Il presente lavoro scaturisce dal mio interesse nell’esplorazione di un campo di ricerca ancora poco battuto: la cultura pittorica cremonese del tardo Seicento e del Settecento, con particolare attenzione al suo più importante esponente, ovvero Giovan Angelo Borroni (1684-1772). Questa tesi di laurea ha l’obiettivo di analizzare l’apprendistato, avvenuto tra Cremona e Bologna, e la produzione giovanile del pittore. Lo studio sistematico dell’artista in età contemporanea comincia alla metà negli anni Sessanta con il contributo di Bossaglia, pubblicato sulla rivista «Arte lombarda». Nel decennio successivo le pubblicazioni si infittiscono: nel 1971 la studiosa compila la fondamentale voce sul Dizionario Biografico degli Italiani, mentre, due anni più tardi, viene indagato il corpus dei disegni conservati all’Ambrosiana da Bossaglia e Barigozzi Brini. Migliore nella tesi di laurea (1986) riporta alla luce una tela che si pensava perduta: il Martirio di Sant’Andrea conservato nella parrocchiale di San Savino (CR). Sono inoltre fondamentali i contributi, realizzati a più riprese tra la fine degli anni Settanta e il termine degli anni Novanta, di Coppa e Tassini. Bandera dedica una biografia del pittore nel volume Pittura a Cremona dal Romanico al Settecento (1990). Al 2011 risale l’ultimo contributo di ampio respiro, scritto da Bellingeri, che percorre tutta la vicenda, biografica e artistica, del pittore cremonese. Nel 2004 Cirillo attribuisce a Borroni il primo dei due bozzetti superstiti: il Martirio di San Bartolomeo (collezione privata), la cui redazione definitiva si conserva in San Sisto a Piacenza; nel 2019 L’Occaso identifica il secondo, realizzato in occasione del restauro degli affreschi di Giulio Campi nella chiesa di Santa Margherita a Cremona, rappresentante l’Adorazione dei Magi con le Sante Margherita e Pelagia (collezione privata). Il primo capitolo si occupa della biografia dell’artista, elencandone le opere note e quelle perdute, ma tramandate dalle fonti storiche; inoltre traccia un resoconto delle possibili influenze artistiche assimilate nelle città dove opera. All’interno del secondo capitolo, strutturato in due sezioni (Cremona e Bologna), si approfondisce la formazione, attraverso cinque medaglioni biografici dei maestri del pittore: Giuseppe Natali, Robert De Longe, Angelo Innocente Massarotti, Giovan Gioseffo Dal Sole e Marcantonio Franceschini. Questi profili biografici esaminano soprattutto il periodo in cui Borroni frequenta la loro bottega. La seconda parte del capitolo è introdotta da una panoramica della pittura bolognese tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, che costituisce l’ambiente più significativo per l’apprendistato del giovane artista. L’ultimo capitolo è dedicato alle schede delle opere giovanili, comprese tra il Martirio di Sant’Andrea (ante 1706) della parrocchiale di San Savino (CR), prima opera nota del catalogo borroniano, e il San Michele arcangelo con l’angelo custode (1725 ca) del Santuario della Madonna di Caravaggio a Codogno. Il lavoro è stato svolto attraverso l’indagine delle fonti storiche, tra biblioteche e l’Archivio Diocesano di Cremona, a cui ha fatto seguito l’esame autoptico delle opere analizzate. Una criticità riscontrata nella compilazione della scheda riguardante il Transito di San Giuseppe (1717) della chiesa di San Cassiano a Fontanella al Piano, è stata l’impossibilità di visionare personalmente l’opera, poiché questa resterà nascosta dietro un apparato effimero fino al termine dell’anno giubilare. Le fotografie utilizzate per corredare il testo sono tratte da fototeca personale, fatta eccezione per quelle del Transito di Fontanella, gentilmente inviatemi dalla segreteria parrocchiale e del Duomo di Monza tratte da Wikimedia commons.
