This thesis examines the linguistic challenges involved in translating Alice in Wonderland by Lewis Carroll. Through an analysis of neologisms, portmanteau words, and phonetic and semantic wordplay that permeate the text, the study explores how these elements embody the poetics of nonsense and challenge the conventional boundaries of language. The focus is placed on the Italian translation by Masolino d’Amico, investigating his strategies for rendering invented words and puns, and comparing them with the etymologies and historical usage of the original English terms. The work follows a dual trajectory: on the one hand, it explores Carroll's linguistic creativity as an expression of a worldview suspended between logic and absurdity; on the other, it reflects on the possibilities—and limitations—of translation when faced with the untranslatable. Particular attention is given to the translation choices in the poem Jabberwocky, featured in Carroll’s second book, through an analysis of the versions by Masolino d’Amico, Alessandro Ceni, and Milli Graffi, the latter of which was also used in Tim Burton’s 2010 film adaptation. The thesis concludes with a reflection on the language of dubbing, focusing specifically on the Italian version of Burton’s Alice in Wonderland.

La presente tesi analizza le problematiche linguistiche legate alla traduzione di Alice in Wonderland di Lewis Carroll. Attraverso un’indagine sui neologismi, sul portmanteau e sui giochi fonetici e di senso che costellano il testo, si esamina il modo in cui questi elementi incarnano la poetica del nonsense e sfidano i confini convenzionali della lingua. Il focus si concentra sulla traduzione italiana di Masolino d’Amico, indagando le sue strategie di resa dei giochi di parole e dei termini inventati, e confrontandole con le etimologie e gli usi storici delle stesse parole nell’originale inglese. Il lavoro si sviluppa lungo un doppio binario: da un lato, esplora la creatività linguistica carrolliana come espressione di una visione del mondo che si muove tra logica e assurdo; dall’altro, riflette sulle possibilità – e sui limiti – della traduzione quando si confronta con l’intraducibile. Attenzione particolare è data alle scelte di traduzione della poesia Jabberwocky, contenuta all'interno del secondo libro di L. Carroll, analizzando le proposte di traduzione dello stesso Masolino D'Amico, di Alessandro Ceni e di Milli Graffi, la cui traduzione è stata poi anche scelta per il film di Tim Burton del 2010. A chiusa della tesi viene presentata infine una riflessione sulla lingua del doppiaggio, ragionando proprio sul film di Tim Burton, Alice in Wonderland.

Il senso del nonsense: Tradurre Alice in Wonderland di Lewis Carroll

GERMANI, GIULIA
2024/2025

Abstract

This thesis examines the linguistic challenges involved in translating Alice in Wonderland by Lewis Carroll. Through an analysis of neologisms, portmanteau words, and phonetic and semantic wordplay that permeate the text, the study explores how these elements embody the poetics of nonsense and challenge the conventional boundaries of language. The focus is placed on the Italian translation by Masolino d’Amico, investigating his strategies for rendering invented words and puns, and comparing them with the etymologies and historical usage of the original English terms. The work follows a dual trajectory: on the one hand, it explores Carroll's linguistic creativity as an expression of a worldview suspended between logic and absurdity; on the other, it reflects on the possibilities—and limitations—of translation when faced with the untranslatable. Particular attention is given to the translation choices in the poem Jabberwocky, featured in Carroll’s second book, through an analysis of the versions by Masolino d’Amico, Alessandro Ceni, and Milli Graffi, the latter of which was also used in Tim Burton’s 2010 film adaptation. The thesis concludes with a reflection on the language of dubbing, focusing specifically on the Italian version of Burton’s Alice in Wonderland.
2024
The Sense of Nonsense: Translating Alice in Wonderland by Lewis Carroll
La presente tesi analizza le problematiche linguistiche legate alla traduzione di Alice in Wonderland di Lewis Carroll. Attraverso un’indagine sui neologismi, sul portmanteau e sui giochi fonetici e di senso che costellano il testo, si esamina il modo in cui questi elementi incarnano la poetica del nonsense e sfidano i confini convenzionali della lingua. Il focus si concentra sulla traduzione italiana di Masolino d’Amico, indagando le sue strategie di resa dei giochi di parole e dei termini inventati, e confrontandole con le etimologie e gli usi storici delle stesse parole nell’originale inglese. Il lavoro si sviluppa lungo un doppio binario: da un lato, esplora la creatività linguistica carrolliana come espressione di una visione del mondo che si muove tra logica e assurdo; dall’altro, riflette sulle possibilità – e sui limiti – della traduzione quando si confronta con l’intraducibile. Attenzione particolare è data alle scelte di traduzione della poesia Jabberwocky, contenuta all'interno del secondo libro di L. Carroll, analizzando le proposte di traduzione dello stesso Masolino D'Amico, di Alessandro Ceni e di Milli Graffi, la cui traduzione è stata poi anche scelta per il film di Tim Burton del 2010. A chiusa della tesi viene presentata infine una riflessione sulla lingua del doppiaggio, ragionando proprio sul film di Tim Burton, Alice in Wonderland.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/30636