The research analyzes the role of Private Military and Security Companies (PMSCs) in contemporary conflicts, addressing the central question of whether they constitute instruments of stabilization or, conversely, factors of destabilization in national and transnational contexts. After outlining their historical evolution, operational typologies, and legal frameworks, the study explores the impact of these actors, highlighting the ambivalence between operational efficiency and critical issues related to transparency, legitimacy, and accountability. Through the comparative analysis of four emblematic case studies (Sierra Leone, Afghanistan and Iraq, Libya, Papua New Guinea), the thesis demonstrates how PMSCs can act as force multipliers capable of restoring local balances and supporting fragile governments, while also contributing to the fragmentation of the state monopoly on violence, the proliferation of neo-colonial dynamics, and new forms of asymmetric conflict. The theoretical framework adopted integrates functionalist, political-instrumentalist, and ideational models, while the methodology combines qualitative and comparative analysis with reference to empirical data (Political Stability Index, UCDP dataset). The results highlight the structural ambiguity of PMSCs: versatile and pragmatic resources in crisis contexts, but also potential threats to sovereignty and international security.

La ricerca analizza il ruolo delle Private Military and Security Companies (PMSCs) nei conflitti contemporanei, ponendosi la domanda centrale se queste costituiscano strumenti di stabilizzazione o, al contrario, fattori di destabilizzazione nei contesti nazionali e transnazionali. Dopo averne delineato l’evoluzione storica, le tipologie operative e i quadri giuridici di riferimento, il lavoro esplora di tali attori, evidenziandone l’ambivalenza tra efficienza operativa e criticità legate a trasparenza, legittimità e accountability. Attraverso l’analisi comparata di quattro casi studio emblematici (Sierra Leone, Afghanistan e Iraq, Libia, Papua Nuova Guinea), la tesi mostra come le PMSCs possano fungere da moltiplicatori di forza capaci di ristabilire equilibri locali e sostenere governi fragili, ma anche contribuire alla frammentazione del monopolio statale della violenza, alla proliferazione di dinamiche neocoloniali e a nuove forme di conflittualità asimmetrica. L’approccio teorico adottato integra modelli funzionalisti, politico-strumentalisti e ideazionisti, mentre la metodologia combina analisi qualitativa e comparativa, con riferimento a dati empirici (Political Stability Index, UCDP dataset). I risultati mettono in luce l’ambiguità strutturale delle PMSCs: risorse versatili e pragmatiche in contesti di crisi, ma anche potenziali minacce alla sovranità e alla sicurezza internazionale.

Le PMSCs come strumento di stabilizzazione o destabilizzazione dei conflitti nazionali e transnazionali

DURANTE, EDOARDO
2024/2025

Abstract

The research analyzes the role of Private Military and Security Companies (PMSCs) in contemporary conflicts, addressing the central question of whether they constitute instruments of stabilization or, conversely, factors of destabilization in national and transnational contexts. After outlining their historical evolution, operational typologies, and legal frameworks, the study explores the impact of these actors, highlighting the ambivalence between operational efficiency and critical issues related to transparency, legitimacy, and accountability. Through the comparative analysis of four emblematic case studies (Sierra Leone, Afghanistan and Iraq, Libya, Papua New Guinea), the thesis demonstrates how PMSCs can act as force multipliers capable of restoring local balances and supporting fragile governments, while also contributing to the fragmentation of the state monopoly on violence, the proliferation of neo-colonial dynamics, and new forms of asymmetric conflict. The theoretical framework adopted integrates functionalist, political-instrumentalist, and ideational models, while the methodology combines qualitative and comparative analysis with reference to empirical data (Political Stability Index, UCDP dataset). The results highlight the structural ambiguity of PMSCs: versatile and pragmatic resources in crisis contexts, but also potential threats to sovereignty and international security.
2024
PMSCs as a tool of stabilization or destabilization in national and transnational conflicts
La ricerca analizza il ruolo delle Private Military and Security Companies (PMSCs) nei conflitti contemporanei, ponendosi la domanda centrale se queste costituiscano strumenti di stabilizzazione o, al contrario, fattori di destabilizzazione nei contesti nazionali e transnazionali. Dopo averne delineato l’evoluzione storica, le tipologie operative e i quadri giuridici di riferimento, il lavoro esplora di tali attori, evidenziandone l’ambivalenza tra efficienza operativa e criticità legate a trasparenza, legittimità e accountability. Attraverso l’analisi comparata di quattro casi studio emblematici (Sierra Leone, Afghanistan e Iraq, Libia, Papua Nuova Guinea), la tesi mostra come le PMSCs possano fungere da moltiplicatori di forza capaci di ristabilire equilibri locali e sostenere governi fragili, ma anche contribuire alla frammentazione del monopolio statale della violenza, alla proliferazione di dinamiche neocoloniali e a nuove forme di conflittualità asimmetrica. L’approccio teorico adottato integra modelli funzionalisti, politico-strumentalisti e ideazionisti, mentre la metodologia combina analisi qualitativa e comparativa, con riferimento a dati empirici (Political Stability Index, UCDP dataset). I risultati mettono in luce l’ambiguità strutturale delle PMSCs: risorse versatili e pragmatiche in contesti di crisi, ma anche potenziali minacce alla sovranità e alla sicurezza internazionale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14239/31182