Se per Lucio Anneo Seneca l'ira era una passione che l'uomo doveva in ogni modo estirpare dal proprio animo, in Tommaso d’Aquino essa assume una nuova connotazione. Infatti Tommaso, riprendendo Evagrio Pontico, Giovanni Cassiano e Gregorio Magno, sostiene che la collera, oltre ad essere una passione, è anche un vizio capitale, cioè un vizio che è in grado di generare altri vizi. Tuttavia, alla luce della riscoperta dell'etica aristotelica, Tommaso ammette anche la possibilità di una forma di ira buona e lodevole. In questa prospettiva attraverso questa seconda forma di collera Tommaso riesce a rendere conto dell'ira di Gesù Cristo contro i mercanti del Tempio di Gerusalemme.
L'ira in Tommaso d'Aquino. Una nuova prospettiva tra Aristotelismo e Tradizione Teologica
FALCO, PIETRO
2024/2025
Abstract
Se per Lucio Anneo Seneca l'ira era una passione che l'uomo doveva in ogni modo estirpare dal proprio animo, in Tommaso d’Aquino essa assume una nuova connotazione. Infatti Tommaso, riprendendo Evagrio Pontico, Giovanni Cassiano e Gregorio Magno, sostiene che la collera, oltre ad essere una passione, è anche un vizio capitale, cioè un vizio che è in grado di generare altri vizi. Tuttavia, alla luce della riscoperta dell'etica aristotelica, Tommaso ammette anche la possibilità di una forma di ira buona e lodevole. In questa prospettiva attraverso questa seconda forma di collera Tommaso riesce a rendere conto dell'ira di Gesù Cristo contro i mercanti del Tempio di Gerusalemme.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/29822