Ecologia del lupo (Canis lupus) nel Comprensorio alpino CA VCO3 (provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Alpi occidentali)

The wolf is an opportunistic predator that feeds preferably on large herbivores, the conflict with the human being is fueled by the effects of predation on economic activities such as hunting and breeding; the conservation of the species is based on maintaining a balance of co-existence between man and the great predator. This study aims to investigate the trophic ecology and the presence of the wolf in CA VCO3, in the province of Verbano-Cusio-Ossola, which has a total area of 88,057.20 ha. Data collection and analysis methods have been used that are consistent with those used in the Apennines to allow comparison with results obtained in the past, where the species has been studied for longer and where monitoring projects have been underway for several years. Data collection was conducted from December 2022 to November 2023 using indirect monitoring methods such as snow-tracking, use of photo traps and the detection of presence signs along 31 standardized transects. The routes were repeated four times, one per season, except for some of them that have been impassable in certain seasons due to snow conditions and safety; for a total of 114 measurements and 676.4 km. The scats found during the routes were stored for analysis later in order to estimate the composition of the diet. In order to study the possible selection of wolves based on the availability of prey species, signs of the presence of these were also detected. The data were analysed and processed to investigate possible seasonal differences in diet composition, dividing the sampling year into two macro-seasons; one comprising spring and summer and a second comprising autumn and winter. The results obtained confirmed the selection of wild ungulates as prey, followed by cattle which is most used in spring-summer. In this study the species present in preponderant way is represented by the roe deer followed by the wild boar, for the first one a selection was made by the wolf, while for the second one an use equal to the availability was found. Among the wild ungulates, the deer, chamois and mouflon were found to be accessory prey; the first two were underused. The results differ from the rest of the national survey, which shows wild boar as the main prey, followed by roe deer; and studies in the Alps showing that deer and chamois play an important role in the composition of the diet. The absence of these two species in the diet may be due to various factors; for the deer it is the morphology of the territory combined with the ecological and ethological characteristics of the species that determine its success in escape; for the chamois is the difficulty of meeting with the great predator and its perfect adaptation to alpine conditions that determine a low presence within the diet. It was also observed that the size of the diet is significantly different between the two macro-seasons but not between the macro-seasons and the whole year of sampling. This study confirms the importance of a constant monitoring of the wolf, which would allow to implement conservation policies that are adapted to the socio-economic context of the territory. Monitoring combined with scientific dissemination activities, including the study of the composition of the species' diet, land use and characteristics of the livestock activities most affected by predation events, is essential to implement prevention methods that allow the relationship between the great predator and human being, of crucial importance for wolf conservation.

Il lupo è un predatore opportunista che si nutre preferibilmente di erbivori di grandi dimensioni, il conflitto con l’essere umano è alimentato dagli effetti della predazione sulle attività economiche, quali caccia e allevamento; la conservazione della specie si basa sul mantenimento di un equilibrio di coesistenza tra l’uomo e il grande predatore. Questo studio ha lo scopo di indagare l’ecologia trofica e la presenza del lupo nel CA VCO3, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, che ha una superficie totale di 88.057,20 ha. Sono stati utilizzati metodi di raccolta e analisi dei dati che sono coerenti con quelli usati in Appennino così da consentire il confronto con i risultati ottenuti in passato, dove la specie è studiata da più tempo e dove sono in atto da diversi anni progetti di monitoraggio. La raccolta dati è stata condotta da dicembre 2022 a novembre 2023 utilizzando metodi di monitoraggio indiretti, quali snow-tracking, utilizzo di fototrappole e il rilevamento dei segni di presenza lungo 31 transetti standardizzati. I percorsi sono stati ripetuti quattro volte, una per stagione, ad eccezione di alcuni di essi che sono risultati inagibili in determinate stagioni a causa delle condizioni di innevamento e sicurezza; per un totale di 114 rilevamenti e 676,4 km. Gli escrementi rinvenuti durante i percorsi sono stati conservati per analizzarli successivamente al fine di stimare la composizione della dieta. Per poter studiare un’eventuale selezione del lupo basata sulla disponibilità delle specie preda sono stati rilevati anche i segni di presenza di queste ultime. I dati sono stati analizzati ed elaborati, per indagare possibili differenze stagionali nella composizione della dieta, suddividendo l'anno di campionamento in due macro-stagioni; una che comprende la primavera e l'estate ed una seconda che comprende l'autunno e l'inverno. I risultati ottenuti hanno confermato la selezione verso gli ungulati selvatici come preda, seguiti dal bestiame che risulta maggiormente utilizzato in primavera-estate. In questo studio la specie presente in maniera preponderante è rappresentata dal capriolo seguita dal cinghiale, per il primo è avvenuta una selezione da parte del lupo, mentre per il secondo è stato ritrovato un uso pari alla disponibilità. Tra gli ungulati selvatici, prede accessorie sono risultate il cervo, il camoscio ed il muflone; i primi due sottoutilizzati. I risultati si discostano dai restanti ottenuti a livello nazionale che indicano il cinghiale come principale preda, seguita dal capriolo; e dagli studi svolti sulle Alpi, nei quali emerge che il cervo e il camoscio giocano un ruolo importante nella composizione della dieta. L’assenza di queste due specie all’interno della dieta può essere dovuta a vari fattori; per il cervo è la morfologia del territorio combinata con le caratteristiche ecologiche ed etologiche della specie a determinarne il successo nella fuga; mentre per il camoscio è la difficoltà di incontro con il grande predatore e il suo perfetto adattamento alle condizioni alpine che ne determinano una bassa presenza all’interno della dieta. È stato osservato, inoltre, che l'ampiezza della dieta risulta significativamente diversa tra le due macro-stagioni ma non tra le macro-stagioni e l'intero anno di campionamento. Con questo studio viene confermata l’importanza dell’esistenza di un constante monitoraggio del lupo che consentirebbe di attuare politiche di conservazione che siano adatte al contesto socio-economico del territorio. Il monitoraggio combinato con attività di divulgazione scientifica, con lo studio della composizione della dieta della specie, dell’uso del suolo e delle caratteristiche delle attività zootecniche maggiormente colpite da eventi di predazione, è fondamentale per attuare metodi di prevenzione che consentano di migliorare il rapporto tra il grande predatore e l’essere umano, di cruciale importanza per la conservazione del lupo.