Le infezioni del tratto urinario (UTI), definite dalla presenza nelle vie urinarie di batteri patogeni proliferanti provenienti dall’uretra, sono tra le infezioni batteriche più comuni. Studi epidemiologici hanno dimostrato la presenza di numerosi agenti patogeni delle IVU, tra i quali gli Escherichia coli uropatogeni (UPEC) sono i principali. Riconoscere i sintomi e valutare la presenza di UTI attraverso una coltura batterica e un antibiogramma delle urine sono necessari per attuare una corretta terapia antibiotica. A causa della diffusa comparsa di meccanismi di resistenza agli antibiotici, di rischio di recidive e degli ingenti costi si è sviluppata la necessità di terapie alternative. Attualmente, i fitoterapici più utilizzati nella prevenzione e nel trattamento delle UTI sono: Cranberry, D-mannosio, Uva ursina e probiotici, come agenti singoli o in associazione. Il mirtillo rosso, arbusto appartenente alla famiglia delle Ericaceae, deve la propria azione alla presenza di antocianidine e proantocianidine. Tali sostanze, attuando inibizione competitiva per i siti di legame delle adesine batteriche e provocando un cambio conformazionale della molecola patogena, ne impediscono la proliferazione incontrollata. Il mannosio è monosaccaride a basso peso molecolare che, una volta assunto, non viene assorbito a livello gastrico e raggiunge immodificato la vescica. Qui esplica una duplice azione: si lega alla molecola patogena permettendone il distacco dalla parete uroepiteliale e ne impedisce il successivo fissaggio creando un film sulla mucosa vescicale. I probiotici, in particolare Lactobacilli e Bifidobatteri, creano una barriera nei confronti degli uropatogeni che rappresenta il primo meccanismo di difesa contro le infezioni. L’uva ursina deve la sua azione terapeutica alla presenza di arbutina. La molecola viene idrolizzata nella vescica liberando idrochinone, con azione disinfettante e diuretica. Nonostante l’applicazione dei fitoterapici abbia riportato risultati promettenti ed effetti avversi minimi, necessita di ulteriori studi ed approfondimenti, al fine di garantirne una corretta conoscenza e applicazione terapeutica.
Terapie non antibiotiche per il trattamento e la prevenzione delle infezioni urinarie
MORANDINI, GIULIA
2024/2025
Abstract
Le infezioni del tratto urinario (UTI), definite dalla presenza nelle vie urinarie di batteri patogeni proliferanti provenienti dall’uretra, sono tra le infezioni batteriche più comuni. Studi epidemiologici hanno dimostrato la presenza di numerosi agenti patogeni delle IVU, tra i quali gli Escherichia coli uropatogeni (UPEC) sono i principali. Riconoscere i sintomi e valutare la presenza di UTI attraverso una coltura batterica e un antibiogramma delle urine sono necessari per attuare una corretta terapia antibiotica. A causa della diffusa comparsa di meccanismi di resistenza agli antibiotici, di rischio di recidive e degli ingenti costi si è sviluppata la necessità di terapie alternative. Attualmente, i fitoterapici più utilizzati nella prevenzione e nel trattamento delle UTI sono: Cranberry, D-mannosio, Uva ursina e probiotici, come agenti singoli o in associazione. Il mirtillo rosso, arbusto appartenente alla famiglia delle Ericaceae, deve la propria azione alla presenza di antocianidine e proantocianidine. Tali sostanze, attuando inibizione competitiva per i siti di legame delle adesine batteriche e provocando un cambio conformazionale della molecola patogena, ne impediscono la proliferazione incontrollata. Il mannosio è monosaccaride a basso peso molecolare che, una volta assunto, non viene assorbito a livello gastrico e raggiunge immodificato la vescica. Qui esplica una duplice azione: si lega alla molecola patogena permettendone il distacco dalla parete uroepiteliale e ne impedisce il successivo fissaggio creando un film sulla mucosa vescicale. I probiotici, in particolare Lactobacilli e Bifidobatteri, creano una barriera nei confronti degli uropatogeni che rappresenta il primo meccanismo di difesa contro le infezioni. L’uva ursina deve la sua azione terapeutica alla presenza di arbutina. La molecola viene idrolizzata nella vescica liberando idrochinone, con azione disinfettante e diuretica. Nonostante l’applicazione dei fitoterapici abbia riportato risultati promettenti ed effetti avversi minimi, necessita di ulteriori studi ed approfondimenti, al fine di garantirne una corretta conoscenza e applicazione terapeutica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/29425