Nell’epoca della procreazione medicalmente assistita (PMA), la genitorialità assume nuove configurazioni simboliche e relazionali che interrogano in profondità i concetti di identità, genealogia e appartenenza. In particolare, la condizione di infertilità maschile, spesso rimossa o taciuta, rappresenta una ferita che tocca la dimensione più profonda dell’identità paterna. L’obiettivo della presente tesi sperimentale è esplorare le implicazioni psicologiche, affettive e identitarie della sterilità paterna sui figli italiani nati da donazione di seme in famiglie eterogenitoriali che hanno fatto ricorso alla PMA eterologa. Lo studio mira a comprendere come la mancata elaborazione da parte del padre sociale della propria infertilità influenzi le dinamiche familiari: la comunicazione del concepimento del figlio e il tipo di legame affettivo. La ricerca adotta un approccio qualitativo, basato sull’analisi approfondita di cinque interviste condotte con adulti italiani nati da PMA eterologa in contesti eterogenitoriali. Il metodo di analisi tematica interpretativa – che individua ricorrenze narrative e nuclei di significato legati alla disclosure, alla rappresentazione del padre e alla costruzione identitaria - ha condotto allo sviluppo di quattro macro-temi principali: il tabù sull’infertilità paterna, vissuta come ferita narcisistica e fonte di stigma sociale; la fragilità del padre, parzialmente o totalmente non iscritto nel suo ruolo genitoriale; la reticenza alla disclosure; la ricerca dei parenti genetici e le sue ragioni. I risultati mostrano che la mancata elaborazione dell’infertilità paterna genera silenzi, distanza affettiva e conflitti, compromettendo la qualità di attaccamento e la costruzione del Sé dei figli. Nella maggioranza dei casi, la curiosità verso i parenti genetici sembra rispondere al bisogno di riconoscersi in una genealogia coerente, colmando la mancanza di rispecchiamento paterno. Le implicazioni cliniche sottolineano la necessità di percorsi psicologici specifici per l’uomo infertile, prima, durante e dopo l’accesso alle cliniche di PMA, per favorire l’elaborazione della perdita e la riappropriazione della funzione paterna, condizione essenziale per garantire un legame genitoriale più autentico e relazioni familiari più sane.
Nati da donazione: Il padre sterile, la sua fragilità, e le sue conseguenze affettive e identitarie nei figli nati da PMA eterologa
ROSSI, MATILDE
2024/2025
Abstract
Nell’epoca della procreazione medicalmente assistita (PMA), la genitorialità assume nuove configurazioni simboliche e relazionali che interrogano in profondità i concetti di identità, genealogia e appartenenza. In particolare, la condizione di infertilità maschile, spesso rimossa o taciuta, rappresenta una ferita che tocca la dimensione più profonda dell’identità paterna. L’obiettivo della presente tesi sperimentale è esplorare le implicazioni psicologiche, affettive e identitarie della sterilità paterna sui figli italiani nati da donazione di seme in famiglie eterogenitoriali che hanno fatto ricorso alla PMA eterologa. Lo studio mira a comprendere come la mancata elaborazione da parte del padre sociale della propria infertilità influenzi le dinamiche familiari: la comunicazione del concepimento del figlio e il tipo di legame affettivo. La ricerca adotta un approccio qualitativo, basato sull’analisi approfondita di cinque interviste condotte con adulti italiani nati da PMA eterologa in contesti eterogenitoriali. Il metodo di analisi tematica interpretativa – che individua ricorrenze narrative e nuclei di significato legati alla disclosure, alla rappresentazione del padre e alla costruzione identitaria - ha condotto allo sviluppo di quattro macro-temi principali: il tabù sull’infertilità paterna, vissuta come ferita narcisistica e fonte di stigma sociale; la fragilità del padre, parzialmente o totalmente non iscritto nel suo ruolo genitoriale; la reticenza alla disclosure; la ricerca dei parenti genetici e le sue ragioni. I risultati mostrano che la mancata elaborazione dell’infertilità paterna genera silenzi, distanza affettiva e conflitti, compromettendo la qualità di attaccamento e la costruzione del Sé dei figli. Nella maggioranza dei casi, la curiosità verso i parenti genetici sembra rispondere al bisogno di riconoscersi in una genealogia coerente, colmando la mancanza di rispecchiamento paterno. Le implicazioni cliniche sottolineano la necessità di percorsi psicologici specifici per l’uomo infertile, prima, durante e dopo l’accesso alle cliniche di PMA, per favorire l’elaborazione della perdita e la riappropriazione della funzione paterna, condizione essenziale per garantire un legame genitoriale più autentico e relazioni familiari più sane.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14239/31887