 'Animal Assisted Interventions' (AAI). After a first part concerning the importance of animals in its relationship with man in different historical eras, the thesis describes the typical development of the child and relates it to the differences present in the 'atypical development'. Then the thesis deals with three different psychopathological entities, in particular: Autism, ADHD and Down Syndrome. It is analyzed how, in addition to traditional medical and psychotherapeutic therapies - that are usually used to treat such disorders – the presence and activity with an animal can be a valuable and important aid to include in the relationship with the patient. This activity enables the establishment of a climate of trust and well-being in the patient and the therapeutic relationship that makes the patient more accessible and cooperative with therapy. The animal, through pet-therapy, certainly does not constitute a 'cure' nor does it replace the therapist, but becomes a true 'co-therapist' assuming the role of facilitator in the relationship with the patient. Furthermore, my personal experiences in approaching pet-therapy as an observer of hippotherapy activities with patients with Autism and Down Syndrome are presented. These experiences emphasize the usefulness and benefits that this therapy can bring to promote the psycho-physical well-being of treated patients. In conclusion, the aim of this paper is to highlight the enormous potential for therapeutic improvement through the use of pet-therapy and the consequent benefits it can bring in various fields of application and specifically to the pathologies I have chosen to treat.

Questo elaborato nasce dall’esigenza di coniugare due mie passioni: gli animali e la psicologia. In un primo momento il lettore troverà un excursus basato su come nasce la Pet-therapy e come si è evoluta nel corso degli anni. Dal suo inventore Boris Levinson che nel 1953 casualmente scoprì, grazie al suo cane di nome “Jingle”, come un suo piccolo paziente affetto da sindrome di autismo riuscì ad interagire con esso. Da lì si ebbe l’intuizione per avanzare le teorie della pet-therapy fino a quelle che oggi chiamiamo “Interventi Assistiti con gli Animali” (IAA). Dopo una prima parte centrata sull’importanza che ha avuto l’animale nel rapporto con l’uomo nelle diverse epoche storiche, la tesi descrive lo sviluppo tipico del bambino e lo mette in relazione con le differenze presenti con quello che può essere definito “sviluppo atipico” per poi occuparmi e trattare in particolare di tre diverse entità psicopatologiche ovvero: Autismo, ADHD e Sindrome di Down. Vedremo come oltre alle terapie tradizionali, mediche e psicoterapiche, solitamente usate per trattare tali disturbi, può rappresentare un valido ed importante ausilio l’utilizzo di inserire nel rapporto con il paziente la presenza e l’attività con un animale. Tale attività consente l’istaurarsi di un clima di fiducia e benessere nel paziente e nella relazione terapeutica che facilita e rende più accessibile e compliante il paziente alla terapia. L’animale attraverso la Pet-therapy non costituisce certamente una “cura” né si sostituisce al terapeuta, ma diventa un vero e proprio “co-terapeuta” assumendo il ruolo di “volàno facilitatore” nella relazione con il paziente. Parlerò come ultima parte delle mie esperienze personali nell’approccio con la Pet-therapy come osservatrice di attività di ippoterapia con pazienti affetti da Autismo e Sindrome di Down. A queste seguiranno le conclusioni mettendo l’accento sull’utilità e i benefici che questa terapia può apportare e promuovere il benessere psico-fisico dei pazienti trattati. In conclusione l’obiettivo che vorrei perseguire in questo elaborato è quello di evidenziare l’enorme potenziale di miglioramento terapeutico attraverso l’utilizzo della Pet-therapy e i conseguenti benefici che essa riesce ad apportare in svariati campi di applicazione e nello specifico alle patologie che ho scelto di trattare.

Terapia assistita con gli animali: esperienze e prospettive della pet-therapy.

