L'interazione tra impresa, fiscalità e responsabilità sociale è uno degli argomenti più sfidanti e attuali nel diritto tributario moderno. Il crescente sovrapporsi tra meccanismi economici e valori sociali e lo sviluppo della legislazione nazionale ed europea hanno richiesto una continua rivalutazione delle norme fiscali, in particolare per quanto riguarda la disciplina di quei costi che non si traducono direttamente in reddito, ma sono destinati a promuovere, rappresentare o fornire un beneficio collettivo. La questione relativa alla deducibilità fiscale di questa tipologia di spese è ricompresa all’interno degli articoli 100 e 108 TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), che mostrano come il Legislatore tributario abbia mirato, da un lato, non solo a premiare un'attività imprenditoriale capace di generare reddito, ma anche a rendere visibili le sue attività, valorizzandone il carattere sociale. Si tratta di costi che non generano immediatamente un ritorno economico, ma incarnano la funzione di creare fiducia, a diffondere cultura e solidarietà, o a promuovere modelli di responsabilità sociale per le imprese. La decisione di permettere a tali spese di essere deducibili, anche sotto stringenti limitazioni e condizioni, riflette il riconoscimento, da parte del Legislatore, dell'importanza sociale dell'attività imprenditoriale. Da questo punto di vista, l'argomento di questa tesi si colloca in un punto d’incontro tra il diritto e l’economia, tra fiscalità e società. L'esame della disciplina che si applica alle spese "non immediatamente produttive" implica quindi, non solo la considerazione di un profilo tecnico della deducibilità, ma anche una riflessione su come le normative fiscali possano agire come uno strumento di leva per la promozione di interessi collettivi e strategie aziendali. La seguente tesi parte dall'analisi delle norme generali previste dal TUIR, con riferimento alle regole per la corretta deducibilità di tali spese; successivamente, l'attenzione viene rivolta alla nuova normativa stabilita dal Codice del Terzo Settore, che ha arricchito e rinnovato il regime di incentivi fiscali per scopi di utilità sociale. La conclusione del presente percorso riguarda, infine, lo sviluppo potenziale di possibili future riforme per verificare la capacità della fiscalità come strumento di politica socioeconomica, in grado di sfruttare il suo potenziale per promuovere la solidarietà collettiva, sostenere economicamente un paradigma di imprenditorialità e responsabilmente sociale. Lo scopo del lavoro è quindi duplice: offrire un resoconto sistematico delle disposizioni fiscali relative a questa tematica e spiegare come queste regole esprimano un'agenda di politica pubblica più ampia, ispirata dalla combinazione di competitività economica e coesione sociale.
Fisco e Responsabilità sociale: la deducibilità delle spese non direttamente produttive nel sistema tributario italiano
ROSSI, ARIANNA
2024/2025
Abstract
L'interazione tra impresa, fiscalità e responsabilità sociale è uno degli argomenti più sfidanti e attuali nel diritto tributario moderno. Il crescente sovrapporsi tra meccanismi economici e valori sociali e lo sviluppo della legislazione nazionale ed europea hanno richiesto una continua rivalutazione delle norme fiscali, in particolare per quanto riguarda la disciplina di quei costi che non si traducono direttamente in reddito, ma sono destinati a promuovere, rappresentare o fornire un beneficio collettivo. La questione relativa alla deducibilità fiscale di questa tipologia di spese è ricompresa all’interno degli articoli 100 e 108 TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), che mostrano come il Legislatore tributario abbia mirato, da un lato, non solo a premiare un'attività imprenditoriale capace di generare reddito, ma anche a rendere visibili le sue attività, valorizzandone il carattere sociale. Si tratta di costi che non generano immediatamente un ritorno economico, ma incarnano la funzione di creare fiducia, a diffondere cultura e solidarietà, o a promuovere modelli di responsabilità sociale per le imprese. La decisione di permettere a tali spese di essere deducibili, anche sotto stringenti limitazioni e condizioni, riflette il riconoscimento, da parte del Legislatore, dell'importanza sociale dell'attività imprenditoriale. Da questo punto di vista, l'argomento di questa tesi si colloca in un punto d’incontro tra il diritto e l’economia, tra fiscalità e società. L'esame della disciplina che si applica alle spese "non immediatamente produttive" implica quindi, non solo la considerazione di un profilo tecnico della deducibilità, ma anche una riflessione su come le normative fiscali possano agire come uno strumento di leva per la promozione di interessi collettivi e strategie aziendali. La seguente tesi parte dall'analisi delle norme generali previste dal TUIR, con riferimento alle regole per la corretta deducibilità di tali spese; successivamente, l'attenzione viene rivolta alla nuova normativa stabilita dal Codice del Terzo Settore, che ha arricchito e rinnovato il regime di incentivi fiscali per scopi di utilità sociale. La conclusione del presente percorso riguarda, infine, lo sviluppo potenziale di possibili future riforme per verificare la capacità della fiscalità come strumento di politica socioeconomica, in grado di sfruttare il suo potenziale per promuovere la solidarietà collettiva, sostenere economicamente un paradigma di imprenditorialità e responsabilmente sociale. Lo scopo del lavoro è quindi duplice: offrire un resoconto sistematico delle disposizioni fiscali relative a questa tematica e spiegare come queste regole esprimano un'agenda di politica pubblica più ampia, ispirata dalla combinazione di competitività economica e coesione sociale.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/31861