Nel presente elaborato, si tratta il tema della ricerca del benessere organizzativo e delle politiche di bilanciamento vita-lavoro, approfondendolo a partire dalla letteratura esistente, delineandone le principali motivazioni che lo hanno reso un elemento sempre più strategico all'interno delle organizzazioni, categorizzando le tipologie di soluzioni identificate dalle aziende ed analizzandone i maggiori vantaggi e svantaggi, con particolare riferimento alla situazione italiana. Alla luce dell’evento disruptive vissuto dal nostro Paese nel corso del 2020 – l’epidemia del Covid-19 che ha stravolto l’organizzazione del lavoro a causa del conseguente lockdown – gli obiettivi di ricerca della tesi si concentrano sulla nuova modalità di lavoro da esso imposta: il lavoro da remoto. Dopo aver indicato le principali differenze tra telelavoro, lavoro agile ex l. 81/2017 e “Smart-Working emergenziale”, si struttura un metodo d’indagine quantitativo tramite cui rilevare le esperienze lavorative dei dipendenti e confrontare il periodo pre-Covid con i mesi di lockdown (marzo-maggio 2020), per capire se le previste conseguenze del lavoro agile nella sua definizione originaria si trasformano oppure si mantengono tali anche nelle particolari condizioni appena vissute. Dai risultati ottenuti relativi alle quattro aziende che hanno collaborato al progetto di ricerca, si può affermare che – limitatamente alle variabili studiate - il bilancio dell’esperimento forzato che ha scosso il mondo organizzativo sia stato complessivamente positivo: si evidenziano effetti benefici consistenti sul conflitto totale lavoro-famiglia, la cui dimensione che si riduce maggiormente è quella del lavoro sulla famiglia, e conseguenze positive anche se di peso minore su intensificazione del lavoro e interruzioni lavorative; l’unica conseguenza negativa tra le indagate – segnalata soltanto da due casi aziendali – è l’aumento del senso di isolamento professionale, che in ogni caso si mantiene su valori medio-bassi e non risulta essere un rischio così preoccupante. Per avere una visione bilanciata di quello che sarà lo scenario organizzativo del futuro in termini di diffusione del lavoro da remoto, si è completata l’analisi raccogliendo le impressioni e le intenzioni di alcuni manager delle risorse umane, per cui si può concludere che il trend di crescita della diffusione del lavoro da remoto sembra essere ineluttabile per tutte le aziende con attività compatibili che lo hanno sperimentato in questa fase; tuttavia sembrano porsi dei limiti quantitativi sulla frequenza del suo utilizzo e la prospettiva del lavoro da remoto “sempre e per sempre” non sembra essere un’alternativa praticabile neanche per quelle attività che in linea di principio non richiedono la presenza in azienda.
Benessere organizzativo e work-life balance: lo Smart-Working
PORTA, FEDERICA
2019/2020
Abstract
Nel presente elaborato, si tratta il tema della ricerca del benessere organizzativo e delle politiche di bilanciamento vita-lavoro, approfondendolo a partire dalla letteratura esistente, delineandone le principali motivazioni che lo hanno reso un elemento sempre più strategico all'interno delle organizzazioni, categorizzando le tipologie di soluzioni identificate dalle aziende ed analizzandone i maggiori vantaggi e svantaggi, con particolare riferimento alla situazione italiana. Alla luce dell’evento disruptive vissuto dal nostro Paese nel corso del 2020 – l’epidemia del Covid-19 che ha stravolto l’organizzazione del lavoro a causa del conseguente lockdown – gli obiettivi di ricerca della tesi si concentrano sulla nuova modalità di lavoro da esso imposta: il lavoro da remoto. Dopo aver indicato le principali differenze tra telelavoro, lavoro agile ex l. 81/2017 e “Smart-Working emergenziale”, si struttura un metodo d’indagine quantitativo tramite cui rilevare le esperienze lavorative dei dipendenti e confrontare il periodo pre-Covid con i mesi di lockdown (marzo-maggio 2020), per capire se le previste conseguenze del lavoro agile nella sua definizione originaria si trasformano oppure si mantengono tali anche nelle particolari condizioni appena vissute. Dai risultati ottenuti relativi alle quattro aziende che hanno collaborato al progetto di ricerca, si può affermare che – limitatamente alle variabili studiate - il bilancio dell’esperimento forzato che ha scosso il mondo organizzativo sia stato complessivamente positivo: si evidenziano effetti benefici consistenti sul conflitto totale lavoro-famiglia, la cui dimensione che si riduce maggiormente è quella del lavoro sulla famiglia, e conseguenze positive anche se di peso minore su intensificazione del lavoro e interruzioni lavorative; l’unica conseguenza negativa tra le indagate – segnalata soltanto da due casi aziendali – è l’aumento del senso di isolamento professionale, che in ogni caso si mantiene su valori medio-bassi e non risulta essere un rischio così preoccupante. Per avere una visione bilanciata di quello che sarà lo scenario organizzativo del futuro in termini di diffusione del lavoro da remoto, si è completata l’analisi raccogliendo le impressioni e le intenzioni di alcuni manager delle risorse umane, per cui si può concludere che il trend di crescita della diffusione del lavoro da remoto sembra essere ineluttabile per tutte le aziende con attività compatibili che lo hanno sperimentato in questa fase; tuttavia sembrano porsi dei limiti quantitativi sulla frequenza del suo utilizzo e la prospettiva del lavoro da remoto “sempre e per sempre” non sembra essere un’alternativa praticabile neanche per quelle attività che in linea di principio non richiedono la presenza in azienda.È consentito all'utente scaricare e condividere i documenti disponibili a testo pieno in UNITESI UNIPV nel rispetto della licenza Creative Commons del tipo CC BY NC ND.
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/307