La Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo, è situata nella parte più orientale della Regione Friuli-Venezia Giulia, si sviluppa nel territorio dei comuni di Staranzano, San Canzian d’Isonzo, Fiumicello e Grado, copre una superficie di 2'393 ha. A partire dagli anni ’90, sono stati effettuati importanti interventi di miglioramento che hanno portato alla creazione di una palude temporanea di acqua dolce, insieme al programma di ricostituzione delle infrastrutture e rinaturalizzazioni, queste hanno permesso l’incrementato del numero di specie legate agli ambienti umidi e in particolare l’avifauna di cui si segnala la presenza di circa 340 specie. Raccolti i dati di campo è necessario analizzarli e valutare, i fattori che maggiormente influenzano le diversità, determinando le tendenze e da quali habitat sono maggiormente influenzate le specie. I dati raccolti per questo studio sono distribuiti su 18 punti di osservazione con caratteristiche ambientali diversificate per poter meglio rappresentare tutti gli habitat presenti. Viene considerato il periodo dal 2015 al 2023 per un totale di 9 anni di osservazioni. La comunità biologica viene studiata inizialmente attraverso gli indici di biodiversità, che riassumono l’ampio numero di informazioni presenti, tra i quali la Ricchezza Specifica (RS), l’Indice di Simpson (D), l’indice di Shannon (H’) e l’indice di Equiripartizione (H’). Per poter successivamente determinare i fattori che maggiormente influenzano le comunità ornitiche, questi indici sono stati modellizzati, attraverso dei Modelli Misti Lineari Generalizzati (GLMM), con le metriche di paesaggio e gli habitat. Sono state selezionate 14 specie, che avessero una distribuzione in almeno 10 punti di osservazione e che rientrassero in categorie protette. Queste confrontante attraverso GLMM con le stesse variabili precedentemente utilizzate. Nella Riserva, durante il periodo di studio, sono state osservate 230 specie differenti di uccelli, appartenenti a 21 ordini e 56 famiglie, è risultata praticamente assente dominanza di alcune specie mostrando invece una grande uniformità. Gli indici di Shannon-Wiener (H’) e di Equiripartizione hanno mostrato valori alti (H’=3,16 ± 0,09, J’=0,62 ± 0,02) evidenziando la grande diversità presente. Sono state evidenziate delle tendenze stagionali che hanno visto un picco nel numero di individui nella stagione invernale (legato alle specie svernanti), un picco della ricchezza specifica in primavera (causato dall’arrivo di specie per la riproduzione) e un andamento simile anche nell’indice di Shannon che raggiunge i suoi massimi in estate (quando le schiuse aumentano il numero di individui della stessa specie). Sono state rilevate tre specie aliene Alopochen aegyptiaca, Anser indicus e Threskiornis aethiopicus e le famiglie con il maggior numero di individui sono rappresentate da Scolopacidi, Laridi e Anatidi. I modelli calcolati hanno evidenziato come la ricchezza specifica dipenda da tutti gli ambienti presenti in Riserva mentre l’indice H’ solamente dalla dimensione degli appezzamenti. Delle 14 specie considerate cinque non hanno prodotto risultati significativi (Anas acuta, Lanius collurio, Numenius arquata, Pernis apivorus e Picus canus) mentre per tutte le altre è stato possibile valutare l’influenza dell’ambiente rispetto alla loro presenza. In conclusione, la Riserva Naturale Regionale Foce dell’Isonzo si può considerare un hot-spot di biodiversità ed un’area fondamentale per tutte le specie che migrano nell’Adriatico, e si osserva da questa ricerca che le misure di gestione che sono state applicate nel tempo hanno prodotto l’effetto sperato.
Fattori influenzanti la tendenza e la diversità delle comunità di avifauna nella Riserva Naturale “Foce dell’Isonzo” (Friuli-Venezia Giulia)
MANGIALAVORI, GIOSUE'
2023/2024
Abstract
La Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo, è situata nella parte più orientale della Regione Friuli-Venezia Giulia, si sviluppa nel territorio dei comuni di Staranzano, San Canzian d’Isonzo, Fiumicello e Grado, copre una superficie di 2'393 ha. A partire dagli anni ’90, sono stati effettuati importanti interventi di miglioramento che hanno portato alla creazione di una palude temporanea di acqua dolce, insieme al programma di ricostituzione delle infrastrutture e rinaturalizzazioni, queste hanno permesso l’incrementato del numero di specie legate agli ambienti umidi e in particolare l’avifauna di cui si segnala la presenza di circa 340 specie. Raccolti i dati di campo è necessario analizzarli e valutare, i fattori che maggiormente influenzano le diversità, determinando le tendenze e da quali habitat sono maggiormente influenzate le specie. I dati raccolti per questo studio sono distribuiti su 18 punti di osservazione con caratteristiche ambientali diversificate per poter meglio rappresentare tutti gli habitat presenti. Viene considerato il periodo dal 2015 al 2023 per un totale di 9 anni di osservazioni. La comunità biologica viene studiata inizialmente attraverso gli indici di biodiversità, che riassumono l’ampio numero di informazioni presenti, tra i quali la Ricchezza Specifica (RS), l’Indice di Simpson (D), l’indice di Shannon (H’) e l’indice di Equiripartizione (H’). Per poter successivamente determinare i fattori che maggiormente influenzano le comunità ornitiche, questi indici sono stati modellizzati, attraverso dei Modelli Misti Lineari Generalizzati (GLMM), con le metriche di paesaggio e gli habitat. Sono state selezionate 14 specie, che avessero una distribuzione in almeno 10 punti di osservazione e che rientrassero in categorie protette. Queste confrontante attraverso GLMM con le stesse variabili precedentemente utilizzate. Nella Riserva, durante il periodo di studio, sono state osservate 230 specie differenti di uccelli, appartenenti a 21 ordini e 56 famiglie, è risultata praticamente assente dominanza di alcune specie mostrando invece una grande uniformità. Gli indici di Shannon-Wiener (H’) e di Equiripartizione hanno mostrato valori alti (H’=3,16 ± 0,09, J’=0,62 ± 0,02) evidenziando la grande diversità presente. Sono state evidenziate delle tendenze stagionali che hanno visto un picco nel numero di individui nella stagione invernale (legato alle specie svernanti), un picco della ricchezza specifica in primavera (causato dall’arrivo di specie per la riproduzione) e un andamento simile anche nell’indice di Shannon che raggiunge i suoi massimi in estate (quando le schiuse aumentano il numero di individui della stessa specie). Sono state rilevate tre specie aliene Alopochen aegyptiaca, Anser indicus e Threskiornis aethiopicus e le famiglie con il maggior numero di individui sono rappresentate da Scolopacidi, Laridi e Anatidi. I modelli calcolati hanno evidenziato come la ricchezza specifica dipenda da tutti gli ambienti presenti in Riserva mentre l’indice H’ solamente dalla dimensione degli appezzamenti. Delle 14 specie considerate cinque non hanno prodotto risultati significativi (Anas acuta, Lanius collurio, Numenius arquata, Pernis apivorus e Picus canus) mentre per tutte le altre è stato possibile valutare l’influenza dell’ambiente rispetto alla loro presenza. In conclusione, la Riserva Naturale Regionale Foce dell’Isonzo si può considerare un hot-spot di biodiversità ed un’area fondamentale per tutte le specie che migrano nell’Adriatico, e si osserva da questa ricerca che le misure di gestione che sono state applicate nel tempo hanno prodotto l’effetto sperato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/28670