“Stagnazione salariale in Italia, contrattazione collettiva e altri fattori determinanti: tendenze, fattori trainanti e prospettive politiche”

This thesis investigates the structural causes and consequences of wage stagnation in Italy, analyzing the complex interplay between collective bargaining, labor market reforms, productivity decline, and systemic inequalities affecting gender, migrant workers, youth, and atypical employment. Using an approach that integrates historical, institutional, economic, and sociological perspectives, the study traces the evolution of Italy’s wage-setting mechanisms from the post-WWII period to the present day. It demonstrates how political choices, globalization, and financialization have fundamentally reshaped labor relations and income distribution, causing persistent wage suppression and growing disparities. The research reveals that Italy’s wage stagnation derives from a combination of institutional erosion, productivity weaknesses, and discriminatory labor practices, reflecting a broken social contract, where flexibility has been prioritized over stability, and short-term cost-cutting has undermined long-term growth. Without structural reforms, the country risks perpetuating a cycle of inequality, low productivity, and social fragmentation. This thesis argues that only a coordinated and equitable policy framework, centered on fair wages, strong institutions, and inclusive growth, can break this vicious cycle and pave the way for a resilient and prosperous economy.

Questa tesi indaga le cause strutturali e le conseguenze della stagnazione salariale in Italia, analizzando la complessa interazione tra contrattazione collettiva, riforme del mercato del lavoro, calo della produttività e disuguaglianze sistemiche che colpiscono genere, lavoratori migranti, giovani e lavoro atipico. Utilizzando un approccio che integra prospettive storiche, istituzionali, economiche e sociologiche, lo studio traccia l'evoluzione dei meccanismi di determinazione dei salari in Italia dal secondo dopoguerra a oggi. Dimostra come le scelte politiche, la globalizzazione e la finanziarizzazione abbiano radicalmente rimodellato i rapporti di lavoro e la distribuzione del reddito, causando una persistente compressione dei salari e crescenti disparità. La ricerca rivela che la stagnazione salariale in Italia deriva da una combinazione di erosione istituzionale, debolezza della produttività e pratiche di lavoro discriminatorie, che riflettono un contratto sociale infranto, in cui la flessibilità è stata prioritaria rispetto alla stabilità e la riduzione dei costi a breve termine ha minato la crescita a lungo termine. Senza riforme strutturali, il Paese rischia di perpetuare un ciclo di disuguaglianza, bassa produttività e frammentazione sociale. Questa tesi sostiene che solo un quadro politico coordinato ed equo, incentrato su salari equi, istituzioni solide e crescita inclusiva, può spezzare questo circolo vizioso e aprire la strada a un'economia resiliente e prospera.