Tra illusione e realtà: la comunicazione menzognera in Arsène Lupin: gentleman-cambrioleur Il presente elaborato indaga, mediante un’analisi testuale e narratologica, la raccolta Arsène Lupin: gentleman-cambrioleur di Maurice Leblanc. In particolare, la tesi si focalizza sul tema della comunicazione ingannevole, intesa come strategia narrativa e retorica finalizzata al depistaggio di personaggi e lettori. L’obiettivo è mettere in luce l’ambiguità del linguaggio, attraverso lo studio di fenomeni come l’omissione, il non-detto, la menzogna e l’ironia, quali procedimenti cardine della manipolazione e della manomissione dell’enunciato narrativo. Al fine di stabilire una corretta analisi, ci si è avvalsi, in primo luogo, delle nozioni narratologiche di Vladimir Propp, Algirdas Julien Greimas, Tzvetan Todorov e, nello specifico, Gérard Genette, risultate un prezioso aiuto per meglio comprendere la struttura narrativa della raccolta. In secondo luogo, ci si è serviti delle teorie della ricezione, nello specifico quelle elaborate da Jean-Paul Sartre, Roland Barthes, Umberto Eco, Wolfgang Iser e Hans-Robert Jauss, volte a mettere in luce il ruolo attivo giocato dal lettore nella costruzione di senso del testo. La tesi si articola in cinque capitoli: il primo presenta in termini generali la vita e la carriera di Maurice Leblanc, l’origine della raccolta e il contesto della Belle Époque che ne fa da sfondo; il secondo analizza la struttura narratologica dell’opera, prendendo in esame le categorie di ordine, durata, frequenza, modo e voce presenti nel manuale di riferimento Figures III di Genette; il terzo capitolo è volto allo studio della figura e del ruolo del lettore attraverso le principali teorie della ricezione, con particolare riferimento alla costruzione del narratore inattendibile e all’uso dell’ironia come strategie di depistaggio; quarto e quinto sono incentrati ad una maggior comprensione del personaggio di Lupin, partendo delle sue molteplici identità e metamorfosi, per poi proseguire alla costruzione della sua immagine pubblica attraverso la stampa. L’analisi ha mostrato come la comunicazione menzognera sia al centro della tecnica narrativa e del personaggio di Arsène Lupin. Attraverso l’uso di una voce narrante inaffidabile e di una deliberata alterazione dei fatti narrati, si crea un rapporto di ambiguità e incertezza tra testo, autore e lettore. Quest’ultimo ha, in particolare, un ruolo ambivalente: da una parte è il bersaglio della manipolazione, dall’altra, invece, ne diventa complice una volta compreso il meccanismo di base. La raccolta si basa su un continuo oscillare tra illusione e realtà, che se dapprima confonde il pubblico, finisce poi per cullarlo. Il confine tra verità e menzogna è labile, ma è forse questa la sua forza: instaurare il dubbio nel lettore e, quindi, renderlo attivo e partecipe al pari dei personaggi della storia.
Entre illusion et réalité: la communication trompeuse dans Arsène Lupin: gentleman-cambrioleur
D'AGOSTINO, SOFIA
2024/2025
Abstract
Tra illusione e realtà: la comunicazione menzognera in Arsène Lupin: gentleman-cambrioleur Il presente elaborato indaga, mediante un’analisi testuale e narratologica, la raccolta Arsène Lupin: gentleman-cambrioleur di Maurice Leblanc. In particolare, la tesi si focalizza sul tema della comunicazione ingannevole, intesa come strategia narrativa e retorica finalizzata al depistaggio di personaggi e lettori. L’obiettivo è mettere in luce l’ambiguità del linguaggio, attraverso lo studio di fenomeni come l’omissione, il non-detto, la menzogna e l’ironia, quali procedimenti cardine della manipolazione e della manomissione dell’enunciato narrativo. Al fine di stabilire una corretta analisi, ci si è avvalsi, in primo luogo, delle nozioni narratologiche di Vladimir Propp, Algirdas Julien Greimas, Tzvetan Todorov e, nello specifico, Gérard Genette, risultate un prezioso aiuto per meglio comprendere la struttura narrativa della raccolta. In secondo luogo, ci si è serviti delle teorie della ricezione, nello specifico quelle elaborate da Jean-Paul Sartre, Roland Barthes, Umberto Eco, Wolfgang Iser e Hans-Robert Jauss, volte a mettere in luce il ruolo attivo giocato dal lettore nella costruzione di senso del testo. La tesi si articola in cinque capitoli: il primo presenta in termini generali la vita e la carriera di Maurice Leblanc, l’origine della raccolta e il contesto della Belle Époque che ne fa da sfondo; il secondo analizza la struttura narratologica dell’opera, prendendo in esame le categorie di ordine, durata, frequenza, modo e voce presenti nel manuale di riferimento Figures III di Genette; il terzo capitolo è volto allo studio della figura e del ruolo del lettore attraverso le principali teorie della ricezione, con particolare riferimento alla costruzione del narratore inattendibile e all’uso dell’ironia come strategie di depistaggio; quarto e quinto sono incentrati ad una maggior comprensione del personaggio di Lupin, partendo delle sue molteplici identità e metamorfosi, per poi proseguire alla costruzione della sua immagine pubblica attraverso la stampa. L’analisi ha mostrato come la comunicazione menzognera sia al centro della tecnica narrativa e del personaggio di Arsène Lupin. Attraverso l’uso di una voce narrante inaffidabile e di una deliberata alterazione dei fatti narrati, si crea un rapporto di ambiguità e incertezza tra testo, autore e lettore. Quest’ultimo ha, in particolare, un ruolo ambivalente: da una parte è il bersaglio della manipolazione, dall’altra, invece, ne diventa complice una volta compreso il meccanismo di base. La raccolta si basa su un continuo oscillare tra illusione e realtà, che se dapprima confonde il pubblico, finisce poi per cullarlo. Il confine tra verità e menzogna è labile, ma è forse questa la sua forza: instaurare il dubbio nel lettore e, quindi, renderlo attivo e partecipe al pari dei personaggi della storia.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/30423