La democrazia partecipativa, o participatory democracy, è un tipo di governance in cui gli individui partecipano attivamente, consentendo a ciascuno di essi di contribuire alle scelte politiche che ne condizionano la propria quotidianità. Le Smart Cities, oggi, sono un tema che attira molti studiosi su diverse discipline, che vanno dalla tecnologia, nel senso più stretto del termine, alla pianificazione urbana, fino a quella sociale. L'importanza che viene data alle “città intelligenti” è la rappresentazione di quanto il tema sia entrato nel dibattito comune, anche se non è ancora riuscito ad espandersi in tutti gli strati di una società in continua evoluzione. Alla base di questo studio vi è l’analisi della democrazia partecipativa con una particolare attenzione allo strumento del Bilancio Partecipativo. In particolare, si pone l’attenzione sull’uso che le principali Smart Cities italiane hanno fatto di questo strumento e come i cittadini hanno risposto a questo coinvolgimento. La participatory democracy affonda le radici nei lunghi anni Sessanta ed è una delle principali eredità politiche negli Stati Uniti. La democrazia e il coinvolgimento dei cittadini sono entrambe variabili dinamiche influenzate da cause storiche. Questo aiuta a spiegare perché la democrazia partecipativa è attuata in modi diversi e non si sovrappone in tutto il mondo, e perché si traduce in Italia non solo come “democrazia partecipativa” ma anche come “cittadinanza attiva”. La mia ricerca è motivata dal desiderio di identificare il legame teorico, ma soprattutto pratico, tra innovazione sociale, partecipazione e costruzione di una smart city. L'innovazione sociale è legata alla smart city, che è vista come un terreno fertile per lo sviluppo di pratiche creative che possono migliorare con successo la qualità della vita delle persone. La partecipazione entra istantaneamente in questo sistema, giocando un ruolo fondamentale sia nella produzione di nuove idee che nello sviluppo di nuove tecnologie che permettano effettivamente alle smart cities di rispettare quello che oggi è l'unico obiettivo definito: aumentare la qualità della vita di tutte le persone. L’argomento è molto ampio e per l’analisi delle tematiche trattate mi sono avvalsa di uno studio teorico della letteratura esistente in materia di democrazia partecipativa e smart city. Ho successivamente condotto delle ricerche per esaminare una serie di azioni innovative messe in atto dalle varie amministrazioni comunali che, in qualche maniera, si potessero collegare con gli argomenti trattati. Il lavoro di tesi è quindi strutturato in tre capitoli: il primo si articola seguendo una linea temporale che va dalle radici della participatory democracy, con particolare attenzione anche al contesto italiano, fino al periodo del New Public Management, che ha visto un rafforzamento del principio di sussidiarietà, ed inoltre, a livello teorico, dalla contabilità dialogica all’uso pratico dello strumento del Bilancio partecipativo; il secondo capitolo si concentra su un importante quadro di riferimento globale, l’Agenda 2030, che pone importanti goals e, in particolare, si analizza l’obiettivo 11 con riferimento alle varie sfumature di quello che è il concetto, o meglio, i concetti teorici delle smart cities, analizzando nello specifico i sei ambiti nei quali una città può ritenersi intelligente secondo le teorie più accreditate; il terzo ed ultimo capitolo è dedicato al case-study che porto come esempio per dimostrare i punti di contatto tra bilancio partecipativo e smart cities italiane. Per effettuare questa analisi empirica mi sono avvalsa principalmente del siti web forniti delle città prese in esame. L’obiettivo di questa tesi è quello di presentare un’analisi accurata dei dati raccolti, sottolineando che l’elemento chiave delle città è la partecipazione attiva.
DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA E AGENDA 2030: IL BILANCIO PARTECIPATIVO PER LE SMART CITIES
VECCHIO, SIMONA
2022/2023
Abstract
La democrazia partecipativa, o participatory democracy, è un tipo di governance in cui gli individui partecipano attivamente, consentendo a ciascuno di essi di contribuire alle scelte politiche che ne condizionano la propria quotidianità. Le Smart Cities, oggi, sono un tema che attira molti studiosi su diverse discipline, che vanno dalla tecnologia, nel senso più stretto del termine, alla pianificazione urbana, fino a quella sociale. L'importanza che viene data alle “città intelligenti” è la rappresentazione di quanto il tema sia entrato nel dibattito comune, anche se non è ancora riuscito ad espandersi in tutti gli strati di una società in continua evoluzione. Alla base di questo studio vi è l’analisi della democrazia partecipativa con una particolare attenzione allo strumento del Bilancio Partecipativo. In particolare, si pone l’attenzione sull’uso che le principali Smart Cities italiane hanno fatto di questo strumento e come i cittadini hanno risposto a questo coinvolgimento. La participatory democracy affonda le radici nei lunghi anni Sessanta ed è una delle principali eredità politiche negli Stati Uniti. La democrazia e il coinvolgimento dei cittadini sono entrambe variabili dinamiche influenzate da cause storiche. Questo aiuta a spiegare perché la democrazia partecipativa è attuata in modi diversi e non si sovrappone in tutto il mondo, e perché si traduce in Italia non solo come “democrazia partecipativa” ma anche come “cittadinanza attiva”. La mia ricerca è motivata dal desiderio di identificare il legame teorico, ma soprattutto pratico, tra innovazione sociale, partecipazione e costruzione di una smart city. L'innovazione sociale è legata alla smart city, che è vista come un terreno fertile per lo sviluppo di pratiche creative che possono migliorare con successo la qualità della vita delle persone. La partecipazione entra istantaneamente in questo sistema, giocando un ruolo fondamentale sia nella produzione di nuove idee che nello sviluppo di nuove tecnologie che permettano effettivamente alle smart cities di rispettare quello che oggi è l'unico obiettivo definito: aumentare la qualità della vita di tutte le persone. L’argomento è molto ampio e per l’analisi delle tematiche trattate mi sono avvalsa di uno studio teorico della letteratura esistente in materia di democrazia partecipativa e smart city. Ho successivamente condotto delle ricerche per esaminare una serie di azioni innovative messe in atto dalle varie amministrazioni comunali che, in qualche maniera, si potessero collegare con gli argomenti trattati. Il lavoro di tesi è quindi strutturato in tre capitoli: il primo si articola seguendo una linea temporale che va dalle radici della participatory democracy, con particolare attenzione anche al contesto italiano, fino al periodo del New Public Management, che ha visto un rafforzamento del principio di sussidiarietà, ed inoltre, a livello teorico, dalla contabilità dialogica all’uso pratico dello strumento del Bilancio partecipativo; il secondo capitolo si concentra su un importante quadro di riferimento globale, l’Agenda 2030, che pone importanti goals e, in particolare, si analizza l’obiettivo 11 con riferimento alle varie sfumature di quello che è il concetto, o meglio, i concetti teorici delle smart cities, analizzando nello specifico i sei ambiti nei quali una città può ritenersi intelligente secondo le teorie più accreditate; il terzo ed ultimo capitolo è dedicato al case-study che porto come esempio per dimostrare i punti di contatto tra bilancio partecipativo e smart cities italiane. Per effettuare questa analisi empirica mi sono avvalsa principalmente del siti web forniti delle città prese in esame. L’obiettivo di questa tesi è quello di presentare un’analisi accurata dei dati raccolti, sottolineando che l’elemento chiave delle città è la partecipazione attiva.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/2973