Giovan Angelo Borroni: gli anni formativi tra Cremona e Bologna
CATTADORI, GAIA AURORA
2023/2024
Abstract
Il presente lavoro scaturisce dal mio interesse nell’esplorazione di un campo di ricerca ancora poco battuto: la cultura pittorica cremonese del tardo Seicento e del Settecento, con particolare attenzione al suo più importante esponente, ovvero Giovan Angelo Borroni (1684-1772). Questa tesi di laurea ha l’obiettivo di analizzare l’apprendistato, avvenuto tra Cremona e Bologna, e la produzione giovanile del pittore. Lo studio sistematico dell’artista in età contemporanea comincia alla metà negli anni Sessanta con il contributo di Bossaglia, pubblicato sulla rivista «Arte lombarda». Nel decennio successivo le pubblicazioni si infittiscono: nel 1971 la studiosa compila la fondamentale voce sul Dizionario Biografico degli Italiani, mentre, due anni più tardi, viene indagato il corpus dei disegni conservati all’Ambrosiana da Bossaglia e Barigozzi Brini. Migliore nella tesi di laurea (1986) riporta alla luce una tela che si pensava perduta: il Martirio di Sant’Andrea conservato nella parrocchiale di San Savino (CR). Sono inoltre fondamentali i contributi, realizzati a più riprese tra la fine degli anni Settanta e il termine degli anni Novanta, di Coppa e Tassini. Bandera dedica una biografia del pittore nel volume Pittura a Cremona dal Romanico al Settecento (1990). Al 2011 risale l’ultimo contributo di ampio respiro, scritto da Bellingeri, che percorre tutta la vicenda, biografica e artistica, del pittore cremonese. Nel 2004 Cirillo attribuisce a Borroni il primo dei due bozzetti superstiti: il Martirio di San Bartolomeo (collezione privata), la cui redazione definitiva si conserva in San Sisto a Piacenza; nel 2019 L’Occaso identifica il secondo, realizzato in occasione del restauro degli affreschi di Giulio Campi nella chiesa di Santa Margherita a Cremona, rappresentante l’Adorazione dei Magi con le Sante Margherita e Pelagia (collezione privata). Il primo capitolo si occupa della biografia dell’artista, elencandone le opere note e quelle perdute, ma tramandate dalle fonti storiche; inoltre traccia un resoconto delle possibili influenze artistiche assimilate nelle città dove opera. All’interno del secondo capitolo, strutturato in due sezioni (Cremona e Bologna), si approfondisce la formazione, attraverso cinque medaglioni biografici dei maestri del pittore: Giuseppe Natali, Robert De Longe, Angelo Innocente Massarotti, Giovan Gioseffo Dal Sole e Marcantonio Franceschini. Questi profili biografici esaminano soprattutto il periodo in cui Borroni frequenta la loro bottega. La seconda parte del capitolo è introdotta da una panoramica della pittura bolognese tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, che costituisce l’ambiente più significativo per l’apprendistato del giovane artista. L’ultimo capitolo è dedicato alle schede delle opere giovanili, comprese tra il Martirio di Sant’Andrea (ante 1706) della parrocchiale di San Savino (CR), prima opera nota del catalogo borroniano, e il San Michele arcangelo con l’angelo custode (1725 ca) del Santuario della Madonna di Caravaggio a Codogno. Il lavoro è stato svolto attraverso l’indagine delle fonti storiche, tra biblioteche e l’Archivio Diocesano di Cremona, a cui ha fatto seguito l’esame autoptico delle opere analizzate. Una criticità riscontrata nella compilazione della scheda riguardante il Transito di San Giuseppe (1717) della chiesa di San Cassiano a Fontanella al Piano, è stata l’impossibilità di visionare personalmente l’opera, poiché questa resterà nascosta dietro un apparato effimero fino al termine dell’anno giubilare. Le fotografie utilizzate per corredare il testo sono tratte da fototeca personale, fatta eccezione per quelle del Transito di Fontanella, gentilmente inviatemi dalla segreteria parrocchiale e del Duomo di Monza tratte da Wikimedia commons.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/28205