ABSTRACT This study investigated whether visual mental imagery predicts interoceptive ability and autobiographical memory, with a particular focus on individuals with aphantasia. Participants completed several self-report measures: the Vividness of Visual Imagery Questionnaire (VVIQ), the Interoceptive Attention Scale (IATS), the Interoceptive Accuracy Scale (IAS), and the Voluntary Autobiographical Memory (VAM) scale. They also performed the emBODY task, in which they were presented with emotion-related words and asked to indicate, on a body silhouette, where in the body they typically feel those emotions. We recruited 40 aphantasics and 50 controls. We are currently in the process of analyzing the data from the emBODY task. Preliminary results showed that greater vividness of visual imagery was significantly associated with stronger voluntary autobiographical memory. Participants with aphantasia reported significantly lower VAM scores, underscoring the critical role of imagery in both memory retrieval and prospection. Although overall associations with interoceptive measures were modest, aphantasic individuals scored significantly lower on interoceptive attention, and imagery vividness more strongly predicted attention to internal bodily signals than objective interoceptive accuracy. These findings support the idea that aphantasia reflects a broader disruption in internal simulation processes, impacting both cognitive (e.g., memory) and embodied (e.g., interoceptive) self-awareness. From a predictive coding perspective, reduced imagery capacity may reflect diminished interoceptive precision. This study provides a novel, integrative framework for understanding the interplay between mental imagery, bodily awareness, and self-referential processes. Keywords: Mental Imagery, Emotion Recognition, Interoception, Autobiographical Memory

RIASSUNTO Il presente studio ha indagato se la vividezza dell’immaginazione mentale visiva possa predire l’abilità interocettiva e la memoria autobiografica, con particolare attenzione alla condizione dell’afantasia. I partecipanti hanno completato diverse misure self-report: il Vividness of Visual Imagery Questionnaire (VVIQ), l’Interoceptive Attention Scale (IATS), l’Interoceptive Accuracy Scale (IAS) e la scala Voluntary Autobiographical Memory (VAM). È stato inoltre somministrato l’emBODY task, in cui venivano presentate parole legate a emozioni e ai partecipanti veniva chiesto di indicare, su una sagoma corporea, le zone del corpo in cui solitamente percepiscono tali emozioni. Il campione era composto da 40 individui con afantasia e 50 controlli. L’analisi dei dati relativi all’emBODY task è attualmente in corso. I risultati preliminari sui questionari mostrano che una maggiore vividezza dell’immaginazione visiva è significativamente associata a una più marcata memoria autobiografica volontaria. I partecipanti con afantasia hanno riportato punteggi VAM significativamente più bassi, evidenziando il ruolo cruciale dell’immaginazione nella rievocazione mnestica e nella proiezione futura. Sebbene le associazioni con le misure interocettive siano risultate globalmente modeste, gli individui afantasici hanno ottenuto punteggi significativamente inferiori nell’attenzione interocettiva, e la vividezza dell’immaginazione prediceva più fortemente l’attenzione ai segnali corporei interni rispetto all’accuratezza interocettiva oggettiva. Questi risultati supportano l’ipotesi secondo cui l’afantasia implichi una più ampia alterazione dei processi di simulazione interna, influenzando sia la consapevolezza cognitiva (es. memoria) sia quella incarnata (es. interocezione). In un’ottica di predictive coding, una ridotta capacità immaginativa potrebbe riflettere una minore precisione interocettiva. Questo studio propone un quadro teorico nuovo e integrato per comprendere l’interazione tra immaginazione mentale, consapevolezza corporea e processi autoriferiti.

Vedere la sensazione: esplorare il legame tra immaginazione mentale e riconoscimento delle emozioni attraverso la lente dell’afantasia

ÖZATA, NUR DILARA
2024/2025

Abstract

ABSTRACT This study investigated whether visual mental imagery predicts interoceptive ability and autobiographical memory, with a particular focus on individuals with aphantasia. Participants completed several self-report measures: the Vividness of Visual Imagery Questionnaire (VVIQ), the Interoceptive Attention Scale (IATS), the Interoceptive Accuracy Scale (IAS), and the Voluntary Autobiographical Memory (VAM) scale. They also performed the emBODY task, in which they were presented with emotion-related words and asked to indicate, on a body silhouette, where in the body they typically feel those emotions. We recruited 40 aphantasics and 50 controls. We are currently in the process of analyzing the data from the emBODY task. Preliminary results showed that greater vividness of visual imagery was significantly associated with stronger voluntary autobiographical memory. Participants with aphantasia reported significantly lower VAM scores, underscoring the critical role of imagery in both memory retrieval and prospection. Although overall associations with interoceptive measures were modest, aphantasic individuals scored significantly lower on interoceptive attention, and imagery vividness more strongly predicted attention to internal bodily signals than objective interoceptive accuracy. These findings support the idea that aphantasia reflects a broader disruption in internal simulation processes, impacting both cognitive (e.g., memory) and embodied (e.g., interoceptive) self-awareness. From a predictive coding perspective, reduced imagery capacity may reflect diminished interoceptive precision. This study provides a novel, integrative framework for understanding the interplay between mental imagery, bodily awareness, and self-referential processes. Keywords: Mental Imagery, Emotion Recognition, Interoception, Autobiographical Memory
2024
Seeing the Feeling: Exploring the Link Between Mental Imagery and Emotion Recognition Through the Lens of Aphantasia
RIASSUNTO Il presente studio ha indagato se la vividezza dell’immaginazione mentale visiva possa predire l’abilità interocettiva e la memoria autobiografica, con particolare attenzione alla condizione dell’afantasia. I partecipanti hanno completato diverse misure self-report: il Vividness of Visual Imagery Questionnaire (VVIQ), l’Interoceptive Attention Scale (IATS), l’Interoceptive Accuracy Scale (IAS) e la scala Voluntary Autobiographical Memory (VAM). È stato inoltre somministrato l’emBODY task, in cui venivano presentate parole legate a emozioni e ai partecipanti veniva chiesto di indicare, su una sagoma corporea, le zone del corpo in cui solitamente percepiscono tali emozioni. Il campione era composto da 40 individui con afantasia e 50 controlli. L’analisi dei dati relativi all’emBODY task è attualmente in corso. I risultati preliminari sui questionari mostrano che una maggiore vividezza dell’immaginazione visiva è significativamente associata a una più marcata memoria autobiografica volontaria. I partecipanti con afantasia hanno riportato punteggi VAM significativamente più bassi, evidenziando il ruolo cruciale dell’immaginazione nella rievocazione mnestica e nella proiezione futura. Sebbene le associazioni con le misure interocettive siano risultate globalmente modeste, gli individui afantasici hanno ottenuto punteggi significativamente inferiori nell’attenzione interocettiva, e la vividezza dell’immaginazione prediceva più fortemente l’attenzione ai segnali corporei interni rispetto all’accuratezza interocettiva oggettiva. Questi risultati supportano l’ipotesi secondo cui l’afantasia implichi una più ampia alterazione dei processi di simulazione interna, influenzando sia la consapevolezza cognitiva (es. memoria) sia quella incarnata (es. interocezione). In un’ottica di predictive coding, una ridotta capacità immaginativa potrebbe riflettere una minore precisione interocettiva. Questo studio propone un quadro teorico nuovo e integrato per comprendere l’interazione tra immaginazione mentale, consapevolezza corporea e processi autoriferiti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/30266