LICATA, FRANCESCA
2021/2022

Abstract

This paper has the aim to combine two passions of mine: animals and psychology. At first, an excursus is made based on how pet-therapy originated and how it has evolved over the years. Boris Levinson, inventor of pet therapy, accidentally discovered in 1953 - thanks to his dog Jingle - how one of his small patients, suffering from autism syndrome, was able to interact with the dog. From there the insight came to advance the theories of pet-therapy to what we today define 'Animal Assisted Interventions' (AAI). After a first part concerning the importance of animals in its relationship with man in different historical eras, the thesis describes the typical development of the child and relates it to the differences present in the 'atypical development'. Then the thesis deals with three different psychopathological entities, in particular: Autism, ADHD and Down Syndrome. It is analyzed how, in addition to traditional medical and psychotherapeutic therapies - that are usually used to treat such disorders – the presence and activity with an animal can be a valuable and important aid to include in the relationship with the patient. This activity enables the establishment of a climate of trust and well-being in the patient and the therapeutic relationship that makes the patient more accessible and cooperative with therapy. The animal, through pet-therapy, certainly does not constitute a 'cure' nor does it replace the therapist, but becomes a true 'co-therapist' assuming the role of facilitator in the relationship with the patient. Furthermore, my personal experiences in approaching pet-therapy as an observer of hippotherapy activities with patients with Autism and Down Syndrome are presented. These experiences emphasize the usefulness and benefits that this therapy can bring to promote the psycho-physical well-being of treated patients. In conclusion, the aim of this paper is to highlight the enormous potential for therapeutic improvement through the use of pet-therapy and the consequent benefits it can bring in various fields of application and specifically to the pathologies I have chosen to treat.
2021
Animal assisted therapy: experiences and perspectives of pet therapy.
Questo elaborato nasce dall’esigenza di coniugare due mie passioni: gli animali e la psicologia. In un primo momento il lettore troverà un excursus basato su come nasce la Pet-therapy e come si è evoluta nel corso degli anni. Dal suo inventore Boris Levinson che nel 1953 casualmente scoprì, grazie al suo cane di nome “Jingle”, come un suo piccolo paziente affetto da sindrome di autismo riuscì ad interagire con esso. Da lì si ebbe l’intuizione per avanzare le teorie della pet-therapy fino a quelle che oggi chiamiamo “Interventi Assistiti con gli Animali” (IAA). Dopo una prima parte centrata sull’importanza che ha avuto l’animale nel rapporto con l’uomo nelle diverse epoche storiche, la tesi descrive lo sviluppo tipico del bambino e lo mette in relazione con le differenze presenti con quello che può essere definito “sviluppo atipico” per poi occuparmi e trattare in particolare di tre diverse entità psicopatologiche ovvero: Autismo, ADHD e Sindrome di Down. Vedremo come oltre alle terapie tradizionali, mediche e psicoterapiche, solitamente usate per trattare tali disturbi, può rappresentare un valido ed importante ausilio l’utilizzo di inserire nel rapporto con il paziente la presenza e l’attività con un animale. Tale attività consente l’istaurarsi di un clima di fiducia e benessere nel paziente e nella relazione terapeutica che facilita e rende più accessibile e compliante il paziente alla terapia. L’animale attraverso la Pet-therapy non costituisce certamente una “cura” né si sostituisce al terapeuta, ma diventa un vero e proprio “co-terapeuta” assumendo il ruolo di “volàno facilitatore” nella relazione con il paziente. Parlerò come ultima parte delle mie esperienze personali nell’approccio con la Pet-therapy come osservatrice di attività di ippoterapia con pazienti affetti da Autismo e Sindrome di Down. A queste seguiranno le conclusioni mettendo l’accento sull’utilità e i benefici che questa terapia può apportare e promuovere il benessere psico-fisico dei pazienti trattati. In conclusione l’obiettivo che vorrei perseguire in questo elaborato è quello di evidenziare l’enorme potenziale di miglioramento terapeutico attraverso l’utilizzo della Pet-therapy e i conseguenti benefici che essa riesce ad apportare in svariati campi di applicazione e nello specifico alle patologie che ho scelto di trattare.
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