Uno dei primi passi significativi verso la nascita dell’intelligenza artificiale fu compiuto da Alan Turing, matematico e logico britannico, il cui lavoro pose le basi per l’informatica moderna. Nel 1936, Turing introdusse il concetto di macchina universale, un modello teorico di calcolatore capace di eseguire qualsiasi operazione computabile seguendo una sequenza di istruzioni. Questa idea rivoluzionaria dimostrò che, in teoria, una macchina poteva essere programmata per svolgere compiti complessi utilizzando un linguaggio formale. Ma fu nel 1950 che Turing affrontò direttamente la questione dell’intelligenza artificiale con la pubblicazione del celebre articolo Computing Machinery and Intelligence. In questo lavoro, Turing non si limitò a teorizzare la possibilità che una macchina potesse pensare, ma cercò di rispondere alla domanda: "Le macchine possono pensare?" Per superare la difficoltà di definire l’intelligenza, propose un esperimento concettuale noto come Test di Turing, un metodo per determinare se una macchina potesse essere considerata intelligente sulla base della sua capacità di conversare con un essere umano senza farsi riconoscere come tale (Turing, 1950). Questo test divenne un riferimento fondamentale per la ricerca futura, non tanto perché dimostrava in modo assoluto la possibilità di creare macchine pensanti, ma perché spostava il focus dalla natura dell’intelligenza alla sua manifestazione osservabile.

Telemedicina e Intelligenza artificiale: Sfide e opportunità per la Sanità del futuro

PICA, ELEONORA
2024/2025

Abstract

Uno dei primi passi significativi verso la nascita dell’intelligenza artificiale fu compiuto da Alan Turing, matematico e logico britannico, il cui lavoro pose le basi per l’informatica moderna. Nel 1936, Turing introdusse il concetto di macchina universale, un modello teorico di calcolatore capace di eseguire qualsiasi operazione computabile seguendo una sequenza di istruzioni. Questa idea rivoluzionaria dimostrò che, in teoria, una macchina poteva essere programmata per svolgere compiti complessi utilizzando un linguaggio formale. Ma fu nel 1950 che Turing affrontò direttamente la questione dell’intelligenza artificiale con la pubblicazione del celebre articolo Computing Machinery and Intelligence. In questo lavoro, Turing non si limitò a teorizzare la possibilità che una macchina potesse pensare, ma cercò di rispondere alla domanda: "Le macchine possono pensare?" Per superare la difficoltà di definire l’intelligenza, propose un esperimento concettuale noto come Test di Turing, un metodo per determinare se una macchina potesse essere considerata intelligente sulla base della sua capacità di conversare con un essere umano senza farsi riconoscere come tale (Turing, 1950). Questo test divenne un riferimento fondamentale per la ricerca futura, non tanto perché dimostrava in modo assoluto la possibilità di creare macchine pensanti, ma perché spostava il focus dalla natura dell’intelligenza alla sua manifestazione osservabile.
2024
Telemedicine and Artificial Intelligence: Challenges and Opportunities for the Healthcare of the Future
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Descrizione: La mia tesi analizza il ruolo dell’intelligenza artificiale nel settore healthcare e life sciences, con un focus sulla telemedicina come strumento per migliorare l’accesso alle cure e l’efficienza dei sistemi sanitari.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/30902