Il presente progetto di tesi ha l’obiettivo di fornire una comprensione approfondita del concetto di impurezza nei prodotti farmaceutici, un aspetto cruciale per la qualità, l’efficacia e la sicurezza dei medicinali. La trattazione inizia con una definizione dettagliata del termine “impurezza”, esaminando come queste sostanze indesiderate possano derivare da varie fonti. La tesi prosegue con una classificazione sistematica delle impurezze, suddividendole in impurezze organiche, inorganiche e solventi residui. Viene poi illustrata l'importanza di identificare e quantificare tali impurezze per garantire la conformità ai requisiti regolatori internazionali, come quelli stabiliti dall’ICH (International Conference on Harmonisation of Technical Requirements for Registration of Pharmaceuticals for Human Use) e dalle principali agenzie regolatorie, tra cui AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), EMA (European Medicines Agency) e FDA (Food and Drug Administration). Questi regolamenti stabiliscono limiti stringenti per le impurezze nei farmaci, al fine di assicurare che i prodotti abbiano elevata qualità, efficacia e sicurezza per il consumo umano. In seguito, è presentata un'analisi delle tecniche di identificazione e isolamento delle impurezze, evidenziando metodi quali la cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC), la spettrometria di massa (MS) e la risonanza magnetica nucleare (NMR). Queste tecniche analitiche avanzate sono fondamentali per la loro rivelazione e caratterizzazione, anche a livelli di concentrazione molto bassi, garantendo così un controllo qualità rigoroso. Nella sezione successiva, il focus è dedicato ai farmaci cortisonici e all’Halometasone, un corticosteroide di sintesi ampiamente utilizzato per le sue spiccate proprietà antinfiammatorie e immunosoppressive. La ricerca presentata si focalizza sulla funzionalizzazione regioselettiva dei gruppi ossidrilici dell'Halometasone, mediante un processo di funzionalizzazione ben noto: l’acetilazione. Attraverso l'acetilazione dell'Halometasone, sono stati ottenuti diversi derivati, che rappresentano da un lato impurezze potenziali, dall’altro la validazione di protocolli che in linea di principio possono essere impiegati per la preparazione di derivati dell’Halometasone stesso. La loro caratterizzazione è stata effettuata utilizzando le tecniche analitiche descritte precedentemente, con l’obiettivo di determinare la struttura chimica e valutare l’impatto di tali impurezze sulla sicurezza e l’efficacia del farmaco. Le metodologie e i risultati presentati forniscono un contributo significativo al campo del controllo qualità dei farmaci cortisonici, facilitando lo sviluppo di strategie più rigorose di controllo delle impurezze e garantendo una maggiore sicurezza per i pazienti.
Sintesi e caratterizzazione di derivati dell’halometasone come potenziali impurezze
MANTOVANI, LUCIA
2023/2024
Abstract
Il presente progetto di tesi ha l’obiettivo di fornire una comprensione approfondita del concetto di impurezza nei prodotti farmaceutici, un aspetto cruciale per la qualità, l’efficacia e la sicurezza dei medicinali. La trattazione inizia con una definizione dettagliata del termine “impurezza”, esaminando come queste sostanze indesiderate possano derivare da varie fonti. La tesi prosegue con una classificazione sistematica delle impurezze, suddividendole in impurezze organiche, inorganiche e solventi residui. Viene poi illustrata l'importanza di identificare e quantificare tali impurezze per garantire la conformità ai requisiti regolatori internazionali, come quelli stabiliti dall’ICH (International Conference on Harmonisation of Technical Requirements for Registration of Pharmaceuticals for Human Use) e dalle principali agenzie regolatorie, tra cui AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), EMA (European Medicines Agency) e FDA (Food and Drug Administration). Questi regolamenti stabiliscono limiti stringenti per le impurezze nei farmaci, al fine di assicurare che i prodotti abbiano elevata qualità, efficacia e sicurezza per il consumo umano. In seguito, è presentata un'analisi delle tecniche di identificazione e isolamento delle impurezze, evidenziando metodi quali la cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC), la spettrometria di massa (MS) e la risonanza magnetica nucleare (NMR). Queste tecniche analitiche avanzate sono fondamentali per la loro rivelazione e caratterizzazione, anche a livelli di concentrazione molto bassi, garantendo così un controllo qualità rigoroso. Nella sezione successiva, il focus è dedicato ai farmaci cortisonici e all’Halometasone, un corticosteroide di sintesi ampiamente utilizzato per le sue spiccate proprietà antinfiammatorie e immunosoppressive. La ricerca presentata si focalizza sulla funzionalizzazione regioselettiva dei gruppi ossidrilici dell'Halometasone, mediante un processo di funzionalizzazione ben noto: l’acetilazione. Attraverso l'acetilazione dell'Halometasone, sono stati ottenuti diversi derivati, che rappresentano da un lato impurezze potenziali, dall’altro la validazione di protocolli che in linea di principio possono essere impiegati per la preparazione di derivati dell’Halometasone stesso. La loro caratterizzazione è stata effettuata utilizzando le tecniche analitiche descritte precedentemente, con l’obiettivo di determinare la struttura chimica e valutare l’impatto di tali impurezze sulla sicurezza e l’efficacia del farmaco. Le metodologie e i risultati presentati forniscono un contributo significativo al campo del controllo qualità dei farmaci cortisonici, facilitando lo sviluppo di strategie più rigorose di controllo delle impurezze e garantendo una maggiore sicurezza per i pazienti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
TESI LUCIA MANTOVANI.pdf
non disponibili
Dimensione
3.72 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.72 MB | Adobe PDF | Richiedi una copia |
È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
Per maggiori informazioni e per verifiche sull'eventuale disponibilità del file scrivere a: unitesi@unipv.it.
https://hdl.handle.net/20.500.14239/28248