La tesi si inserisce nello Spoke 5 del National Biodiversity Future Center (PNRR – NextGenerationEU) e analizza l’impatto dell’urbanizzazione sulla struttura delle comunità animali, con riferimento ai chirotteri, utilizzati come bioindicatori. Gli obiettivi specifici sono stati quelli di individuare quale fosse il meccanismo alla base dei cambiamenti di struttura delle comunità (nestedness o turnover), valutare l’influenza delle caratteristiche ambientali sulle stesse e ricercare eventuali relazioni significative tra condizioni ambientali e singole specie. La composizione delle comunità è stata studiata tramite monitoraggio bioacustico in 53 aree boschive o riforestate della Città Metropolitana di Milano scelte in base alle dimensioni delle aree verdi ricadenti al loro interno e al loro indice di aggregazione, cercando di indagare in modo rappresentativo un gradiente di urbanizzazione avente come estremi il Parco Lombardo della Valle del Ticino (a ovest) e il centro dell’area urbana di Milano (a est). Le registrazioni acustiche sono state raccolte in tre periodi di campionamento (maggio-giugno, giugno-luglio e settembre 2024) nel picco massimo di attività dei chirotteri e analizzate con il software Batscope 4.4 hanno permesso l’identificazione di 8 specie e 2 generi. Le analisi statistiche (curve di accumulazione, calcolo della beta diversity, NODF, PERMANOVA, IndVal) hanno evidenziato un disegno di campionamento robusto, un’elevata beta diversity dovuta principalmente al turnover, come fattori ambientali come la tipologia di habitat e di tessuto urbano, la presenza di acqua e necromassa risultano influenti sulla composizione delle comunità e come siano state identificate specie sia fortemente sinantropiche, come E. serotinus, sia specie legate ad ambienti più naturali, come N. noctula. L’insieme di questi risultati ci porta alle conclusioni che, nell’area indagata, il processo di urbanizzazione e i fenomeni di perdita e frammentazione dell’habitat ad esso collegati, non sono i drivers principali del cambiamento di composizione delle comunità nei diversi siti. La diversità e composizione delle comunità di chirotteri riflette la specializzazione ecologica delle specie e la qualità dell’habitat, piuttosto che un semplice gradiente di urbanizzazione. Il progetto ha permesso di rafforzare la validità dei chirotteri come bioindicatori e di ottenere nuove informazioni riguardanti il loro rapporto con i processi di urbanizzazione, conoscenze che potrebbero rivelarsi utili in un’ottica di valutazione, pianificazione e gestione degli ecosistemi urbani e periurbani.

Analisi della comunità di Chirotteri in aree boschive e riforestate lungo un gradiente di urbanizzazione

CELESTE, MATTEO
2023/2024

Abstract

La tesi si inserisce nello Spoke 5 del National Biodiversity Future Center (PNRR – NextGenerationEU) e analizza l’impatto dell’urbanizzazione sulla struttura delle comunità animali, con riferimento ai chirotteri, utilizzati come bioindicatori. Gli obiettivi specifici sono stati quelli di individuare quale fosse il meccanismo alla base dei cambiamenti di struttura delle comunità (nestedness o turnover), valutare l’influenza delle caratteristiche ambientali sulle stesse e ricercare eventuali relazioni significative tra condizioni ambientali e singole specie. La composizione delle comunità è stata studiata tramite monitoraggio bioacustico in 53 aree boschive o riforestate della Città Metropolitana di Milano scelte in base alle dimensioni delle aree verdi ricadenti al loro interno e al loro indice di aggregazione, cercando di indagare in modo rappresentativo un gradiente di urbanizzazione avente come estremi il Parco Lombardo della Valle del Ticino (a ovest) e il centro dell’area urbana di Milano (a est). Le registrazioni acustiche sono state raccolte in tre periodi di campionamento (maggio-giugno, giugno-luglio e settembre 2024) nel picco massimo di attività dei chirotteri e analizzate con il software Batscope 4.4 hanno permesso l’identificazione di 8 specie e 2 generi. Le analisi statistiche (curve di accumulazione, calcolo della beta diversity, NODF, PERMANOVA, IndVal) hanno evidenziato un disegno di campionamento robusto, un’elevata beta diversity dovuta principalmente al turnover, come fattori ambientali come la tipologia di habitat e di tessuto urbano, la presenza di acqua e necromassa risultano influenti sulla composizione delle comunità e come siano state identificate specie sia fortemente sinantropiche, come E. serotinus, sia specie legate ad ambienti più naturali, come N. noctula. L’insieme di questi risultati ci porta alle conclusioni che, nell’area indagata, il processo di urbanizzazione e i fenomeni di perdita e frammentazione dell’habitat ad esso collegati, non sono i drivers principali del cambiamento di composizione delle comunità nei diversi siti. La diversità e composizione delle comunità di chirotteri riflette la specializzazione ecologica delle specie e la qualità dell’habitat, piuttosto che un semplice gradiente di urbanizzazione. Il progetto ha permesso di rafforzare la validità dei chirotteri come bioindicatori e di ottenere nuove informazioni riguardanti il loro rapporto con i processi di urbanizzazione, conoscenze che potrebbero rivelarsi utili in un’ottica di valutazione, pianificazione e gestione degli ecosistemi urbani e periurbani.
2023
Analysis of Chiroptera communities in forested and reforested areas along an urbanization gradient
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/28923